13. BACIAMI - Parte 1

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«Juliet vuole sapere perché ieri si è dovuta infilare dietro al luridissimo divano della sala relax», dichiarò Amy il mattino successivo, al tavolo della colazione.

Keira e Josh, che stavano trangugiando il loro caffè non caffè con poco entusiasmo, sobbalzarono di fronte a quella richiesta.

«Ehm...»

«Amy, lascia in pace Keira», ordinò Lucas, sbucando dietro di lei.

Amy si voltò e gli rivolse un sorriso compiaciuto. «Oh ma mio lord io aspettavo proprio te per chiedere spiegazion», esclamò tutta contenta, «vero dolcezza?» chiese poi, rivolgendosi a Juliet. La ragazza, che sedeva in silenzio a qualche posto di distanza, si limitò a un cenno del capo che poteva voler dire "non me ne frega un tubo" o "sì hai ragione".

«Ho dormito bene nel tuo letto, tesoro», continuò Amy con sguardo languido, «peccato che non ci fossi tu a scaldarmi», lo provocò.

Keira sentì l'impulso irrefrenabile di saltarle alla gola, ma la mancanza di caffeina nel caffè non glielo rese possibile. Lucas si limitò a fare spallucce e Josh si schiarì la voce in modo molto rumoroso.

Amy appoggiò il mento sulla mano e fissò i gemelli con espressione arcigna. «Allora questa spiegazione?» insistette.

«Keira si era fatta male e aveva bisogno di disinfettante», spiegò Lucas sedendosi accanto a lei.

«Tutto qui? Che noia! Hai sentito Juliet? Ti sei sporcata la camicia per nulla!» sbuffò alzando gli occhi al cielo.

Keira si chiese come fosse possibile che Amy avesse così tanta energia di mattina senza farsi un'endovena di caffeina, forse aveva dei fornitori segreti.

«Cosa ti aspettavi?» le chiese Josh con tono pungente.

Amy gesticolò muovendo le braccia in aria. «Beh... ma che ne so! Qualcosa di epico!» rispose, «certo non una banale ferita... Aspetta! Se è così perché non sei andata tu in infermeria?» indagò, fissando Keira con i suoi grandi occhi castani.

Keira mandò giù l'ultimo sorso dello schifo-caffè che aveva preso e temporeggiò. Amy era troppo pressante, non sarebbe mai riuscita a mentirle in modo convincente e, con quello che le era successo la sera prima, quella mattina aveva ancora la testa in subbuglio.

«Perché magari le avrebbero rotto le palle pensando che si era fatta male da sola. Lo sai come funziona, Amy», la rimbeccò Lucas.

Amy sembrò momentaneamente soddisfatta della spiegazione e passò il resto della colazione a mangiare in silenzio. Keira invece non faceva che pensare alle orribili immagini che aveva visto nella sua testa la sera precedente. Per fortuna non si erano insinuate nei suoi sogni, quella notte, ma Keira aveva il terrore che si ripresentassero e, ancora di più, che rappresentassero qualcosa di reale.

Nel pomeriggio, cominciarono ad arrivare all'istituto i vari parenti dei ragazzi ricoverati e, in un batter d'occhio, il Sunrise si riempì di sconosciuti.

Keira stava osservando i pazienti e le loro famiglie attraverso la grande portafinestra del piano terra. La maggior parte di loro si trovava nel cortile esterno e si godeva il caldo abbraccio del sole estivo. Tra gli altri ragazzi, Keira notò Jeany, che abbracciava rigidamente una coppia di mezza età, probabilmente i suoi genitori.

Di fronte a tutte quelle famiglie, Keira, con una fitta al cuore, si concesse di pensare ai suoi genitori, a quanto le mancassero e a quanto avrebbe voluto avere qualcuno che andasse a trovare lei e Josh. Ma ormai erano soli al mondo, loro due, e Keira doveva farsene una ragione...

NightFall - Il PortaleWhere stories live. Discover now