✖ CAPITOLO 14: Meu Amor

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Lisbona, Mon Amour.
Anzi, lo dico in portoghese: Meu Amor.

La capitale del Portogallo è una splendida San Francisco in miniatura, con i suoi saliscendi pittoreschi e i tram che scorrono in verticale ma, al contrario della metropoli californiana, qua a Lisboa si respira la storia, la forza dell'arte, la gentilezza di chi la popola, la magnificenza di una delle città più belle d'Europa.
Me ne sono subito accorta, dopo aver poggiato le mie Jimmy Choo nell'estremo occidente della penisola iberica.

-Wow... splendida, magnifica, maravilhosa!- rimango senza fiato, dinnanzi alla bellezza che mi circonda, illuminata da un sole esplosivo.

Il driver, dopo averci accompagnato al lussuoso Fenix Hotel in piazza Marquês de Pombal, per permetterci di disinfettarci dal pessimo volo Racchianair ed indossare il primo outfit lisbonese, ci ha condotto immediatamente alla scoperta di questa amazing perla sul fiume Tago, a due passi dall'immenso Oceano Atlantico.

-È veramente figa questa città, ha un mix di Praga, Parigi e Madrid! Come mai non ci siamo mai venute prima?- Ludo comincia già a spararsi selfie a raffica, con il perfetto eyeliner che le disegna gli occhi da cerbiatta.
-Mah, forse perché in realtà preferisci bettole puzzolenti in mezzo alla campagna dell'alta Toscana...- la zittisco.

"Cioè... la Cipriani ha una liaison con uno che si fa chiamare Sfregiato! Uno che pensa che le Louboutin siano medicinali per contrastare i dolori mestruali! Non ci credo!"

Ma non voglio rodermi il fegato per quelle che, come direbbe Jean Paul Delacroix, sono solo patetiche quisquilie: voglio rilassarmi, andare al concerto della Swift e poi consegnare la busta d'oro alla divina Laïla Bès... dimostrarle di valere, di poter essere la sua slave for life.
Sono ansiosa come una Nina Moric che riguarda le sue foto pre ritocchini.
Questo, voglio solo questo: restare tranquilla, ho bisogno di calma. Né più né meno.

Non permetterò a nessuno di rovinarmi i piani... di offuscare, con qualsiasi mezzo, l'attesa del momento di gloria più soddisfacente della mia esistenza.
Nemmeno la raccapricciante immagine dell'Homo Erectus Sfregiatus che se la spassa con la Ludo potrà dissuadermi dai miei tre giorni di totale lusso e tranquillità.

Devo pensare alla divina Laïla.
A questa botta di culo favolosa.
Alla mia carriera da Giunone onnipotente dell'editoria mondiale.
Io... MegaSuperExtraDirettrice Isabella Martinelli.

"The Queen of Queens... che la Regina Elisabetta può solo accompagnare!"

Decidiamo, da turiste amanti dell'arte, di visitare il sublime Castelo Sao Jorge, grandiosa fortezza sui colli della città.
Ed è in quel momento che mi rendo conto del primo difettuccio della maravilhosa Lisbona: le stradine ripide come l'Everest.
Cunicoli stretti e verticali, tempestati di infami sampietrini, sui quali o ci lasci il tacco o direttamente il menisco.

Ma non ci facciamo di certo intimorire da questa peculiarità Made in Portugal: noi siamo addestrate a camminare su tacchi 12.
Più esperte dei cecchini dei Marines o dei trapezisti del circo di Moira Orfei.
Ho imparato a calcare la passerella sulle décolleté Jimmy Choo prima di camminare; anzi, forse le indossavo già quando ero ancora divisa a metà, tra un ovulo e uno spermatozoo.

-Wow...- sussurro.
La vista da quassù è spettacolare: tutta la città è ai nostri piedi.
Il vento secco proveniente dall'Oceano mi accarezza i miei lunghi capelli scuri. Mi lascio cullare dalla brezza, mentre cerco di individuare il punto X della mia mission impossible.

MA C'ERI E RESTIWhere stories live. Discover now