CAPITOLO 44: ... Ma Niente di Serio!

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L'aereo Ryanair atterra con i soliti ventordici minuti di ritardo, rimbalzando come una protesi mammaria sulla pista dell'aeroporto di Firenze.

Sì... esatto: l'aeroplanino Racchianair.
Proveniente da Lisbona, per giunta.

-Non ce la faccio... troppi ricordi!- stringo la mano di Stefano, prima di slacciare le cinture.

"Ironia del Destino... allucinante!" penso.

Il mio Principe mi sistema i capelli sciolti.
Ho dormito appiccicata al suo petto muscoloso per tutta la durata del viaggio. In effetti, solo ora me ne rendo conto, da quando ho messo piede a Las Vegas non mi sono mai riposata. Mai.
Fin dalla fuga di Malpensa alla notte da leoni appena trascorsa nella piscina privata del Caesars Palace.
Un tour de force degno del miglior Iron Man.
Una follia d'amore che nemmeno un romanzo di Oscar Wilde potrebbe narrare.

-Ma perché quando abbiamo fatto scalo in Portogallo, non sei voluta venire a fare un giro?! Avevamo tre ore di tempo!- il mio futuro marito ride.
-Ste...- lo guardo malissimo, mentre il resto dei passeggeri si presta al classico applauso post atterraggio -mi hai chiesto di andare fino al Bairro Alto! Il Bronx lisbonese!-
-Ma ci siamo già stati!- si giustifica -ed è stata una splendida serata...- mi fa l'occhiolino.

-Forse ti sei dimenticato cosa mi hai combinato, Campione dei Campioni?- corrugo le labbra come la signora Rottenmeier quando si incazza con Heidi.
Baroni alza le spalle, facendo finta di niente.

-Intendi... quando ti ho sculacciata? O quando ti ho rovesciato l'acqua addosso davanti a centinaia di persone? Oppure quando ho ruttato? O...-

Trattengo una risata.

-... già!- lo anticipo -quando mi hai sradicato i tacchi delle Louboutin di swarovski...-

Stefano sorride, arrorrisce un po'.
-Se vuoi, amore mio, te ne compro un paio nuovo...-
-Ah, sì?- incrocio le braccia -ma non mi avevi detto che, in realtà, hai goduto da matti a trasformare quelle décolleté da favola in due babbuine scintillanti?-

Abbassa lo sguardo. Poi, il Principe, sorride ancora.

-Assolutamente sì...- sussurra -mi stavano altamente sui coglioni!- ammette.
-Che rimanga fra di noi...- bisbiglio al suo orecchio, prima di sferrargli un bacio sulle labbra -non ci sapevo camminare... mi sarei sicuramente spaccata la testa... quindi, tecnicamente, mi hai salvato la vita anche tu... grazie, bifolco!-

Il mio amore mi prende sottobraccio, mentre percorriamo il corridoio del Boeing più tamarro della storia.
Alessia e Nicola sono dietro di noi, si sbaciucchiano come adolescenti alla prima cotta; Cesare no, è già appiccicato allo sportello, gridando come un assatanato il nome di Ludovica.

E sì, si è messo in testa le mutandine griffate Victoria's Secret della Cipriani nazionale.

Scendiamo i gradini della scaletta, il venticello fresco della serata toscana mi inebria.

"Firenze... sono tornata. Anzi... ti presento la nuova Isabella..." mi dico, stringendo il mio Leone Italiano.

Raggiungiamo con la navetta l'uscita est, ho il cuore a mille.
Ogni passante che incrociamo fissa Stefano con gli occhi a cuoricino e la bocca semiaperta per lo stupore.

Penso che mi dovrò abituare a queste occhiate.
A dire il vero, il mio futuro marito è diventato una celebrità mondiale dopo il match contro O'Condom.
Sia a Las Vegas che allo scalo al JFK di New York, ad attenderci, c'erano eserciti di fotografi e fans impazziti.
E durante la nostra settimana in Nevada, gli sponsor si sono sbizzarriti per accaparrarsi il volto di Stefano per le campagne pubblicitarie.

MA C'ERI E RESTIWhere stories live. Discover now