The entrance to hell

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Jungkook POV

Primo giorno in caserma, primo giorno da militare.

Ho un ansia assurda e se non fosse che voglio diventare un idol, col cazzo che avrei acconsentito di mia spontanea volontà di venire quì. Immagino di già come potrà presentarsi. Classico da film, immagino.

Il mio nome è Jeon Jungkook e vengo da Busan, Corea del Sud. Purtroppo qui il servizio militare è obbligatorio e visto che ho intenzione di diventare un idol è meglio che mi sbrighi a farlo.

Come si dice?
Via il dente, via il male?

La mia famiglia è stata molto orgogliosa della mia decisione dopo aver finito il liceo e sperano, lo so, che quando finirò quest'anno continui questa strada. Qui in corea si pensa solo al bene della patria e a schiattare in campo. Non è la mia strada.
Rido da solo, è tutto falso.

Ma il mio sogno è cantare, stupire e rendere felici le persone con la mia voce, non passare la mia vita in un posto come questo. Lo odio di già.

Ovviamente sono tutti più grandi e so che sarà un macello stare qui dentro. Il manager mi da le ultime spiegazioni e poi se ne va, lasciandomi lì immobile a fissare lo scenario.

La stanza è davvero buia, ci sono delle piccole finestre in alto, suasoi al soffito. C'è un odore sgradevole, quasi di muffa. Ciò che mi aspettavo, dunque una reggia, no?

Indosso già l'uniforme e con me, dentro lo zaino, ho pochi effetti personali che penso nasconderó in qualche posto nascosto.

Raggiungo la stanza dove alloggeró per i prossimi schifosi 365 giorni. Ci sono già un po' di persone intente a sistemarsi nei loro posti. Man mano che cammino per trovare una branda libera mi sento osservato.

Sento commenti scomodi e ironia a palate.

Sarà dura, mi sento già intimidito.

Trovo una branda libera e mi sistemo per come meglio posso. "Hey novellino" sento chiamarmi. Mi giro e vedo un tizio alto e muscoloso che sta soggignando mentre mi guarda. Non devo fare vedere che ho paura, mi impongo.

"Che c'è?" Chiedo alzando un sopraciglio. "I mocciosi come te non dovrebbero stare ancora a scuola?" Chiede facendo ridere gran parte della gente. Stringo i denti.

"Credo proprio che non siano affari tuoi" sibilo.

Ride di gusto. "Attento a te, non ti mettere contro la persona sbagliata al primo giorno.
Potrei renderti un inferno tutto l'anno" se la ride camminando lentamente verso di me.
Non è molto più alto di me ma mette una gran paura.
"Scommetto che vuoi diventare un idol, per questo sei qui" soggigna "insomma un ragazzo così carino e così piccolo non decide di andarsi a suicidare così a caso."

Sento gli sguardi delle persone addosso, ma riservo uno sguardo tagliente a questo tizio.

"Senti non voglio problemi, conviviamo civilmente" dico cercando di tenere un tono neutro. "Jeon Jungkook" mi presento. Il tizio davanti a me emette una piccola risata. "Lee Shou" si presenta.

"Non bastano le parole qua pivellino. Quì il rispetto te lo devi guadagnare e non sai in che cosa ti sei imbattuto scegliendo di venire qua". Il suo tono non mi piace, è un avvertimento.

Poco dopo ci avvertono che possiamo andare a pranzare. Entrato in mensa faccio la fila per prendere il cibo che, per chiamarlo così, ci vuole un bel coraggio, e mi siedo in un tavolo libero.

Mi sento osservato e tengo lo sguardo fisso sul mio vassoio. Sono come un bersaglio, un nuovo giochino.

Sospiro e mi impongo di mangiare qualcosa per non rimanere senza energie. Questo posto puzza di morte, ma fortunatamente è pulito.

Military||Taekook Where stories live. Discover now