✖ CAPITOLO 1: La Signora Prugna

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«Signora Martinelli!» sento alle mie spalle.

Alzo gli occhi al cielo.

"Quanto odio questa voce... quanto detesto 'sta donna... come mi dà fastidio essere chiamata 'signora'!" mi dico, con la bocca corrucciata.

E no... non come quelle amazing pose a culo di gallina durante i selfie di gruppo nelle seratone fashion con le mie amiche: è più simile alla classica espressione del sergente Hartman in 'Full Metal Jacket' quando incrocia Palla di Lardo.
Già: sono di ottimo umore. Come sempre, del resto.

Ho appena finito di sistemare gli ordini della settimana e le mie pupille sono attorcigliate come il filo del telefono di mio nonno: lui usa ancora quello fisso, bianco, della Telecom, quello della pubblicità 'una telefonata ti allunga la vita!".
Non ne vuole proprio sapere di farsi un iPhone.

Il mio portatile è stranamente lento tanto quanto il solito vecchietto malefico sulla Panda 4x4 che becco nel traffico per andare a lavoro.
Dovrò far sostituire il clacson della mia BMW per colpa di quel maledetto. Non so chi è, non so cosa vuole... ma prima o poi lo cercherò. E lo troverò.
Liam Neeson spostati proprio.

«Non mi chiami 'signora'...» bisbiglio seccamente, quando quella si piazza al mio fianco. Mi infastidisce come l'omino che vende le rose alla stazione.

«Ma sono la sua segretaria e lei è il mio capo...» mi risponde, con una vocina stridula e imbarazzata.

«Sì, ma ho 23 anni e potrei essere sua figlia, signora...» la interrompo, ponendo l'accento sulla nostra evidente differenza d'età. A mio vantaggio, ovvio.

La segretaria annuisce, mentre appoggia il mio cappuccino sulla scrivania della sala conferenza della casa editrice 'MARTINELLI'.
Non ero stata originale nella scelta del nome. Ma chi se ne frega, avevo impresso il mio DNA sulla mia creatura.
La mia meravigliosa azienda, la mia bambina.
Il regalo post laurea di babbo.

La riunione con i miei assistenti è finita da un pezzo, ma sono rimasta in sala meeting per sbrigare le piccole faccende burocratiche che nessuno ha mai voglia di affrontare.
Se non ci fossi io sarebbero tutti con le braghe calate, 'sti poveracci.

«Va bene, signorina Martinelli...» si corregge la segretaria.
«No! Mi chiami Direttrice. Direttrice Martinelli ringhio.
Le sorrido io, adesso. Ad essere un po' stronzette si ottiene sempre tutto. Anche sentirsi più onnipotenti.

«Va bene, Direttrice Martinelli...»
«Così va meglio, sta imparando!» sibilo.

La segretaria abbassa la testa, riprende fiato. «Il suo appuntamento...» sussurra «la sta aspettando nel suo ufficio.»

«Ah... di già?» inarco il sopracciglio, la guardo con ripugnanza.

Lei annuisce. Abbozza un sorriso.

"Ridi, ridi, che ti taglio lo stipendio!"

Chiudo il PC, mi sgranchisco la schiena. La mia emicrania è tornata più prepotente che mai. Forse sarà colpa di 'sta vecchia.

«E chi sarebbe questo?» sbadiglio.

«Come? Non lo sa?»

MA C'ERI E RESTIWhere stories live. Discover now