Capitolo Sessantadue - Ho sprecato tanto tempo

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26_Aprile_2019
Sofia Pov

Avevo chiesto a Beatrice di chiamare Lucrezia e fissare un appuntamento per quella mattina. Lei arrivò puntuale, come sempre, e bussò. Io risposi, restando seduta alla mia scrivania. Varcò la soglia, mi diede il buongiorno e si sedette davanti a me.

Era molto diversa dalla donna perfettamente impeccabile che avevo incontrato la prima volta, alla cena di beneficenza, era sempre ben vestita ma visibilmente provata, anche meno truccata e curata.

"Sarei dovuta venire prima...ma in questi mesi mi sono sentita persa...solo pochi giorni fa ho avuto la forza di aprire la sua lettera..." iniziò a parlare, spiazzandomi.

Alzò la testa e fissò i suoi occhi nei miei. Erano identici a quelli di Edoardo ma velati ormai di malinconia e dolore.

Deglutii, mentre lei apriva la sua borsa e ci frugava dentro.

"Tieni, vorrei che la leggessi anche tu..." mi disse porgendomi la lettera di suo figlio.

Rimasi sbalordita da quella richiesta ma risposi "Come vuoi..." la afferrai e la lessi.

'Mamma, mi dispiace per come sono andate le cose. Mi dispiace perché la tua ostinazione ti ha barricato dentro una fortezza inesistente, che ti ha tenuto lontana da me e da Sofia che probabilmente ti avrebbe voluto più bene di me.
L'unica cosa che posso fare io e che puoi fare tu, ora che non ci sono più, è conoscerla ed imparare a volerle bene perché è la persona grazie alla quale ho imparato ad amare e a non rimpiangere nulla della mia vita.
Spero che, per una volta, tu permetta al tuo cuore di sentire il calore di una persona meravigliosa che può volerti bene a prescindere da ciò che sei o che hai fatto in passato. Ricorda sempre che nonostante le nostre incomprensioni, ti voglio bene. Edoardo'

Ancora una volta, lui mi aveva dimostrato il suo amore. Ancora una volta non aveva avuto rancore nei confronti di sua madre.

Appena alzai gli occhi e ripiegai la lettera, Lucrezia riprese il discorso, cadenzandolo a stento:

"Ho sbagliato tutto... sono stata accecata per così tanto tempo...solo averlo perso mi ha aperto gli occhi...troppo tardi ormai...ho sprecato tanto tempo con lui, solo per le mie stupide prese di posizione...la mia punizione sarà portare, sempre, questo peso sul cuore...aver sciupato il bene di mio figlio..." prese un grosso respiro e continuò "So che non potrai mai perdonarmi, per come ti ho trattata, per averti ferita...ma vorrei chiederti scusa comunque e farti sapere che mi dispiace non averti dato una possibilità quando Edoardo avrebbe tanto voluto...chiedo scusa a lui, tutti i giorni ed ora lo chiedo anche a te...scusami Sofia..."

Vidi una lacrima rigare, involontaria, la sua guancia e riconobbi quella fragilità che la prima volta avevo riconosciuto negli occhi di Edoardo. Era sincera.

Fu allora che mi alzai in piedi e le andai incontro. La mia pancia era valorizzata dal vestito che indossavo e fu evidente ai suoi occhi. Lei li spalancò, li alzò su di me, poi li abbassò sul mio pancione, poi di nuovo li fissò nei miei, senza proferire parola. Spostai una sedia di fronte alla sua e dissi:

"Due giorni dopo il funerale ho scoperto di essere incinta...nascerà a luglio, va tutto bene e fra qualche giorno, farò la morfologica e scoprirò anche il sesso...Edoardo mi ha stupito ancora e mi ha lasciato questo suo ultimo regalo..."

Lucrezia si mise le mani in faccia ed iniziò a singhiozzare. Non sapevo se fosse più sconvolta o felice per la notizia.

"Avevi ragione tu...io non lo conoscevo affatto...lui è sempre stato amorevole e con un cuore enorme...avrebbe meritato di vivere felice con te e di crescere questo bambino..." biascicò tra le lacrime.

"Lo so...sarebbe felice e lo sarei anch'io se mi accompagnassi alla visita...sempre se ti fa piacere..."mormorai.

"Sarebbe un piacere e un onore per me..." bofonchiò prima di sorridere.

Lucrezia mi accompagnò alla visita per l'ecografia morfologica. Come già avvertivo, era una bambina ed era perfettamente in salute. Ma Lucrezia non fece solo questo, divenne attenta, presente e indispensabile negli ultimi mesi della gravidanza: mi sostenne psicologicamente e fisicamente e praticamente riacquistò il suo nuovo ruolo di madre premurosa, purtroppo non nei confronti di suo figlio, bensì nei miei.

Io che non avevo mai avuto una vera figura materna, mi ritrovai ad apprezzare e voler bene alla madre di Edoardo; la stessa donna che non mi aveva mai considerato all'altezza di suo figlio, che mi aveva aggredito e ferito, che aveva sempre ostacolato il nostro amore.

Ma il dolore, quel dolore intimo che ti toglie il sonno e la fame, che ti divora le viscere e ti scava dall'interno, e ti svuota a poco a poco; quel dolore ti cambia senza che tu te ne accorga.

E Lucrezia aveva subito quel cambiamento in bene ed ero certa, sarebbe stata anche una brava nonna.

E fu proprio lei che volli al mio fianco, durante il parto. Quel dodici luglio in cui diedi alla luce la mia bambina, la Gioia mia e di mio marito, che aveva preso vita dal nostro immenso amore.

Non avrei mai immaginato di provare, di nuovo, una felicità così grande, come l'avevo provata solo con Edoardo. Ma successe ed arrivò come un tuono che mi esplose dentro, facendo un grosso fragore; nel momento in cui vidi nostra figlia per la prima volta e me la poggiarono sul petto, tra le braccia. Ero talmente scioccata da non riuscire a piangere, la osservavo, così piccola, indifesa, perfetta e meravigliosa e riuscivo solo a sussurrare "sei bellissima..." mentre nelle orecchie rimbombava la voce calda di Edoardo che bisbigliava "sì...è bellissima...".

Ed io lo avvertivo, al mio fianco, con il suo calore ed il suo profumo. Sentivo la sua felicità, la sua emozione al pari della mia e lo vedevo, in quegli occhi d'oceano, negli occhi identici di sua madre.

Gli stessi occhi che, crescendo, Gioia aveva ereditato da suo padre. Quegli occhi blu, non azzurri, davvero blu, che avevo visto solo una volta in vita mia e dai quali ero rimasta ipnotizzata e di cui mi ero innamorata all'istante.
Quelle gemme blu che sarebbero rimaste con me per sempre.

Sprazzi d'autrice
La madre di Edoardo, diversamente dalla madre di Sofia, ha saputo trasformare il dolore per la perdita di un figlio in amore. Ho fatto questa scelta per rendere omaggio, ancora una volta al personaggio di Edo.

E non dico altro...manca solo l'ultimo capitolo e l'epilogo.
Spero vi piaceranno ❤

Amami come Mai © #Wattys 2020Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt