Capitolo Cinquantasei - Ossessionata

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02_Agosto_2017
Edoardo Pov

Mi ero appena steso a letto, quando Sofia uscì dal bagno. La guardai, era corrucciata, tesa, avvilita, ormai conoscevo bene quella faccia.

"Un altro falso allarme..." disse a voce bassa.

Mi alzai e le andai incontro.

"Sofia, guardami...non importa, aspetteremo..."

"Sono già passati cinque mesi. Non ci risparmiamo mai...insomma...non capisco..."

Sorrisi "Continueremo a pieno ritmo allora!... È soggettivo, magari abbiamo bisogno di più tempo..."

Inspirò pesantemente, come se le stesse mancando l'aria.

"Mi dispiace...io non voglio deluderti..." mormorò abbassando gli occhi.

"Ma tu non mi deludi...non lo pensare nemmeno..." dissi costringendola ad alzare il viso con le dita e guardandola fissa in quei suoi occhi tanto scuri quanto velati ormai di tristezza.

"Riproveremo...riproveremo...vedrai..." cercai di convincerla perché ero davvero fiducioso. "Vieni a letto, dai..." continuai e la presi per mano, conducendola a letto e sdraiandomi al suo fianco.

22_Marzo_2018

Aveva le mani tra i capelli e gli occhi fissi a terra. Non parlava, scuoteva la testa, poi si torturava il viso, poi le dita, non riusciva a restare calma.

"È...passato...un anno...un anno...lo capisci..." farfugliava.

"Adesso basta...questa storia sta diventando un'ossessione!!! Il pensiero di rimanere incin-" sbottai.

"Non dire quella parola!" Mi interruppe, ammonendomi.

"No, Sofia! Lo vedi!? Ne sei ossessionata!!!" ripresi agitando le braccia per aria.

"Allora sì!! Sì!!perché non capisco il motivo...o forse lo so qual è il motivo... è solo che questo bambino non vuole arrivare e basta!!! Non vuole una madre come me!!!" esplose lei visibilmente scossa.

"Sofia...ma che dici... la smetti?! Non sei lucida... l'unica cosa da fare...è capire...capire il motivo...come hai detto tu...e se c'è un motivo valido per cui non riusciamo ad avere un bambino...troveremo un altro modo...un modo alternativo..." cercai di abbassare i toni.

"No..."

"No...cosa?"

"Non voglio farmi visitare. Nessuna visita ginecologica, nessun esame, niente! Niente di niente!!" decretò seria.

La guardai allibito prima, accigliato poi.

"Non...capisco..."

Lei deglutì come se stesse mandando giù un groppo che le opprimeva la gola e biascicò:

"Non voglio sapere che per colpa dell'incidente o della violenza...non potrò mai avere figli...finché non ne ho la certezza, ho ancora una possibilità..."

Aveva paura.
Dopo tutto il tempo passato, dopo tutta la forza che aveva avuto ad affrontare quelle ombre tremende e a scacciarle piano dalla sua vita, erano ancora lunghe e ne era ancora terrorizzata.

Le presi il viso tra le mani, ancorai i miei occhi ai suoi e con voce calma le dissi:

"Sai bene che la prima cosa che ho notato di te, la primissima volta che ti ho incontrato nel mio studio, al colloquio, è stata la tua caparbietà, la tua forza, la tua sicurezza. E credo anche, che sia ciò che mi ha fatto innamorare di te. Tu sei la persona più forte che io conosca, Sofia. A testa alta, sei sempre andata a sbattere contro tutti i problemi, li hai affrontati, senza mai passarci intorno o ignorarli. Devi solo affrontare anche questo..."

"Sono stanca! Sono stanca di vivere sempre con questo peso che mi tira giù sul fondo: il peso della violenza, di mia madre, dell'incidente! Adesso sono esausta..." balbettò piano mentre perle di acqua salata le cadevano sulle guance.

"Lo so...ma anche quelle cose hanno contribuito a fare di te ciò che sei oggi...la donna meravigliosamente combattiva e tenace che sei..." sussurrai mentre con i pollici, le cancellavo quei tracciati bagnati dal viso.

Tirò su con il naso e sbatté le palpebre un paio di volte.

"Ci sono io, ti starò vicino. Anzi, farò di più, farò anch'io la mia parte. Farò anch'io tutti gli accertamenti necessari. Potrebbe essere che il problema sia io..." continuai.

"Ma dai...tu sei perfetto Bonelli, lo sanno anche le pietre..." mi prese in giro lei e abbozzò un sorriso e fui felice di quella battuta.

"Lo constateremo allora! Ci stai? Faremo entrambi tutti gli esami necessari e andremo in fondo per scoprire la verità...insieme".

Annuì con un cenno della testa e subito dopo si strinse al mio petto.

11_Giugno_2018

Nei mesi precedenti avevamo, entrambi, fatto tutte le visite e gli esami necessari. I risultati erano stati tutti negativi: nessuna infezione, malformazione, malattia, trauma, niente di niente. Entrambi sani e con le carte in regola per poter fare un bambino. Allora la ginecologa aveva consigliato, per aumentare le possibilità, oltre che provarci il più possibile, cosa che facevamo già, una cura per Sofia. Era un mese che aveva iniziato la cura ormonale, un altro paio di mesi e avremmo potuto avere già qualche seria possibilità. Ma nonostante questo, Sofia non si era ancora tranquillizzata.

27_Ottobre 2018
Sofia Pov

Ogni volta che facevamo l'amore, Edoardo mi guardava, mi toccava, mi amava come se fossi la cosa più preziosa che avesse. Io adoravo quel suo sguardo, quel suo modo di fare ma allo stesso tempo iniziavo a detestarlo perché sentivo di non esserne all'altezza, di non meritarlo.

Non meritavo tutto quell'amore perché non riuscivo a trasformarlo nel dono più grande che potessi fargli.

E ciò mi rendeva tremendamente infelice. Avevo la persona migliore del mondo al mio fianco ed ero infelice.

Quella sera mentre eravamo impigliati, intenti ad amarci, lui si fermò un secondo, si poggiò sui gomiti e mi scostò i capelli dal viso, guardandomi intensamente.

"Che c'è?" chiesi "perché ti sei fermato?"

"So che stai facendo dei brutti pensieri da qualche tempo a questa parte; perciò voglio che tu ricordi, in ogni istante, che sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, che mi rendi felice ogni singolo giorno e che qualunque cosa succeda o non succeda, io ti amerò sempre e sarò tuo sempre e per sempre! Hai capito?!" rispose accarezzandomi le tempie con la punta delle dita.

Una lacrima mi solcò il viso mentre cercavo di racchiudere le mie paure in quella scatola costruita dalla sue parole. Annuii con un cenno della testa e poi, toccandogli dolcemente le spalle, sussurrai:

"Vale lo stesso per me, anche se qualche volta, sembra che io non sia riconoscente per tutto quest'amore che mi riempie la vita... Io ti amo, Edoardo..."

E lui sorrise e con quel sorriso mi riempì il cuore, la testa, l'anima e ogni solco di sconforto.

Amami come Mai © #Wattys 2020Where stories live. Discover now