✖ CAPITOLO 5: Il Congiuntivo Furioso

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-Cosa?!?-
Non ci posso credere.
Eleonora annuisce, forse pensa che debba mettermi un amplifon. Anche lei.
Spalanco le palpebre, sono completamente scioccata.

-Sì, Bella! Facciamo cosi!- ripete la Raspelli -tu e Ludovica andate a cercare aiuto, io e Rebecca resteremo qui, chiuse in macchina. Mica posso lasciare il SUV incustodito!-

Sono senza parole. Guardo la Cipriani, supplicandola di ribellarsi: ma la Ludo sembra tranquilla.
Apro la bocca, con la voglia di gridare.

"Non è possibile... sono pazze! Pazze!!!"

-Dai, Bella, ha ragione! È l'unica soluzione!- e Ludovica conferma pure -o ci muoviamo o resteremo qui fino a domani mattina! Guardatevi attorno: non ci sono case, non ci sono auto... niente!-

"Sta scherzando!!!"

Siamo in mezzo al nulla, sporche di popò, a malapena riesco a vedere a un paio di metri da me... e mi stanno veramente chiedendo di andare via, a piedi, senza una meta precisa.
Abbozzo una risata diabolica, forse il freddo ha congelato pure la loro sanità mentale.

-Allora mi offro io a restare in auto, Ludo!- mostro i denti -se proprio desideri passeggiare in una strada dimenticata dal civiltà sin dai tempi degli etruschi, col rischio di incontrare maniaci o serial killer, accomodati!- incrocio le braccia. Non mi schioderò da quel Q7 per nessuna ragione al mondo.
A costo di impalare i tronchetti di Paciotti nel letame.

Ludovica sbuffa; posso scommettere che stia alzando gli occhi al cielo. Fa sempre così quando vuole ottenere ciò che desidera.
Come la Porsche per Natale.

-La macchina è mia e la controllo io!- sentenzia Ele, sfidando la mia pazienza.
-Allora rimango con te in auto, Rebecca mi dà il cambio!- aggiungo, stringendo i pugnetti atrofizzati.

La Lanzillotta, però, non sembra d'accordo.
-No, ci sto io con Eleonora, ho le mie cose!- borbotta stizzita.
-Ma non ti faceva male il pancino per venire in discoteca?!- la incalzo.
-Ho preso un Oki!- annuncia, mostrando la bustina del medicinale.

"Si sono alleate contro di me... come Bruto che accoltella Cesare!"

Sto per controbattere per l'ennesima volta, devo far valere i miei diritti umani, quando la Cipriani sferra la stoccata vincente.
-Allora, Isabella: se vieni con me a cercare qualcuno, a trovare un telefono... io ti regalo le mie Louboutin introvabili, quelle edizione super limitata... quelle che non hai fatto in tempo a comprare...- mi sussurra Ludo, cinica come Equitalia.

Mi blocco. Smetto di respirare.
Sento improvvisamente caldo...

"Cosa ho appena sentito?!"

Quelle Louboutin. Quelle!
Le scarpe più belle e desiderate del mondo, quelle tempestate di cristalli Swarovski che mi sfuggirono nella boutique sugli Champs-Elysées per colpa di una infame nipponica.

Lo ricordo bene, quel momento.
Eravamo a Parigi, Ludo riuscì a comprarle... ed io, io tardai a varcare il ciglio della boutique.
Ed una turista giapponese, maledetta Pikachu odiosa, me le sfilò da sotto il naso.
I miei occhi si trasformano in cuoricini luccicanti con tacco 12.

-Accetto!!!- esclamo, noncurante del pericolo.
Di colpo, non ho più paura. Vedo solo una cascata di brillanti che manco le rose in 'American Beauty'.
Ne vale la pena. Avrei potuto uccidere per quelle scarpe.
Ludovica Cipriani diventerà la più grande avvocatessa che 'GiuliaBongiornoMaChiSei'?!

-OK... quindi, Direttrice Martinelli... andiamo! La ricerca ha inizio!- strilla, eccitata come una foca (poco) monaca davanti ad un pesciolone.

La mia amica carissima mi prende sottobraccio, mentre ci incamminiamo nel nulla assoluto.
Sento alle mie spalle Eleonora e Rebecca che sbattono le portiere del SUV, chiudendosi dentro.

MA C'ERI E RESTIWhere stories live. Discover now