7. CONOSCIMI - Parte 1

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«Allora, Josh, Keira, come vi sentite oggi?», chiese gentilmente la dottoressa Fitzpatrick, guardando a turno i due gemelli.

Era seduta dietro una scrivania di legno così enorme che sembrava fagocitare la sua esile figura e teneva in mano un blocchetto e una penna, pronta per prendere appunti. A Keira sembrava quasi di essere sotto esame e si domandò se ci fossero delle risposte giuste da dare in quelle circostanze.

«Come crede che ci sentiamo? Abbiamo appena perso i genitori! Poi ci hanno sbattuti qui, neanche fossimo due pazzi!», sbraitò Josh, infervorandosi.

Keira era consapevole che l'idea dell'istituto non aveva mai convinto suo fratello, ma lei gli aveva spiegato che, in quel momento, poteva essere la soluzione migliore, se non l'unica, per loro due. Primo, perché credeva che un po' di psicoterapia avrebbe solo potuto giovare a Josh, e anche a me, pensò. Secondo, beh, almeno lì dentro sarebbero stati insieme, cosa che invece non sarebbe stata possibile se li avessero dati in affidamento. Nessuno voleva accollarsi un adolescente problematico, figuriamoci due!

«Josh, buono», disse calma, voltandosi verso suo fratello. Lui si agitò un po' sulla sedia, tuttavia le diede retta e assunse il suo tipico atteggiamento da cane bastonato, con le orecchie basse e la coda tra le gambe.

«No, Keira, lascia che Josh si sfoghi. Gli farà solo bene. Non bisogna tener dentro il proprio dolore e la propria frustrazione. Josh, dimmi quello che provi, senza filtri, forza!», lo incoraggiò la dottoressa.

A suo rischio e pericolo, pensò la ragazza, aspettandosi di vedere suo fratello schizzare in piedi e cominciare a strepitare. Josh, però, la sorprese. Cominciò sì a parlare con un tono aggressivo, ma, man mano che si sfogava, la sua voce si fece via via meno aspra e sempre più incerta, finché, alla fine, sopraffatto da tutte le emozioni esternate, non scoppiò a piangere.

Forse la dottoressa sapeva davvero ciò che stava facendo, era possibile che quelle persone in camice fossero realmente in grado di aiutarli a superare il loro trauma e tutti i danni collaterali da esso derivati. Forse avrebbero potuto aiutare anche lei sul versante emotivo. Ovviamente, il versante sovrannaturale era un argomento che non avrebbe mai toccato con i dottori. La ragazza era talmente persa nei suoi pensieri che si accorse solo vagamente che Josh stava parlando di lei. «Non ha mai pianto. È sempre così impassibile», disse.

Keira voltò il capo verso di lui e lo guardò con occhi sgranati. Stava dicendo sul serio? Si stava lagnando perché lei aveva cercato di gestire la situazione e assumersi delle responsabilità anziché strapparsi i capelli, urlare e inveire contro tutto e tutti come invece aveva fatto lui? Si stava davvero lamentando?

La dottoressa notò subito l'espressione che si era disegnata sul viso di Keira e chiese a Josh di attendere per un istante fuori dalla porta. Gli consegnò una ricetta da portare a Beth, una delle infermiere dell'istituto che si occupava dei medicinali, per farsi dare il farmaco prescritto. Il ragazzo si alzò dalla sedia e lanciò uno sguardo incerto a sua sorella, come in attesa di un cenno di assenso. Keira, però, non lo guardò. Era così turbata e infastidita da quello che Josh aveva appena detto di lei, che non aveva nessuna voglia di guardare in faccia il suo gemello, perciò si limitò a fissare il muro davanti a sé, senza proferire parola, in attesa che Josh se ne andasse. Dopo qualche istante di silenzio, suo fratello sospirò e fece un passo indietro. Quando finalmente fu fuori dalla porta, la dottoressa fissò Keira, con uno sguardo comprensivo.

«Coraggio, Keira, dimmi ciò che ti passa per la testa. Le parole di tuo fratello ti hanno ferita profondamente, è chiaro. Ora voglio sapere cosa pensi tu.»

Non le andava di pararlare con la dottoressa, non voleva pensare a suo fratello o alle sue accuse, né esternare i propri sentimenti davanti a una sconosciuta. Temeva che, se si fosse lasciata andare, la diga che aveva costruito per trattenere le sue emozioni sarebbe crollata e non era pronta per questo. Continuò a fissare il muro con la gola secca e una gran voglia di scappare.

NightFall - Il PortaleWhere stories live. Discover now