Capitolo Dodici - E volevo baciarla

2.7K 182 314
                                    

28_Luglio_2011
Sofia Pov

I giorni senza Edoardo scorrevano veloci, ci sentivamo ogni sera e spesso riuscivamo persino in una videochiamata.

Mi mancava. E questo mi faceva star male.

Dopo Gioia, avevo giurato a me stessa che nessuno mi sarebbe più mancato. E lui mi stava mancando in quel modo a cui non ero pronta. Lui, scavando, mi era entrato dentro, piano, e si era fossilizzato in quei piccoli buchi che il mio cuore martoriato possedeva da anni e piano li aveva riempiti di sè, delle sue attenzioni, delle sue parole.

Ed ogni volta che sentivo la sua voce, il mio cuore aveva un sussulto, perchè riconosceva la sua amorevole dolcezza.

Allo studio il lavoro procedeva. Alberto, come Edoardo, era un avvocato attento ed impeccabile e lavorava bene. Era brillante ed ironico e spesso mi stuzzicava con battutine che io rimandavo al mittente. Era certamente abituato, come con Elena, alla considerazione da parte del pubblico femminile, anche perchè era oggettivamente un bel ragazzo e ci sapeva fare; ma io riuscivo a pensare solo a quando Edoardo sarebbe tornato da me.

Alberto Pov

Edoardo aveva certamente un ottimo fiuto anche nello scegliere le sue risorse. Sofia era una professionista preparata ed instancabile; ma a parte il suo lato lavorativo, ero più affascinato da quanto non mi considerasse. Elena era fin troppo lasciva ed accondiscendente e lei al contrario non mi degnava di uno sguardo. La stuzzicavo, ogni volta che potevo, ma continuava a non darmela vinta.

Eppure ero convinto di piacerle, come ero convinto che le piacesse Edoardo.

"Perchè non esci con me stasera?"

Rise poi disse semplicemente "No!"

"Mi rifiuti quindi?"

"No, non esco con te!"

"E' per Edoardo?"

"Cosa c'entra Edoardo?" rispose sbalordita.

"Anche tu sei sensibile al suo fascino!"Sorrise ancora ed io incalzai: "Non ti fare scrupoli, non sarebbe la prima volta!Io ed il mio migliore amico e collega, all'università, ci passavamo le ragazze, finchè lui non ha deciso di fare sul serio con Ginevra, e di sposarla a dicembre!"

Lei a quel punto, mi guardò perplessa.

"Strano non lo sapessi, stanno insieme da molto tempo! E' il matrimonio dell' anno, più di quello di Kate e William di pochi mesi fa! L'avvocato Edoardo Bonelli che sposa la modella Ginevra Marconi, è una notizia di prima pagina!"

Sofia pov

Non credevo alle mie orecchie. Non era possibile. Non era il mio Edoardo, quello di cui parlava. Non poteva essere colui con cui avevo passato le mie intere giornate fino alla settimana scorsa.

"Non lo sapevo, Edoardo non parla mai di lei, sono mesi che lavoro qui e non l'ho mai nemmeno incrociata" dissi.

"Lei è sempre in giro per lavoro e ad entrambi non piace far parlare della loro vita privata, ma la notizia è vera, sono una fonte certa, io!"

"Bene! Allora appena tornerà mi congratulerò con lui!" Risposi pacatamente mentre avrei voluto esplodere, spaccare lo studio e mandare tutto a quel paese, in primis Edoardo; ma la vendetta è un piatto che va servito freddo e l'unica cosa che al momento avrebbe potuto farmi stare meglio, dopo quella notizia, era una ripicca.

"Esci con me, allora?"dissi tutto d'un fiato ad Alberto. Lui mi fissò sorpreso, poi rispose:

"Avresti potuto dirmelo che volevi condurre il gioco...ti vengo a prendere alle otto, mi scrivo l'indirizzo".

