Capitolo Quarantaquattro - Due dita

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07_Gennaio_2015
Sofia Pov

Quando mi svegliai quella mattina, avevo ancora in testa la canzone che la sera prima, fino alle due, avevo bisbigliato di fianco ad Edoardo.

'Loving can hurt, loving can hurt sometimes
But it's the only thing that I know
When it gets hard, you know it can get hard sometimes
It is the only thing that makes us feel alive

We keep this love in a photograph
We made these memories for ourselves
Where our eyes are never closing
Hearts are never broken
And time's forever frozen still'

Mi alzai con una strana sensazione, in più pioveva a dirotto ed io ero metereopatica, quindi la pioggia amplificava il mio malessere. Aprii le tende e mi fermai ad osservare quell'acquazzone e i suoi goccioloni, come li chiamava mio padre. La pioggia scendeva noncurante ed io mi sentivo vuota. La sola cosa che mi dava sollievo era il minimo di contatto che avevo con Edoardo, quindi mi feci una doccia, mi vestii ed andai in clinica.

La pioggia non smise di cadere incessante per tutto il tragitto. Arrivai nella sua camera, gli scostai i capelli, ormai più lunghi, dalla fronte e gli lasciai un bacio. Mi sedetti al suo fianco e come sempre gli presi la mano per poterla avere tra le mie, per riscaldarla un po'; perché anche le sue mani non erano più le stesse mani calde di sempre. La strinsi e la portai alle labbra riempiendola di baci. Quello era uno di quei giorni in cui non gli parlavo; semplicemente lo baciavo, lo accarezzavo, lo coccolavo.
Quindi mi poggiai con la testa sul suo petto, tenendo ancora stretta la sua mano tra le mie, vicino al volto.

Un tintinnare delicato e fresco, sulla guancia, mi risvegliò dal torpore in cui ero caduta. Sembrava che piccole gocce di pioggia fredda mi solleticassero il viso. Ma quando aprii gli occhi mi accorsi che non era pioggia. Allora li spalancai perché ero incredula alla vista: due dita mi picchiettavano la pelle.

Le dita di Edoardo.

Mi sollevai di botto e caddi nei suoi occhi finalmente aperti, nonostante sbattesse spesso le palpebre.

"Sofia..."balbettò ed io non trattenni le lacrime che scesero copiose a bagnare il mio e il suo viso, perché subito mi gettai a baciargli ogni centimetro di volto. E ad ogni bacio mi fermavo un solo istante per assicurarmi che davvero mi stesse guardando e sorridendo. Ed era così.

"Sei tornato..." biascicai tra le lacrime "sei tornato da me..." e continuai a tempestarlo di baci finché non mi resi conto che avrei dovuto almeno avvisare il medico quindi mi alzai ed uscii nel corridoio per chiamare qualcuno.

Il medico lo fece sollevare, gli controllò, dapprima, i riflessi e poi, gli fece domande per capire la sua lucidità; quindi mi fecero uscire per poterlo liberare dai tubi che gli riempivano il corpo e poco dopo con una sedia a rotelle, lo condussero fuori per altri esami più approfonditi. Gli tenni la mano sempre, per tutto il corridoio, poi mi fermai nella sala d'attesa e mi chinai per baciarlo sulle labbra prima che entrasse per gli esami.

"Ti aspetto qui...avviso tutti che ti sei svegliato!" mormorai mentre lui sorrise dolcemente.

Chiamai Alberto e in preda alle lacrime gli diedi la notizia, quindi gli chiesi di avvisare lo studio e Lucrezia. Nel frattempo chiamai mio padre e Nali e mandai un messaggio a Tata che viveva dall'altra parte del mondo.

Ero talmente elettrizzata che il tempo che passai ad aspettare mi sembrò lunghissimo, nonostante, nel frattempo fosse arrivato Alberto. Anche Lucrezia aspettò, seduta in un angolo, con gli occhiali scuri. Quando suo figlio uscì lo abbracciò e scoppiò in lacrime. Io restai ad aspettare, in disparte.

Non gli dissi di Lucrezia ma fu Alberto a parlargliene ed Edoardo decise che finché non mi avesse chiesto scusa non avrebbe potuto rivederlo. Ci vollero dei giorni, ma freddamente Lucrezia mi chiese scusa così da avere il permesso di venire a trovare suo figlio. Edoardo restò altri due giorni in clinica per altri accertamenti, poi chiese di poter continuare la terapia riabilitativa a casa. Il dottore si raccomandò che non si affaticasse e che facesse tutto con calma.

Tornare a casa con Edoardo fu ricominciare a vivere e riprendere la nostra vita interrotta. Aveva ancora bisogno del mio sostegno per la maggior parte delle cose da fare, ma non ci perdevamo uno sguardo, un contatto. Ci cercavamo anche a pochi centimetri di distanza con gli occhi, con le mani e non appena fummo soli, il nostro amore esplose dirompente.

"Mi dispiace...non avresti dovuto subire anche questo...ti avrei risparmiato questi due anni di inferno..."

"Non è stata colpa tua..."

"Lo so...ma per me, questi due anni non sono esistiti, mi sembra come se avessi dormito un solo giorno...invece per te...sono stati lunghi e dolorosi...io al posto tuo non so se avrei resistito..."

"Ma tu ti sei svegliato ed è questo l'importante...recupereremo ogni secondo di questi due anni.."

"Incominciamo allora..."

Le sue braccia e le sue gambe erano ancora piuttosto deboli, ma Edoardo mi tirò a sedere a cavalcioni su di lui, mi tolse il maglione e inspirò forte la mia pelle, baciandomi la clavicola poi scendendo fino al décolleté. Sentire ancora le sue mani calde e la sua bocca umida addosso, mi diede i brividi.

Era la nostra nuova prima volta. Unica ed emozionante come le altre. Carica di amore e passione come sempre e come mai.

Ci amammo con lentezza e ci baciammo con foga. Ogni gesto era rallentato e calibrato poco prima; e carico e avventato subito dopo. La dolcezza si accavallava all'esaltazione. I fremiti della lunga attesa riempivano i sospiri dei nostri cuori.

Sentire il suo corpo muoversi sotto di me, avere le sue gemme blu su di me, mi accesero il cuore di gioia. Il tepore della sua pelle e la tensione dei suoi muscoli mi accelerarono tutti i sensi. Edoardo era stato in coma per quasi due anni ma una parte di me era stata assopita al suo fianco e solo ora, dopo quel lungo torpore, ero di nuovo io.

Io ero io, solo con lui. Perché lui mi aveva affrontata, ascoltata, curata, accudita, amata, come io avevo fatto con lui.

Sprazzi d'autrice
Finalmente! Dopo aver sofferto milioni di capitoli, il nostro Edoardo si è svegliato!

Ed ora cosa accadrà?

PS grazie a tutti per aver resistito ❤

Amami come Mai © #Wattys 2020Where stories live. Discover now