Capitolo Due - Muoio dalla voglia di baciarti

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12_Maggio_ 2011
Sofia Pov

Oggi avevo un colloquio presso uno degli studi più prestigiosi della città. L' avvocato Guido Bonelli era un principe del foro e alla sua prematura e repentina morte, a capo dello studio, gli era succeduto il suo unico erede, suo figlio Edoardo.

Arrivai al terzo piano di un palazzo antico in centro e mi accolse la segretaria che mi fece accomodare in sala riunioni insieme ad una decina di persone.

L'avvocato entrò, disse buongiorno e senza nemmeno guardarci in faccia, distribuì dei fogli con delle domande a cui rispondere. Dopo di che, attaccò un discorso su un caso ipotetico e il suo modo di affrontarlo.

"Credo, avvocato Bonelli, che non sia propriamente corretto..."

Dissi, quando chiese se eravamo d'accordo. Fu in quel momento che mi guardò negli occhi. Aveva gli occhi blu, non azzurri, davvero blu, non ne avevo mai visti così in vita mia e stonavano o semplicemente sposavano perfettamente, i suoi capelli scuri, ben pettinati.

Cazzo! Erano ipnotiche quelle gemme blu! Ritornai in me e mi presentai, poi esposi la mia tesi. Lui non obiettò anzi non disse nulla e ci congedò.

Che grandissimo maleducato, strafottente e presuntuoso!!!

Quando scesi di lì mi fermai per un caffè, era una bella giornata e mi sedetti a godere i raggi caldi del sole di maggio. Passò una mezz'oretta e ricevetti una chiamata dalla segretaria dello studio, perchè l'avvocato Bonelli voleva vedermi prima possibile nel suo ufficio.

Quando entrai sentii il suo sguardo addosso e mi mise i brividi. Feci finta di nulla e lo guardai anch'io. Doveva essere di poco più grande di me, ma aveva avuto la strada spianata e si leggeva dal suo volto e dalla sua postura che era abituato ad avere tutto. Elegantissimo ed impeccabile in un vestito blu, era piuttosto alto e aveva grandi spalle.

"Prego si accomodi, avvocato!"mi disse garbato. Ma quando esclamò che ero la prescelta e che potevo lavorare con lui, con l'aria di chi ti stava facendo un favore, il sangue mi arrivò al cervello e non riuscii a trattenermi:

"Tutto qui?"

Lo vidi irrigidirsi e spalancare gli occhi, di certo si aspettava un semplice sì. Poi quando gli chiesi degli orari e del compenso sembrò scioccato e cercò le parole più giuste.

Orari flessibili??!! periodo di prova??!! sapevo bene cosa significavano...

"Perfetto, penserò alla sua proposta e deciderò se accettare o meno" e feci per alzarmi e congedarmi ma lui rispose stizzito ed io vidi rosso e gli sottolineai quanto mi stesse mancando di rispetto, quello spocchioso arrogante! Allora mi diede un giorno per pensarci e mi lasciò andare.

Merda! Era davvero uno stronzo!

23_Settembre_ 2011

La cena era quasi terminata, avevamo parlato di lavoro e di nient'altro; ma i suoi occhi erano stati sempre incollati su di me, sulla mia pelle, sui miei movimenti.

D'un tratto si alzò in piedi e mi porse le mani per fare lo stesso:

"Balla con me"

"Ma se non c'è music.." e in quell'istante sentii le note della mia canzone preferita.

'Tears streaming down your face
I promise you I will learn from all my mistakes
oh and the tears streaming down your face
And I

Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you'

"Per te, perché voglio sistemare le cose...voglio che ti fidi di me..." mi disse mentre piano scivolava la sua mano calda sulla mia schiena nuda.

Maledetto! Devo tenere a freno i miei brividi o si accorgerà che vorrei che continuasse all'infinito!

"Hai già avuto una possibilità e mi hai mentito...e poi?Poi non hai fatto nulla per dimostrarmi il contrario...su che base dovrei crederti?!"

Si bloccò prese la mia mano e la poggiò sul suo petto all'altezza del cuore "Sulla base di questo..." mormorò puntandomi negli occhi.

Ed io, io avrei voluto morire in quell'istante tra le sue braccia. Lui, maledetto Bonelli, per quanto lo odiassi, aveva ancora il potere di scuotermi con un solo lieve tocco, aveva ancora il potere di farmi sognare ad occhi aperti e farmi ricredere nell'amore e nelle persone. Ed io, odiavo il fatto che proprio lui, che non potevo avere, mi facesse quest'effetto.

Mi staccai di colpo e dissi "Andiamo via, per favore, portami a casa".

Lui rimase spiazzato ed evidentemente male ma rispose pacatamente "Certo, arrivo subito" e sparì verso l'ingresso della sala.

Il tragitto verso casa mia fu silenzioso. Io scesi dall' auto e lui mi venne dietro sulle scale verso il portone. Era un deja-vù e lo ebbe anche lui, perchè lo sentii dire:

"Muoio dalla voglia di baciarti, qui dove tutto è iniziato..."

Morivo dalla voglia di baciarlo, di baciarlo per ore, ma mi sentivo ancora ferita e non potevo guardarlo, non potevo, avrei perso la mia dignità.

Non mi girai, come nulla fosse, infilai la chiave nella toppa ed aprii il portone, salii la rampa di scale e giunsi alla porta di casa, sentendo la sua presenza ancora alle mie spalle.

"Non puoi ignorarmi, non puoi...la sento ancora quella scarica tra noi..." continuò imperterrito a cercare di scalfire la mia corazza nei suoi confronti.

Feci di nuovo finta di nulla e con fretta aprii la porta di casa e mi ci fiondai dentro al buio.

"Sofia, non puoi scappare da me e soprattutto, non puoi scappare da quello che senti..." mormorò ancora e mi strinse le braccia attorno al corpo, poi appoggiò la testa sulla mia spalla "Rinuncerei a tutto pur di farmi amare da te..." bisbigliò nel mio orecchio; e queste poche parole sciolsero le catene che mi bloccavano ed io persi la testa, mi girai e lo baciai come se non riuscissi più a farne a meno.

Mi abbandonai e mi persi nelle sue braccia e nella sua bocca e avvertii forte il suo bisogno d'amore, di me.

Ero davvero io quello che voleva, era sincero davvero? O altrimenti come faceva a mentire così bene?

La mia coscienza non era d'accordo e il mio corpo ubbidì e si staccò da lui "Maledizione Edoardo! Vattene, ti prego!"

E lui non esitò, non continuò oltre, uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Amami come Mai © #Wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora