Capitolo Ventotto - Cosa senti, Edoardo?

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04_ Aprile_2012
Sofia Pov

Ero alla mia solita seduta da Simona, la mia psicologa. Erano mesi, ormai, che ci andavo ed era qualche tempo che sentivo il bisogno di toccare Edoardo, di più, e forse nel profondo di me stessa avvertivo anche quel bisogno inverso: che lui mi toccasse, finalmente. Ma non avevo mai concretizzato quell'idea, per la paura di non essere ancora pronta e di illudere Edoardo ancora una volta.

Quando alla fine di quella seduta, lo feci presente a Simona, lei disse:

"Mi ero già accorta che eri arrivata ad un punto di svolta. Adesso c'è solo un altro piccolo tassello da superare. E se ci riuscirai, non avrai più bisogno di me"

Sgranai gli occhi per la sorpresa. Il mio corpo stava già mandando segnali e la mia mente li stava accogliendo. Avrei potuto amare Edoardo e lasciarmi amare senza più paure, senza quel senso di oppressione che mi bloccava il respiro.

"Non esserne sorpresa" continuò Simona "è tutto merito tuo ed io sono fiera di te"

Sospirai senza riuscire a dire nulla. Simona era stata più di una psicologa per me, era stata un'amica, una madre premurosa, probabilmente quella che non avevo mai avuto. Le dovevo la mia voglia di vivere la mia seconda vita e la mia nuova voglia di amare.

"Alla prossima seduta, dovrai venire con la persona che ti ha spinto a vincere le tue paure, a rinascere dopo essere stata colpita così duramente"

"Devo venire con Edoardo?"

"Sì, farete una seduta di coppia molto coinvolgente"

Annuii mentre lei sorrise.

"Ci vediamo mercoledì prossimo, allora"

11_ Aprile_2012
Edoardo Pov

Ero un po' teso, l'idea di andare dalla sua psicologa mi innervosiva, ero sempre stato piuttosto restio a parlare di me; ma per Sofia avrei fatto di tutto.

Simona, la psicologa era una donna cordiale, sulla cinquantina e mi accolse sorridendo.

"Ben arrivati! Mettetevi comodi!"

Disse, indicando le due chaise longue nere e parallele, poco distanti. Sofia mi lanciò un'occhiata poi allungò le labbra in un sorriso e si stese. Io feci lo stesso. Simona si accomodò sulla sedia tra noi.

"Allora, ora chiuderete gli occhi. Edoardo dovrai raccontarci come immagini la prima volta in cui toccherai Sofia. In tutto e per tutto: quello che vedi, le tue sensazioni e quelle che avverti in lei. Tu, Sofia, ricreerai quelle immagini nella tua testa e le vivrai con lui. Se non ti sentissi di continuare e volessi fermare tutto devi solo avvisarmi, ed io sospenderò la seduta, nel caso contrario continuerete fino al mio stop".

Annuimmo entrambi. Io avevo immaginato tante volte le mie mani su di lei, in mille modi diversi e pensare di raccontarglielo e condividerlo con lei, adesso mi riempiva di eccitazione e timore allo stesso tempo.

"Edoardo, quando sei pronto, iniziamo"

Chiusi gli occhi ed iniziai ad immaginare e vivere di quella immaginazione:

"Siamo a casa mia, sono in cucina e Sofia è in camera. La raggiungo, è seduta sul letto, indossa una mia camicia e ha le gambe nude. Mi avvicino, le sorrido e mi siedo di fianco. Lei mi fissa negli occhi e si avvicina dandomi un bacio sulla bocca..."

"Cosa senti, Edoardo?"

"Eccitazione, calore, il suo minimo tocco mi manda nel pallone..."

"Cosa fai allora?"

