Night and words

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Taehyung Pov

Ormai ho perso il conto di quanti giorni sono stato lontano dalla mia casa, dai miei amici e da Jungkook. Sembra un'eternità. Giorno dopo giorno sta diventando quasi monotono. Ho perso il conto di quante persone io abbia ucciso, ho perso il conto di quante famiglia abbiamo distrutto e ho perso il conto di quanti compagni io abbia visto morire. E la cosa più brutta di tutto questo è che è normale. Questa vita è questo ciò che riserva. La morte.

Io invece sto lottando con tutto me stesso per non farmi fare fuori. Per tornare in Corea e poter riabbracciare tutti quelli a cui tengo. Perchè, signori e signore, Kim Taehyung si è reso conto di quanto certe persone possano mancargli e, sì, ci sto male, davvero tanto.

In questo istante siamo in un posto sperduto nel nulla, deserto. L'unica compagnia che abbiamo sono gli animali che passano di rado da queste parti. Dovrebbe anche essere rassicurante essere qui, da soli, ma il fatto divertente è che questo posto è più pericoloso di tutti gli altri. Non ci sono coperture, il campo è al centro di una fottuta pianura e, a qualsiasi attacco, dobbiamo rispondere direttamente, cercando di pararci il culo a vicenda, senza ripari.

Vorrei far sapere a Jungkook che sto bene, vorrei ricordargli ancora e ancora quanto io lo ami e quanto io stia bramando un suo abbraccio, ma in questo posto di merda ci hanno vietato di scrivere, quindi, fino alla fine di questo incubo non potrò più parlargli e fargli sapere nulla. Spero solo che non si abbatta e che continui a lottare proprio come sto facendo io.

Il mio ragazzo è forte, sono sicuro che lo farà.

È notte fonda e, come al solito, sono seduto davanti all'entrata della tenda principale a far da vedetta. Il cielo è limpido, le stelle riempiono ogni spazio, illuminando quella distesa scura. Il silenzio è straziante, quanto piacevole.

Stare seduti qui, tutta la notte, tenendosi stretta l'arma al petto, sperando che un altro attacco non ricominci, ti sfinisce.

Il mio sguardo cade sempre verso l'alto, le stelle, ricordandomi la stella più luminosa che io abbia mai visto. Il mio Jungkook. Chissà come se la sta passando senza di me. Spero stia andando tutto bene e che quelle merde non lo stiano torturando.

"Taehyung sembri un deficiente" mi giro di scatto, trovando Mark, un ragazzo poco più grande di me, che è stato spedito qui con noi due settimane fa. "Stavi sorridendo come un ebete al cielo" alza un sopracciglio, guardandomi negli occhi. Mi esce una piccola risata, poi scuoto la testa, guardando verso il basso. "Sì, ultimamente mi succede spesso" ammetto, annuendo leggermente. "Ah l'amore, mh?" E sposto lo sguardo nel suo. "Fa schifo stare così distante da lui" sbuffo, tornando a guardare la grande distesa di sabbia che ci si estende davanti agli occhi. "Lo so" sbuffa anche lui. "La mia ragazza è a casa, da sola" lo guardo, ascoltando tutto ciò che ha da dirmi. "Ed è pure incinta." Mi mordo il labbro inferiore abbassando lo sguardo.

Certo che fa proprio schifo fare il militare. Però, per me, n'è valsa la pena, se avessi abbandonato prima, non avrei mai conosciuto Jungkook, non sarei mai cambiato così tanto e non avrei mai pensato di provare certe cose. È 50 e 50 per me, no?

"Mi perderò il parto" si morde il labbro, appoggiando l'arma al suo fianco. "E non vedrò mio figlio per un bel po', certo che fa proprio schifo questa situazione, no?" e io annuisco, annuisco senza pensarci, perché in fin dei conti è la verità.

Chi per una cosa, chi per l'altra, la tristezza regna sovrana su tutti. La malinconia riempie tutti gli sguardi, dai più giovani ai più anziani. La guerra fa schifo e questo ne è la prova.

[...]

Il più lentamente possibile, la notte passa e, io, ringrazio il Signore che non sia successo nulla e che, per ora, siamo ancora tutti vivi e illesi.

"Taehyung, Mark e Mingyu" ci richiama il capo, facendoci segno di avvicinarci a lui e, sotto lo sguardo di tutti, eseguiamo. "Voi tre, oggi, andrete da soli a perlustrare la zona. Siete i migliori qui, conto su di voi." annuiamo tutti assieme e credo che, gli altri, come me, stiano avendo il magone allo stomaco. Perchè? Perchè arriveremo al fronte nemico. Da soli.

"Vedete di non morire" e se ne va, lasciandoci come tre coglioni lì, a guardarlo, increduli.

Beh, cos'altro possiamo fare, se non andare? Così, ci prepariamo all'istante, caricando le armi, prendendo le munizioni e sistemandoci le divise mimetiche. È ora, di nuovo, di cacciare i coglioni e diventare gli uomini che siamo diventati.

[...]

Due ore, due ore di camminata e ancora niente. Tutto tace, il silenzio regna sovrano. Gli occhi di tutti e tre, fissi sull'orizzonte. Nessuno prova a parlare, nessuno fiata.

La paura si fa sentire, l'adrenalina la combatte, mettendola a tacere. Scosse elettriche lungo tutto il corpo ad ogni minimo rumore, fruscio o qualsiasi cosa possa far pensare al nemico. Sempre sull'attenti, sempre in riga senza sbagliare.

Il silenzio continua ad inondarci, fino a quando uno sparo sordo, dalla distanza, ci fa scattare le mani sulle armi, in posizione. Stesi a terra, ad osservare ogni minimo centimetro che ci si espone davanti. Nessuno, non c'è nessuno.

Un altro.

E nessuno ancora, all'orizzonte.

Poi capisco.

"Ci siamo. Siamo nel fronte nemico, cazzo" biascico a denti stretti, facendomi a malapena capire dagli altri due. "Siamo nella merda" Mark mi guarda, inspirando una grande quantità d'aria, mentre Mingyu tiene lo sguardo fisso all'orizzonte, dove ancora non si vede nulla e nessuno. Cosa alquanto strana.

"Dove cazzo sono?" continuo ad osservare con sguardo vigile qualsiasi cosa mi si espone davanti, ma niente. E così passano una manciata di minuti fino a quando non comincio ad intravedere una figura alla nostra destra, che si muove a terra. Gli altri sembrano non accorgersene, così prendo la mira, le mani ormai esperte si posizionano alla perfezione sull'arma e, con un singolo colpo, una piccola pressione sul grilletto, la figura a terra smette di muoversi. I due si girano verso di me, con gli occhi sgranati.

E l'ho fatto di nuovo. Un altro uomo alla lista.

"È ora di tornare indietro o qua, metto la mano sul fuoco, ci moriamo tutti e tre" dico serio, con voce gelida, mentre mi alzo lentamente. Gli altri mi imitano e ci incamminiamo attentamente verso il nostro accampamento, per fornire tutto ciò che abbiamo trovato e visto agli altri e al capo.

Abbiamo il fronte nemico, ora c'è solo da pianificare la prossima mossa.

Military||Taekook Where stories live. Discover now