24. RISVEGLIO - Parte 3

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Si sentiva strano.

Era come se portasse sulle spalle anni e anni di esistenza e di conoscenza. Ma era sempre lui, Lucas, lo stesso che aveva fatto l'amore con Keira poche ore prima e che si sentiva come se gli mancasse un pezzo di cuore.

Però era diverso. Più forte, più deciso, più... combattivo?

«Dobbiamo andare dai veneratori degli Asi. Non sono stati loro a prendere Keira», disse, senza sapere bene come facesse a essere sicuro di una cosa simile.

«Luc... ti senti bene?»

Amy lo fissava stralunata e anche le espressioni sul viso degli altri rivelavano lo stesso sconcerto.

«Non sono mai stato meglio. Dobbiamo andare. Adesso

«Non ci faranno mai uscire», gli ricordò Josh, «siamo pazienti di una clinica, hai presente?»

«Qualcuno li ha fatti entrare. C'è una talpa nell'istituto», dichiarò guardandosi intorno e annusando – annusando? – l'aria. Ma che cazzo gli prendeva?

In quel momento, la porta della stanza di Beth si spalancò. Sulla soglia c'erano dottor Kettner e una donna che Lucas non aveva mai visto. Chi diavolo era?

«Stacie?» sbottò Josh, fissando la donna, con occhi sgranati.

«Che ci fai qui?» domandò Beth.

Lucas spostò lo sguardo tra la donna e Beth e poi fissò Josh, con un sopracciglio inarcato.

«No, scusate... ma chi cacchio è quella?» Fu Amy, però, a dare voce ai suoi pensieri.

«Stacie fa parte del nostro culto», spiegò Darren.

Josh si voltò verso Darren e poi verso Stacie, confuso. «Stacie dei servizi sociali?»

Beth lanciò un'occhiata annoiata alla tizia di nome Stacie. «Servizi sociali? Sul serio?»

Lei fece spallucce.

«Li hai trascinati qui di proposito? Sapevi che qui c'era lui!» Darren indicò Lucas, paonazzo.

Stacie fece un sorriso compiaciuto. «Era quello il punto. Non so se lo ricordi, Darren, ma noi dobbiamo fermare la cosa.»

Josh era talmente rosso in viso che sembrava sul punto di esplodere.

«Quindi lei non è davvero dei servizi sociali? Ha portato qui Keira e Josh per fare in modo che Lucas uccidesse Keira?»

Lucas fissò Amy, era scioccata un po' come lo era lui. Era stato tutto architettato per fare in modo che lui e Kei si trovassero nello stesso posto allo stesso momento. Li avevano mossi come pedine e loro non se n'erano neanche accorti. A quanto pareva, nemmeno Beth e Darren se n'erano resi conto.

«Ora basta», intervenne Kettner dopo un lungo silenzio. «Niente di tutto ciò ha importanza, perché la profezia si sta per compiere.»

«Noi dobbiamo trovare Keira!» ringhiò Josh con le mani strette a pugno. Per una volta, lui e Lucas si trovavano sulla stessa lunghezza d'onda.

«Che significa? Dov'è il portale?» domandò Stacie, allarmata.

Il ringhio di Bianca fece sobbalzare tutti.

Lucas si voltò e notò che la cagnolina fissava il dottore con i denti scoperti e le orecchie appiattite.

Ma che...

«Cosa sta...» Stacie non fece in tempo a finire la frase.

Un colpo secco risuonò nella stanza quando Kettner le spezzò il collo senza alcuna difficoltà e poi guardò il suo corpo accasciarsi a terra.

«Cazzo!» esclamò Amy portandosi le mani alla bocca.

«Kettner!» Beth gli puntò il dito addosso, portando un braccio davanti al fratello. «T-tu sei... uno di loro...»

Lucas sentì una scossa di adrenalina corrergli giù per la schiena e, senza nemmeno accorgersene, fece un passo verso Kettner.

«Vuoi uccidermi guerriero di Odino?» il dottore lo fissò e scoppiò a ridere, «ormai è fatta. Il portale è pronto.»

«Hai fatto il doppio gioco, vile pezzo di...»

«Non essere volgare, Darren», lo ammonì Kettner. «Fate tacere quell'essere», aggiunse lanciando un'occhiataccia a Bianca, che continuava ad abbaiare e ringhiare.

Amy le si avvicinò per prenderla in braccio, ma il cane balzò indietro e si curvò su se stesso, guaendo.

«Bianca!» Amy strillò, nel panico. «Che le succede?».

«Non è possibile...» esalò Kettner.

Lucas non capiva a cosa si riferisse il dottore, almeno finché non vide Bianca crescere e crescere e crescere.

«Cazzo...» Josh era sbiancato.

Di fronte a loro si rialzò un gigantesco lupo dal manto nero e dal muso completamente bianco. Gli occhi erano diversi: uno scuro come la notte e l'altro giallo dorato, come il sole.

Immobilizzato, come gli altri, dallo shock, Lucas percepì una voce nella sua testa, una voce profonda e antica che pronunciava un nome.

«Fenrir...» sussurrò.

Bianca lo guardò per un istante e Lucas riuscì a leggere dentro la sua mente, in maniera del tutto inaspettata: vide la guerra, i morti, il cielo che si spegneva mentre gli astri morivano, divorati da creature mostruose e poi vide Keira, agonizzante e in preda agli spasmi, mentre una figura oscura e inquietante la attraversava, uscendole dal ventre.

«No!» gridò, per poi scattare verso Kettner e sbatterlo contro la parete, con una forza che non credeva di avere.

Di nuovo, sentì quella sorta di fuoco ghiacciato scorrergli nelle vene.

«Ti sei svegliato, eh», sogghignò Kettner. «Puoi anche uccidermi, ormai ho assolto il mio compito.»

Lucas lo strattonò di nuovo, facendogli picchiare la testa al muro con un suono sinistro.

«Dove sono?» ringhiò all'orecchio di Kettner, sotto lo sguardo allibito degli altri.

Il dottore accennò un sorriso. «Sono a Carvins Cove.»

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