"Le prendo la nuca e la bacio appassionato. Lei sospira, poi ridacchia, mi stacco e la guardo, è bellissima; mette le mani sul mio petto, poi inizia a sbottonare la mia camicia tenendo gli occhi nei miei. La toglie, facendo scivolare le mani dalle spalle alle braccia. Le sue mani mi bruciano la pelle, poi le ferma sul mio torace e le muove piano..." dissi sospirando.

"E le tue mani dove sono?"

"Ferme sulle sue ginocchia, fino a che lei le prende e le appoggia sulla sua camicia, all'altezza dei bottoni chiusi. Sbottono il primo e il secondo e..."

"Cosa vedono i tuoi occhi?"

"Lei. Lei che si morde il labbro mentre mi guarda, poi abbassa gli occhi sulle mie mani ed io la seguo. La curva del seno si intravede attraverso la camicia aperta. Continuo a sbottonare e il pizzo nero del reggiseno fa capolino. I bottoni allacciati sono finiti, la camicia è aperta sul suo corpo vestito solo dal completino di pizzo. Mi afferra la nuca e mi bacia, mi divora, la sento eccitata e dolce. Le lascio la bocca e la bacio sul collo, sulla clavicola, sull'attacco del seno. Lascio scivolare la camicia sulle spalle e la sollevo sedendola su di me. Sono eccitato ma resisto, Sofia merita tutta la calma e la delicatezza del mondo. Con due dita inizio a sfiorarle la pelle a bordo del reggiseno, scendo sulla pancia fino al bordo dello slip. La sento deglutire senza parlare..."

"Sofia va tutto bene? Edoardo può continuare?" sentii Simona chiedere a Sofia e quindi la sua risposta accennata "Sì"

"Continua Edoardo..." replicò Simona.

"Le mie mani sono scese sulle cosce, gliele avvolgono, si muovono lente su e giù, i pollici verso l'interno lambiscono il pizzo. Lei freme, si spinge più in avanti e i miei pollici sfiorano il centro. Si solleva poco e mi stringe al petto, poggia la mia testa sul suo seno ed io sento invadermi le narici del suo odore. La sento sussurrare Amami, Edoardo..."

"...come mai..." la sentii mormorare e continuai:

"Salgo le mani sulla sua schiena e lei si inarca un po', trovo il gancio del reggiseno e lo apro. Il reggiseno piano scivola fra noi ed io prendo a baciarle il seno, ambrato, morbido...muoio dalla voglia di farla mia. Completamente. Le mie mani si infilano nello slip e le afferrano il fondoschiena. Lei mugugna e mi spinge all'indietro. In un attimo è su di me e mi bacia. Le nostre intimità si sfiorano, poi si toccano quando io faccio pressione con le mani e tiro giù lo slip..."

"Edoardo fermo! Apri gli occhi, se hai bisogno, il bagno è lì in fondo. Sofia, tu resta ferma con gli occhi chiusi".

Spalancai gli occhi e mi accorsi di avere il fiato corto, abbassai la testa e la mia eccitazione era talmente evidente che per la vergogna mi alzai e mi chiusi in bagno.

Sofia Pov

"Sofia come ti senti?" chiese poco dopo Simona.

"Eccitata...viva..." bisbigliai.

"Vuoi che Edoardo continui? Che continui a toccarti? Che ti faccia sua?"

"All'infinito...lo voglio...voglio lui" annaspai.

"Apri gli occhi Sofia, la seduta è finita..."

Il calore che mi pervase il centro si espanse al resto del mio corpo e finì in un pesante respiro. Mi girai e guardai Simona.

"Sei pronta Sofia, focalizzati su di lui e lasciati andare alle emozioni...con calma... lasciati condurre e spingiti fin dove ti senti. Questa era la nostra ultima seduta".

In quel momento il peso sul petto si sgretolò e si trasformò in una lacrima che mi rigò la guancia.

La terapia e soprattutto l'amore di Edoardo mi avevano riportato me stessa. Adesso dovevo e volevo solo donarla a lui.

Amami come Mai © #Wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora