Capitolo Ventidue - Dovresti dirglielo...

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24_Settembre_2011
Sofia Pov

Aveva gli occhi fissi nei miei, le mani a tenermi il volto mentre mi apriva il suo mondo. Deglutii quando pronunciò quelle parole:

"...l'ho sentita vomitare. Quando fu fuori dal bagno la aggredii, dicendole che mi aveva ingannato, che non pensavo sarebbe arrivata a tanto, a rimanere incinta, pur di trattenermi. Ma lei mi guardò senza parlare, poi dalla sua borsa prese dei referti e me li porse. 'Ho il cancro, sto facendo la chemio, ma è al quarto stadio, mi hanno dato un anno di vita' Scioccato rende poco l'idea, perché non riesco a farti capire come mi sentii"

Avevo gli occhi sbarrati e non riuscivo a parlare ma lui continuò:

"Mi scusai e le chiesi perdono per averla aggredita ma lei disse solo 'Non voglio la tua pietà, non voglio la pietà di nessuno ed è per questo che nessuno lo sa, nemmeno i miei e nemmeno tu avresti dovuto saperlo. Però ora che so che devo morire c'è una cosa che devi fare per me, esaudire il mio ultimo desiderio. Voglio far felice i miei che vogliono vedermi sposare te. Voglio che ci sposiamo, Edo. Non ho dimenticato tutto il male che mi hai fatto, tutti i tradimenti subiti e hai la possibilità di farti perdonare'. Aveva ragione, mi sentivo un verme, mi sentivo in colpa per averla fatta soffrire e forse era ora di rimediare, e comunque non potevo non assecondarla nella situazione in cui era, per cui accettai. Ma poi...poi sei arrivata tu...ed io ho perso la testa..." prese un lungo respiro e disse "Mando tutto all'aria, domani parlo con Ginevra e le dico la verità...non posso sposarla se amo te..."

A quel punto strinse di più le sue mani sul mio viso e lo avvicinò al suo, poggiando leggere le sue labbra sulle mie, che piano insieme si socchiusero per unirsi di più, per prendersi e divorarsi.

Un bacio penetrante nel corpo e nell'anima, un bacio di quelli che aggrovigliava le viscere e chiudeva lo stomaco.

"Quanto mi sono mancati i tuoi baci, mi sono mancati come l'aria..." disse con la fronte ancora appoggiata alla mia e il respiro affannato "Tu...mi sei mancata come l'aria...Ti amo, Sofia" sussurrò.

Ed io poggiai le mani sulle sue e gliele strinsi, quindi mi lasciai cadere in quegli occhi di cielo.

"Ti amo, Edoardo" mormorai.

"Ho davvero avuto paura di perderti...tra le braccia di Alberto..."

"Ci siamo baciati..." confessai imbarazzata.

"L'ho immaginato...lo conosco...ho visto come ti guardava..."

"Voleva qualcuno con cui spassarsela...ma io non ero disponibile..."

"Non credo volesse solo quello..." mi disse ed io lo guardai corrucciata "credo provasse qualcosa per te..."

Risi "chi? Alberto il dongiovanni?!"

"Ti ho detto, lo conosco bene..."

"Adesso non mi importa, mi importa solo di noi..." risposi facendogli una carezza "mi porti a casa tua, Bonelli?"

"Certo che sì" mi diede un bacio, mi prese per mano e mi condusse alla macchina.

Capivo la sofferenza della sua scelta e volevo provarci, volevo stare con l'uomo che avevo capito di amare, ora che ero certa che mi amasse davvero.

Mandai un messaggio alle mie amiche e le avvisai di stare tranquille, che ero felice e che avrei dormito fuori.

Edoardo Pov

Mi guardava, mi sorrideva, mi prendeva la mano ed io sentivo scosse per tutto il corpo.

Aveva baciato Alberto ed io avevo rischiato davvero di perderla. Perché conoscevo Alberto e sapevo che era una persona splendida, di cuore, e che avrebbe fatto innamorare chiunque.

Ero fortunato ad essere amato da lei e non l'avrei lasciata andare, avrei dato la mia vita a renderla felice.

Quando fummo a casa mi fiondai sulla sua bocca. Sentivo l'urgenza di averla per me, di stringerla al mio corpo e mischiare il suo calore al mio. Gli affondai le dita tra i capelli sciolti e lei passò le sue su per la mia nuca.

"Ti voglio" sussurrai sulla sua bocca e di colpo scesi con le mani sui fianchi e le feci salire sotto la sua maglietta fino a toccare il bordo del reggiseno.

Di scatto si staccò e con le mani allontanò le mie.

" Edoardo, no...ora...no..." disse agitata passandosi le mani tra i capelli.

Ero dispiaciuto e frastornato. Credevo lo volesse, credevo fosse venuta da me per quello. La desideravo da sempre e morivo dalla voglia di stare con lei.

"Qualcosa non va?" le chiesi.

"No...ho solo bisogno di tempo...per metabolizzare tutto..." disse mordendosi il labbro nervosamente.

"Ok" le dissi prendendole il viso tra le mani "avrai tutto il tempo che ti serve...spero sia poco però...detto tra noi..." continuai sorridendo.

Lei sorrise e rispose "Andiamo di là, prestami qualcosa per dormire"

25_Settembre_2011
Sofia Pov

Avevo dormito male. Veramente non avevo dormito affatto. Edoardo era crollato abbracciato a me ed io ero rimasta con gli occhi sbarrati.

Pensavo a lui, a noi, a quelle sue mani cariche di voglia che si intrufolavano su per il mio corpo e a me che avevo reagito istintivamente.

Era mattina presto, quando scivolai fuori dal letto, mi girai e lo osservai. Dormiva di lato, la mano appoggiata sotto il cuscino, i capelli sulla fronte, lo sguardo rilassato. Mi irrigidii, mi vestii e me ne andai senza far rumore, come una ladra.

Non appena fui a casa gli inviai un messaggio:
'Scusa se sono scappata ma non volevo svegliarti, avevo promesso a Tata di andare a correre con lei stamattina, ti chiamo dopo...Ti amo'

Odiavo fare sport e Tata odiava andare a correre ma dovevo giustificare il fatto di essere fuggita solo per la paura di avere ancora addosso le sue mani.

"Hey..." la voce di Nali mi fece sobbalzare. "Che ci fai a quest'ora seduta in cucina da sola? Hai litigato con Edoardo?"

"No...tutt'altro...sono felice come non lo sono mai stata ma sono scappata dal suo letto, da casa sua..."

Si sedette al mio fianco e mi prese le mani, quindi mi fissò con i suoi occhi verdi e grandi:

"Dovresti dirglielo...dovresti dirgli la verità..."

"Lo amo e credo che lui mi ami davvero..."

"Appunto. Non puoi incolparti ancora, per l'incidente, per la violenza... Tu sei la vittima, basta Sofia, riprenditi la felicità! Sono certa che  Edoardo è pronto a dartela!" mi disse e mi tirò a sé e mi strinse tra le braccia. "Basta, Sofia, hai bisogno di amore, di tutto l'amore che Edoardo vuole darti!"

Mi stavo privando dell'amore, dell'amore che avevo desiderato tanto, che avevo necessitato per anni, dell'amore vero e puro di Edoardo; ma avevo paura della felicità, temevo che ancora una volta, potesse essermi strappata dal petto.

Amami come Mai © #Wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora