CAPITOLO 32: Nessuno Può Mettere Baby in un Angolo!

12.1K 660 113
                                    

-Allora... ti piace, eh?...-

Stefano mi scruta dall'alto, in attesa. Ma lo noto, quel suo sorrisino furbetto: quello da 'oh, lo so che ti piace da morire... ti vedo, come godi...'
Alzo gli occhi, mentre assaporo la sua crema.
-Mmmmm...- non mi trattengo. Sì, sto godendo da morire.
Livello che l'Estasi di Santa Teresa del Bernini può accompagnare solo.
È deliziosa... non l'ho mai assaggiata così. Così buona, così dolce, così densa... ne berrei litri e litri.

-Bevi, bevi tutto...- e mi accarezza i capelli -sei così bella quando ti lecchi quella roba!-
-Ahhhh!- emetto un sospiro di soddisfazione, quando l'ultima goccia scivola dentro la mia gola.
-Ma non sono ancora sazia...- sussurro, leccandomi le labbra -ne voglio ancora...-
Stefano raccoglie i residui della crema dalla mia bocca, col pollice; poi, lentamente, se lo pulisce con la lingua.
-Sai...- si morde il labbro -è proprio buono! Dovrei berlo anch'io. Non lo prendo mai!-

-Eh certo, sicuramente è meglio di quelle 10 uova che ti sei bevuto! Ma dico, come cacchio fai?!-
-La dieta, Bella, la botta di proteine... io sono un atleta!- ride.
-Non parlarmi di 'botta'...- lo guardo da zoccolau.
-Non ti è bastato?...-
-Come per il cappuccino... uguale: sono insaziabile!-

Appoggio la tazza vuota di porcellana sul bancone del Bar Mario.
In assoluto, la miglior schiuma di latte della storia.

"Forse dovrei chiedere alla Prugna di venire a prenderlo qua anziché al Delizia o al Caffè Imperiale!"

Usciamo dal bar, Stefano saluta tutti i vecchietti già in tenuta antisommossa per il torneo di briscola.

Mi prende per mano mentre, a piedi, percorriamo le stradine interne del quartiere popolare viareggino, dirigendoci verso la palestra.
Un sole spettacolare ci riscalda, annunciandoci che l'estate, quest'anno, sarà rovente; e che ha deciso di anticipare il suo splendore.

-Sei sicura di voler rimanere?- mi chiede, accarezzandomi la spalla.
-Sì...- mi sorride.

Felice, come me.

-E il lavoro?-
-Oh, io sono sempre a lavorare, Stefano...- un venticello che sa di lui mi inebria -ogni tanto vorrei ricordarmi di vivere i miei quasi 24 anni!-
-Sì, e lo stai facendo meravigliosamente bene! Ma io non voglio metterti i bastoni tra le ruote per quello che fai...-
-Tranquillo! Ho nominato la mia segretaria Luogotenente! È una sorta di ministro plenipotenziario!-
-Mamma mia, ma che è?! L'esercito?!-
-Una roba simile, sì!-
-Direttrice Martinelli, lei mi spaventa. È un piccolo dittatore?!-
-Un Napoleone Bonaparte... nana fuori ma grande dentro!-

Ride. Mi fa impazzire.

Se ripenso alla notte appena trascorsa lo attaccherei al muro di questo palazzo, per ricominciare da capo.
L'ho detto, non ne ho mai abbastanza. Lui non mi basta mai.

Ha il viso rilassato, esattamente come me.

Mi sono fatta un ciuffo in testa, di quelli che testimoniano inequivocabilmente una sessione di allenamento moooolto più piacevole di flessioni e pesi.
Ma basterebbe guardarmi in faccia: zero trucco, deliziose borse sotto gli occhi, un sorrisino beato da beota che proprio non se ne va.

Il classico volto post AbbiamoFattoAllAmoreFinoAlloSfinimento.

Stefano mi ha prestato una vecchia maglia di Alessia, i miei vestiti sono ancora nella mia BMW M3, parcheggiata davanti all'Olimpia.
Ma, mi dico... quella polo un po' sbiadita che mi avvolge è l'indumento più bello che io abbia mai indossato.
Come quei piccoli, pulsanti, paradisiaci doloretti muscolari che punzecchiano il mio corpicino felice.
Come i segni delle mie unghie sulla sua pelle che, fortunamente, si mescola con l'inchiostro dei suoi tatuaggi.

MA C'ERI E RESTIWhere stories live. Discover now