Avevo scelto un jeans nero strappato e una maglietta stampata. Una felpa sulle spalle e le mie converse, i capelli attorcigliati, poco trucco e labello colorato. Alberto era come Edoardo, si sarebbe tirato a lucido e avrebbe scelto un posto come lui credendo che io avrei fatto lo stesso; ma a me non importava, ero incazzata nera con Edoardo ed uscire con il suo compagno di merende mi sembrava il minimo.

Alberto, in realtà, doveva essere molto più simile a me, invece.

Un jeans chiaro e strappato, una maglietta bianca e un paio di sneakers bianche ai piedi. Non credevo ai miei occhi. Era vestito in modo completamente opposto a ciò che mi aspettavo e sorrideva mentre mi avvicinavo a lui e alla sua jeep nera.

"Non so come tu abbia fatto ma hai preso in pieno l'outfit per la serata!"ridacchiò.

"Ho doti nascoste, caro avvocato Lucchetti!"

"Ne sono convinto e credimi se ti dico che le scoprirò tutte!"

"Siete proprio uguali tu ed il tuo amico di merende, entrambi troppo sicuri di voi stessi..."

"E ti disturba questa sicurezza?"

"Al momento sì, perchè sto morendo di fame!"

"Ovviamente! andiamo!"

Passammo al McDrive per ritirare un Big Mac per lui e un McChicken per me, tante patatine e bibite gassate e finimmo in un posto meraviglioso da cui ammirare tutta Roma e tutto il firmamento, appoggiati al cofano della sua macchina a divorare quel cibo spazzatura.

"Perché non mi hai portato nel ristorantino chic in cui avresti voluto portarmi?"

"E cosa ti fa pensare che ti avrei portato in un ristorantino chic?" rispose perplesso.

"Non l'avresti fatto? Che c'è non sono adatta? Non sono come la Cassini!?"

"Sei molto diversa dalla Cassini..."

"Non sono all'altezza quindi!" Incalzai.

"Al contrario, credo che la Cassini non possa venire in un posto così mentre tu potresti andare in qualsiasi ristorante..."

"Aaaaa! Mi stai facendo un complimento!"

"Eccome!Anzi non capisco perché ti paragoni alla Cassini, non ha la tua intelligenza, la tua arguzia, la tua caparbietà...non è te..."

"Sei un adulatore, Lucchetti, non ci casco!" gli risposi sorridendo.

Era ovvio che ci sapesse fare ma non con me.

Alberto pov

Sofia non era come le altre, come faceva a paragonarsi ad una come la Cassini! Mi piaceva un sacco il suo modo di essere, di tenermi testa. Probabilmente ero stanco delle donne che mi cadevano ai piedi e con cui non riuscivo nemmeno a parlare perché fremevano all'idea di entrarmi nei pantaloni.

Era sempre pronta a controbattere e a ridere. Era semplice ma complicata. Era adorabile.

E volevo baciarla. La mia testa non pensava ad altro e ci provai, lì in quel posto mozzafiato, al buio della notte. Ma lei si scansò.

"Non mi lascio baciare, Lucchetti. Come hai detto prima, non sono come la Cassini!"

Risi, aveva ragione.

"Se mi hai invitato ad uscire solo perché devi dimostrare a te stesso che una come me cada nella tua rete, ti risparmio la fatica!"

"Prima cosa: sei tu che mi hai invitato ad uscire. Seconda cosa: sono consapevole che non sei una che si dà al primo arrivato. E terza cosa: stavo bene e volevo baciarti. Punto".

Mi fissò con quei suoi occhi scuri, senza parlare. Poi sorrise scuotendo la testa ed io, avrei voluto baciarla ancora di più.

Sprazzi d'autrice
Ecco qui Alberto e quello che pensa e soprattutto quello che sa riguardo al suo amico.
Vi piace? Chi preferite? Cosa vi aspettate ora?

Amami come Mai © #Wattys 2020Место, где живут истории. Откройте их для себя