CAPITOLO 47: Il Più Grande Errore della Mia Vita

10.5K 727 105
                                    

-Tu non sei mia madre...-

Faccio un passo indietro, continuando a fissare quella donna.

"Sto impazzendo... o è un incubo... non può accadermi questo... non può essere vero..."

Il salone di villa Martinelli cade nuovamente in un silenzio spettrale, inquietante. Mi stordisce.
Tremo, a malapena riesco a deglutire.
Non ho più saliva.

Michela Prunial mi guarda, con le lacrime agli occhi, e trattiene il respiro.

"Non può essere... io non sono qui... è solo un sogno..."

Scorgo le mani della segretaria: sono devastate dai brividi e, solo ora me ne rendo conto, al suo collo brilla il collier di diamanti rosa... quello che avrei dovuto portare ad Hong Kong, il 28 Maggio.
Quello che avrei dovuto consegnare alla più grande scrittrice del mondo.

"Dice di essere mia madre... dice di essere Laïla Bès... Laïla Bès è l'anagramma del mio nome..."

Mi sento male. La testa torna a sbattere chiodi arrugginiti dentro il mio cranio.
Come aghi sottili che si infilzano lì, nella mia mente: senza lasciarmi il tempo di realizzare, di pensare, di trovare qualsiasi spiegazione razionale al dolore, alla follia, alla sofferenza mostruosa che avverto in questo momento.

"Mia madre è morta... è morta..." ripeto dentro di me, incessantemente.

-Sono la tua mamma, Isabella..- sussurra quella donna, senza staccare gli occhi dai miei -solo che... non te lo ricordi perché ti ho fatto troppo male... e me ne pento, amore mio, se solo potessi tornare indietro...-

-SMETTILA!- grido, punto il dito contro di lei -BASTA! MI STATE UCCIDENDO COSÌ!-

Non riesco più a parlare. Un conato di vomito prende a schiaffi il mio palato.
Non entra più aria nella mia gola.

-MIA MADRE È MORTA! M.O.R.T.A!- mi metto le mani sulle orecchie, come se non volessi sentire più bugie.
Come se non volessi nemmeno udire la frase che ho appena pronunciato.

"È morta... è morta..." mi voglio ficcare quelle parole in testa.

-Siete... siete perfidi...- sussurro, sfinita -vi state prendendo gioco di me... da vili, sadici... nominando la mia mamma...-

Scuoto i capelli, come se volessi togliermi dal cervello tutto l'inferno.
Voglio solo resettare la mente, prosciugarla, svuotarla.

"Non può essere vero... è impossibile..."

Mi volto, cercando l'unico volto amico. L'unico che, nel tornado bestiale che mi divora, rimane il solo punto fermo in una girandola impazzita.

Mio padre, accanto alla Prunial, fa un passo avanti, verso di me. Ha percepito la mia supplica.
Sono come un marinaio, solo, nell'occhio del ciclone, al centro del mare in tempesta.
E prego papà di diventare il mio faro... la mia stella polare.

"Aiutami, papà... mi sento affogare..." non ho forze.

E Rinaldo Martinelli apre la bocca.

E di tutte le cose che avrebbe potuto dirmi, mi fa una domanda che, lo giuro, non avrei mai immaginato di sentire.

-Isabella...- mio padre trattiene il fiato -... come è morta la mamma?-

Mi blocco.

"Eh?..."

-Co... cosa?...- boccheggio -babbo, ma... aiutami... mandali via, portami via...-
-No, Bella!- mio padre mi fissa come se vedesse per la prima volta -rispondi: come è morta la mamma?...- ripete.

MA C'ERI E RESTIWhere stories live. Discover now