✖ CAPITOLO 10: Grace Kel...lyHaiDueSpicci?!

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-Maledette... la mia vendetta sarà lenta e crudele... e quando meno se lo aspetteranno, la mia ira divamperà su di loro!-
-Qualcosa che non va, signorina?!-

Il taxista mi guarda con gli occhietti spaventati dallo specchietto retrovisore.
Forse non si aspettava, da una ragazza superchic come me, una invettiva in stile Samuel L. Jackson in Pulp Fiction.
Quella di Ezechiele 25:17.

-Lasci stare! Continui a guidare, la pregherei di non badare a me, grazie!!!- mi giro dall'altra parte, fissando il panorama che scorre lentamente fuori dal finestrino. Sono una bomba pronta ad esplodere.
-Ah, va bene...- il tizio scuote la testa, mi prende per pazza.
E, forse, gli posso pure dare ragione.
Perché non sono pazza, sono messa peggio: esaurita come una fagiana in primavera.

Gli stabilimenti balneari della Versilia, sul viale lungo la spiaggia, si stanno rincorrendo a velocità di lumaca zoppa.
E le lumache non hanno zampe.

-Scusi, cocchiere, non possiamo andare più veloce?! Devo tornare al Forte dei Marmi alle 12 in punto! Mi aspetterà il mio personal driver, voglio essere a Firenze per pranzo!-
-Come dice?! Che l'è il 'draivel'?!- quanta poraccitudine, mi dico.
-L'autista!!!- strillo.
-Ah... vabbé, signorina, sono solo le 8 del mattino. Mezzogiorno è ancora lontano...-
-No! Voglio togliermi questo dente marcio immediatamente! Per cui, appesantisca il suo piedino sull'acceleratore, voglio sbrigare questa scocciatura nel più breve tempo possibile!-
-Signorina, sto rispettando i limiti...-
-Beh, io i limiti della mia pazienza li ho già superati abbondantemente, per cui... lo faccia anche lei!!!-

Il vecchietto scuote di nuovo la testa.
Borbotta qualcosa, faccio finta di niente: mi serve il taxi, non posso rischiare di farmi sbattere fuori a calci.

Sbuffo, continuando a guardare l'orizzonte; ma sono troppo, troppo, indiavolata.

"Quelle arpie delle mie amiche..." stringo i denti.

Sono più arrabbiata con loro che con me stessa, per non essermi accorta che il gancetto del mio bracciale Tiffany stava mollando la presa, dentro la macchina del bifolco.
Sì, sono più inferocita con loro che con Stefano Baroni.
Il che è tutto un dire.

"Mi hanno di nuovo abbandonata a me stessa... stronzette di buon gusto, la pagheranno cara, pagheranno tutto!!!" non mi do pace.

E come potrebbe essere altrimenti?
Sono in uno stato pietoso.
Non ho dormito, sono uno straccio: se fossi esposta al mercato del pesce, mi scambierebbero per un trota fatta a pezzi.
O per un fogliaccio de La Gazzetta dello Sport, quello che si usa per incartare i tonni.
La mia pelle sembra sbranata da MiucciaPrada, il mio rottweiler; i miei capelli puzzano ancora di quel nauseante Eau de Bifolc che infettava la Tana dei Cani, nella notte appena fortunatamente conclusa.
Ho due borse nere sotto gli occhi che sembro il panda del WWF; le ho accuratamente nascoste sotto i miei occhiali griffati Bulgari.
E me la devo cavare da sola, ancora una volta: le mie tre compagne di disavventura stanno dormendo, nel mio villone, noncuranti della mia agonia ancora in atto.

"Se ne sbattono di me e della mia sfiga!"

Ho cercato di convincerle ad alzarsi, per accompagnarmi al Porto di Viareggio: ma niente, nemmeno con una sirena da allarme nucleare si sarebbero degnate di alzare i loro culi sodi e venire con me.

"E la Cipriani sarà quella che assaggerà tutta la mia furia! Voglio sostituirle il balsamo di Pino svedese con la crema depilatoria della Veet!!!"

MA C'ERI E RESTIWhere stories live. Discover now