Capitolo Otto - Potevo perdere la testa

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07_Luglio_2011
Sofia Pov

Vincemmo la causa Lauris ed inaspettatamente Edoardo si congratulò con me per il lavoro e mi invitò a cena per festeggiare il risultato.

Non avevo nulla da mettere. O meglio, avevo un paio di vestiti fighi, ma uno era troppo sexy e l'altro fin troppo ricercato, così costrinsi le mie amiche ad accompagnarmi a fare shopping. Misurai di tutto ma non andava bene nulla. Troppo poco elegante o troppo appariscente. Finalmente comparve lui, un vestito verde scuro con lo scollo a v e le maniche scese, stretto fino al ginocchio. Quando uscii dal camerino, indossandolo, le reazioni delle mie amiche furono le seguenti:

Tata esclamò "Porca troia, Sofì! Sei una strafiga!"con la sobrietà che la contraddistingueva.

E Nali disse semplicemente "Stasera qualcuno farà colpo sul grande capo!"

Io le guardai scuotendo il capo e risposi sorridendo"Basta! Prendo questo!" mentre degli urletti di gioia mi seguivano dentro il camerino.

Era vero, quel vestito faceva davvero la sua figura. Sciolsi solo i capelli e li fermai di lato e mi truccai gli occhi che finalmente sarebbero stati liberi dagli occhiali.

Edoardo arrivò puntualissimo e non appena aprii il portone e lui si girò e mi vide, sgranò gli occhi e disse di getto "Dio, sei bellissima..." poi si grattò la testa in evidente imbarazzo e mi fece strada verso la sua auto sportiva. Io mi morsi il labbro colta dallo stesso imbarazzo, perchè non avevo mai visto Bonelli perdere il controllo e non riuscire a controllare ciò che usciva dalla sua bocca; eppure la cosa non mi era affatto dispiaciuta.

Durante la cena, l'avvocato Bonelli era sparito ed io avevo visto di nuovo, lui, Edoardo. Era rilassato, rassicurante e aveva una strana luce negli occhi, in quelle due gemme blu che cercavo di evitare perchè mi facevano effetto, al momento, troppo.

07_Luglio_2011
Edoardo Pov

"Dio, sei bellissima..."

La mia testa non era riuscita a connettersi davanti a quella visione e la mia bocca aveva parlato prima che me ne rendessi conto. Stavo perdendo il controllo, di nuovo; ma non riuscivo a smettere di guardarla. Ero completamente affascinato.

"L'altra sera quando ti ho raccontato di me, mi sono sentito leggero ed era la prima volta, dopo tanto tempo, che mi sentivo così e credo che il merito sia tuo..."

"Sbaglio o è il secondo complimento della serata, avvocato?"disse gongolando.

"Non sbagli...piuttosto dimmi un po' di te!"risposi sorridente.

"Non c'è molto da dire, ho una vita piuttosto monotona, lavoro in uno studio legale ed il mio capo è un despota, magari ne avrai sentito parlare, si tratta dell'avvocato Bonelli!" mi stuzzicò.

"Molto spiritosa! Raccontami qualcosa che non so già!"

"Non vivo da sola ma con due amiche, due pazze scatenate e ciò comporta la totale mancanza di privacy. Non mi piace lo sport. Amo mangiare, amo la pizza e i dolci. Adoro la musica rock e l'arte in ogni forma. Sono dipendente dalle serie tv e dai libri...basta"

"E la tua famiglia?"

"La mia famiglia?eh...!" fece un lungo respiro poi mormorò a disagio"Non ho un buon rapporto con loro..."

"Scusa, scusami...non volevo essere invadente, davvero...io..." risposi in preda all' imbarazzo.

"Nessun problema" tagliò corto ed io intesi e cambiai discorso.

Brindammo al lavoro svolto, alla sua cocciutaggine e alla mia. Alla nostra perseveranza e alla nostra intesa. Fu l'unica cena di lavoro che non fu noiosa, ed ancora una volta il merito fu suo che rendeva tutto nuovo, frizzante.

La riaccompagnai a casa con la profonda sensazione di leggerezza che mi aveva accompagnato per tutta la serata.

Ma più di tutto, io continuavo a sentirmi libero, libero di fare quello che sentivo e in quel momento la sola cosa che sentivo era il desiderio di baciarla, assaporare quella bocca che più di chiunque mi aveva insultato, di stringerla tra le braccia, affondare la mia testa nel suo collo e respirare di lei.

Non desideravo altro e avevo sempre ottenuto ciò che desideravo, per cui, feci quello che facevo da sempre, me lo presi senza troppi giri. Prima che si voltasse per aprire il portone le presi il viso tra le mani e la baciai.

Sofia Pov

Maledizione! Restai di sasso con gli occhi spalancati e mi persi nei suoi ipnotici, intensi e glaciali occhi blu, che in quell'istante sembrarono incandescenti e fu allora che chiusi i miei e mi abbandonai a quel bacio che mi prendeva la bocca ma che mi smuoveva i sensi, tutti. Le sue mani mi stringevano ed io non riuscii a pensare nemmeno un secondo di volermi staccare, anzi, quando lui si staccò per bisbigliarmi "Lasciami salire", mi girai soltanto per aprire il portone e tirarlo su per le scale fino alla porta di casa mia e non appena fummo nell' ingresso riprese a baciarmi come se non avessimo mai smesso.

"Non credere che, se sei entrato a casa mia, entrerai anche nel mio letto" lo stuzzicai mormorandogli all'orecchio e lo avvertii sorridere e riprendere a baciarmi.

"Non avrei mai pensato di volere qualcosa così tanto, come adesso sto volendo te, perdermi dentro di te...cosa diavolo mi hai fatto..." disse piano e ancora continuò impossessandosi delle mie labbra.

Potevo perdere la testa, in quell' istante; quei baci mi esplodevano dentro e mi toglievano lucidità.

La mia mente viaggiava sulla strada opposta a quella delle mie sensazioni che non facevano altro che spingere le mie mani su di lui, sotto la sua giacca; mentre le sue, leggere sul mio corpo, mi riempivano di brividi. Ma le cose belle durano poco, si sa.

La luce si accese di colpo e la voce di Tata ci fece trasalire e staccare dalla nostra morsa.

"Scusate, avevo sentito dei rumori...e..."

"Tranquilla..." risposi staccandomi dalla sua bocca ma non dai suoi occhi.

"Mi avevi detto che non c'era privacy in questa casa" ridacchiò "comunque stavo andando via, ho solo accompagnato Sofia a casa" rispose guardando Tata pochi secondi, poi spostò di nuovo lo sguardo su di me, mi diede un bacio a stampo e disse "A domani" quindi se ne andò e mi lasciò completamente fuori di testa, mentre Tata chiese visibilmente sconvolta:

"Lui è...è il tuo capo? L'avvocato Bonelli?"

"Sì, lui è Edoardo"risposi ancora sognante.

Amami come Mai © #Wattys 2020Where stories live. Discover now