Capitolo Extra

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È stata dura per tante di voi, e in primis per me, accettare il triste destino di Edoardo. Un destino che lo ha travolto e che ci è piombato addosso senza che ce lo aspettassimo. Ma lui ne era cosciente e meritava un capitolo tutto suo, in cui far trasparire il suo stato d'animo, le sue paure, la sua dolcezza e ancora una volta l'infinito amore per Sofia.

Se avete ancora lacrime sono certa che le spenderete qui.
Grazie ancora per aver amato questa storia quanto l'ho amata io.

21_Settembre_2018
Edoardo Pov

In quel silenzio surreale in cui l'unico suono che si udiva era il cinguettio di qualche uccellino, avevo riletto quelle parole almeno mille volte in quell'ora. Eppure continuavo a fissare quel foglio cercando un perché.

Avevo scritto di getto:

'...Avrei voluto non succedesse ma in questi ultimi mesi, le cose sembrano poter peggiorare...
....spero possiate comprendermi...'

Erano anni che racchiudevo questo segreto e l'unica cosa che mi faceva andare avanti era Sofia.

Vederla felice, ogni giorno, al mio fianco, mi rendeva consapevole che avevo fatto la scelta giusta, che mentirle sulla gravità della mia condizione e nasconderle la possibilità che da un momento all'altro avrei potuto lasciarla per sempre, non era poi così sbagliato.

Avevo spalle larghe e potevo reggere quel peso per entrambi.

Nonostante avessi scelto io, solo io, anche per lei.

Dio, la amavo così tanto, non era giusto che dovessi lasciarla. E poi ero terrorizzato, al solo pensiero che sarei potuto morire senza dirle addio. Senza poterle dire quanto la amavo e chiudendo i miei occhi nei suoi.

Sofia oltre ad essere la donna della mia vita, l'unica che davvero era contata per me, era la persona che più mi aveva insegnato.

Si era sempre presa la responsabilità di tutto, anche sbagliando, non aveva mai mentito a se stessa e ai suoi sentimenti, era sempre stata altruista anche con chi non lo meritava affatto ed aveva amato con il cuore e l'anima, completamente.

Non ero pronto a lasciarla, a lasciare il nostro futuro. Avevo ancora in mente quell'immagine di noi anziani a passeggiare sulla spiaggia, mano nella mano.

Scoppiai in lacrime, singhiozzai pesantemente. Non ero forte come credevo, non ero abbastanza forte per Sofia.

Ma volevo esserlo perché lei lo meritava.

Mi forzai a calmarmi ed afferrai un altro foglio, iniziando a scrivere.

'Sofia, amore mio, se stai leggendo questa lettera è perché non potrò continuare a dividere la mia vita con te...
...La stessa forza con cui, so, accetterai il nostro destino...
...Mettiti nei miei panni e capirai la mia scelta, anche se sicuramente, conoscendoti, non la accetterai...
...ma se tu sarai al mio fianco, se mi sarà concesso di spendere gli ultimi istanti tra le tue braccia, perso nei tuoi occhi, sarò pronto...'

Ero rintanato nella casa di legno che avevo fatto costruire per noi, mancava ancora qualche dettaglio, ma in un mese al massimo, sarebbe stata completa e avrei potuto portarci Sofia.

Poi mi soffermai un solo secondo, e mi domandai se non avessi avuto un altro mese.

Mi passai le dita sulle palpebre, massaggiandole e cercando di fare da barriera alle lacrime, ma una sfuggì e la tirai via con il palmo della mano.

Guardai il mazzo di chiavi sul tavolo, ne staccai una ed aggiunsi in coda alla lettera:

'...insieme a questa lettera, troverai una chiave...
...In qualunque momento lo vorrai...'

La piegai, la misi nella busta e ci infilai la chiave. Quindi mi presi la testa tra le mani e mi strapazzai i capelli.

Ripresi a piangere.

Quel gesto, quel gesto innocuo e insignificante era stato la miccia che aveva acceso il nostro amore.

Ed io non potevo non pensare a lei, che mi aveva acceso d'amore il cuore e mi aveva reso un uomo nuovo e soprattutto felice.

Pensai che non avrei potuto renderla felice, che sarei stato un altro dolore nella sua vita. Pensai che l'unica cosa che avrei voluto in cambio di questo becero destino sarebbe stato il suo sorriso sempre, in ogni momento, sul quel viso dolce, che aveva già visto troppe lacrime. Pensai che in qualunque posto fossi finito, nell'aldilà o in un'altra qualsiasi dimensione, avrei desiderato vederla felice e amata. Tanto amata. Riaprii la lettera e ripresi a scrivere:

'...spero davvero, che qualcuno ti ami ancora, se possibile più di quanto ho fatto io e che continui a renderti felice; perché è l'unica cosa che meriti...
...io, lo sai, anche se non sarò al tuo fianco, ti amerò sempre e sarò tuo, sempre e per sempre...'

Emozioni contrastanti mi animavano il cuore. Sensazioni altalenanti mi agitavano l'animo.

Perché in quell'istante pensarla tra le braccia di un altro mi fece girare la testa. Chiusi il pugno e lo sbattetti sul tavolo, dopodiché sospirai. Non potevo essere egoista, Sofia senza di me avrebbe avuto bisogno di qualcuno al suo fianco, non potevo condannarla ad una vita di solitudine solo a causa della mia assenza. Non sapevo chi avrebbe preso il mio posto, ma dovevo accettare che non sarebbe potuto restare libero. Anche perché non si poteva restarle indifferenti.

Nemmeno Alberto lo aveva fatto. Chissà se dopo tanto tempo la amava ancora, chissà se l'avrebbe amata di nuovo se non ci fossi stato io. Probabilmente se avessi potuto scegliere, conoscendolo, avrei voluto lui al mio posto.

Presi un altro foglio e scrissi ancora:

'Ciao bro', siamo stati sempre, entrambi, restii alle smancerie...
...sei stato per me il fratello e l'amico che non ho mai avuto e so di essere stato lo stesso per te...
...ti affido la cosa che più vale per me, la persona più unica e rara che io abbia mai conosciuto...
...e allora, tu stalle vicino come se fossi io...'

Se il fato avesse voluto lui al suo fianco, lui avrebbe saputo, di certo, cosa fare.

Ed io...

Io sarei stato grato per aver avuto il tempo di dirle addio e di metterla al centro di tutti i miei pensieri. E dopo, avrei continuato ad amarla e a starle vicino, nonostante non avessi più potuto stringerla tra le braccia o riempirla di baci. Ero stato già privilegiato dal solo averla avuto accanto in quegli anni e premiato dal suo amore.

Sorrisi a quel pensiero e in quel momento squillò il telefono.

"Amore stai tornando? Io sto già andando a casa..." disse lei dall'altro capo.

"Sì, sono di ritorno..."

"Bene, ti aspetto..."

Il presente mi bastava, doveva bastarmi.
Dovevo smettere di pensare al mio futuro, a quel futuro che probabilmente non sarebbe arrivato.

Lei era il mio tutto e questo bastava.

Amami come Mai © #Wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora