Capitolo Quarantacinque - Sta a te decidere

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28_Ottobre_2014
Alberto Pov

Era quasi l'alba e Milano stava per svegliarsi. Io ero disteso nel mio letto a fissare il soffitto. Con la coda dell'occhio intravidi una chioma di capelli scuri sul cuscino di fianco, il corpo coperto per metà dal lenzuolo, una spalla libera, un lembo di pelle chiara.

Dopo un paio di settimane, in cui avevo dato solo libero sfogo al mio corpo, erano tre settimane che frequentavo Sara. Ci stavo bene, era dolce, carina, sensuale e probabilmente molto presa da me. Io quando stavo con lei non pensavo ad altro, mi focalizzavo su di lei, la mia testa era sua, il mio corpo era suo ma il mio cuore, quello non c'era. Come avevo detto a Tata, non mi apparteneva più.

Era rimasto con lei. E non voleva saperne di tornare, perché per quanto mi sforzassi, non sentivo quel sussulto dentro, quando non era Sofia che puntava, di scatto, gli occhi nei miei o abbozzava un sorriso timido.

Poche sere fa, mi sono tornate in mente le parole di mia madre, di molti anni prima. Ero al penultimo anno di liceo e mia madre mi aveva dato un passaggio da scuola. Ricordo, ancora benissimo, quella conversazione:

"Hai molte ragazze che ti girano intorno..."

"Beh, mà, il merito è tuo che mi hai fatto così carino..."

Lei ridacchiò e mi guardò un secondo.

"L'importante è che ti comporti sempre da gentiluomo e soprattutto che tu sia sincero con loro. Nessuna donna merita di essere illusa, di essere ferita. Le donne sono diverse da voi uomini, Albi, le donne non hanno mezze misure, sono tutto cuore, si donano interamente senza pensare alle conseguenze..."

"Ti stai riferendo velatamente a quello che dovrebbe essere il mio procreatore?" incalzai sarcastico.

"L'amore vero è raro e potente. Ha il potere di cambiarti, di renderti migliore. Ha il potere di curarti, di farti sentire meglio. Ma ha anche il potere di farti stare male, fino a sentirti morire, di annientarti e di straziarti. Sta a te decidere se lasciarlo fare!"

"Se fa così male, perché dovrei lasciarlo fare allora?"

"Perché anche se ti opporrai non riuscirai a farne a meno...perché comunque, desidererai vivere di quell'amore!"

"È troppo complicato, mà, e poi, magari non mi succederà mai..."

"Mai dire mai, Albi, specialmente in amore. Nulla è impossibile all'amore. Come diceva Shakespeare 'non si possono mettere limiti all'amore e ciò che amor vuole amore osa' Ricordalo"

La guardai mentre lei fissava assorta la strada davanti a sé. Era la persona che portava più cicatrici dell'amore di chiunque altro conoscessi, ma non lo rinnegava.

"Mà, dopo tutti i casini che hai passato, cos'è che ti fa credere ancora nell'amore?"

"L'amore mi ha condotto alla cosa più bella della mia vita: Te"

Parcheggiò la macchina davanti casa nostra e si girò, sorridendomi.

"Rifarei tutto, nello stesso modo, soffrendo e gioiendo allo stesso modo, solo per te!"

Mi disse passandomi una mano sulla guancia, poi scese dall'auto e urlò:

"Sbrigati! Sto morendo di fame!"

Aveva ragione, nonostante l'amore per Sofia mi avesse annientato lentamente, giorno dopo giorno, non avrei mai rinunciato a lei, o meglio a quel poco di lei; a quello sguardo, al suo sguardo, io sarei morto pur di farmi toccare da quello sguardo; a quella bocca, la sua bocca, io sarei morto pur di farmi baciare da quella bocca e a quelle mani, le sue mani, io sarei morto pur di farmi toccare da quelle mani. E avrei voluto avere accanto mia madre per raccontarle come mi sentivo e anche solo, per darle ragione.

Sofia Pov

Ero avvolta nel piumone, cercando di prendere sonno finché non sentii salire la malinconia. Mi mancava Edoardo, ogni singolo secondo, era come se mi mancasse mezzo cuore. Ma sentivo la mancanza di un altro pezzo di me, perché mi mancava Alberto.

Erano mesi che era tornato a Milano, si era fatto sentire ma non aveva mai chiamato e non l'avevo fatto nemmeno io. Le sue parole mi avevano scioccato. Aver sentito riferire a Tata ciò che provava per me, non era stato lo stesso, che sentirselo dire in faccia, con forza, con impeto, con frustrazione e rassegnazione. Si era sacrificato per me, per Edoardo ed io avevo sempre avuto il suo sostegno, la sua spalla.

Aveva capito quando avevo bisogno di piangere e mi aveva rincuorato e mi aveva ridato la fiducia ogni qualvolta l'avevo persa ed era successo ormai troppo spesso. Aveva trovato sempre la forza per entrambi. Mi aveva  sorretto e mi aveva fatto ritrovare l'equilibrio, forse perché lui era sempre stato esattamente come me: un avvocato per qualcun altro e soprattutto, conosceva il significato di vivere senza la persona fondamentale della tua vita.

Molte volte non avevo nemmeno avuto bisogno di parlare. Aveva capito ciò di cui avevo bisogno solo fissandomi negli occhi. Ero stata fortunata ad averlo accanto, probabilmente, da sola sarei crollata miseramente.

Tutti mi erano stati accanto, tanto: le mie amiche, mio padre, i colleghi dello studio ma Alberto si era preso letteralmente cura di me, come avrebbe potuto fare solo Edoardo.

Mi sollevai dal letto e presi il telefono. Scorsi la rubrica e arrivai al suo nome. Il dito fremeva all'idea di chiamarlo; ma per dirgli cosa poi. In quel momento sentii rincasare Nali e poco dopo bussare alla mia porta.

"Avanti" risposi.

"Scusa, non so perché ero sicura non dormissi..."

"Tutto bene? Devi parlarmi di qualcosa?"

"Ehm...sì...vorrei chiederti una cosa..."

Annuii e lei abbassò gli occhi, poi disse piano:

"Come hai capito che Edoardo era l'amore della tua vita? Che era lui e nessun altro?"

"Beh...non è che lo capisci...più che altro, l'amore vero ti travolge talmente forte e talmente tanto che non hai via d'uscita. Anche se lo scacci, se lo rinneghi, se lo eviti, trova sempre il modo di raggiungerti!"

"Io...sono un po' confusa..."

"Non sapevo uscissi con qualcuno..."

"Infatti, non esco con nessuno...è che...ti ricordi la mia amica Cecilia? È venuta a cena qui qualche volta..."

"Sì, certo"

"Lei...qualche giorno fa...mi ha baciato...io dapprima sono rimasta bloccata...poi...ho ricambiato...non lo so il perché...non ho mai avuto un'esperienza con una donna...poi, subito dopo, lei mi ha sussurrato che è innamorata di me ed io sono scappata..."

"Cavolo!"

"Sì...il problema è che...da quel giorno io non faccio altro che pensare alle sue parole, a lei...al suo corpo e al suo maledetto bacio..."

"Allora credo che non ti sia indifferente..."

"Ho sempre avuto solo ragazzi ma quello che ho sentito in quel bacio con lei e che sto provando ora che la sto evitando non lo avevo mai provato prima...è...così...dirompente e..."

"E dolce allo stesso tempo..."

"Esatto!"

"È amore, Nali, e credimi non dovresti privartene..."

Sospirò pesantemente senza dire nulla, mi baciò sulle guancia e lasciò camera mia.

Amami come Mai © #Wattys 2020Onde histórias criam vida. Descubra agora