Capitolo Cinquantasette - Mai più

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23_Novembre_2018
Sofia Pov

Era circa mezzogiorno, fuori pioveva a dirotto e noi eravamo tutti in sala riunioni e avevamo appena concluso. Mi diressi verso la porta e sull'uscio fermai Elena e Marco, per degli ultimi accorgimenti. Edoardo al mio fianco, sistemava i suoi documenti sul tavolo.

Con la coda dell'occhio lo vidi piegarsi in avanti, portandosi una mano alla testa. Mi voltai di colpo:

"Amore, che succede?! Stai bene?" dissi, poggiandogli una mano sulla spalla.

"Sì, sì...è solo un forte mal di testa..." rispose riaprendo gli occhi lentamente.

"Ok...vado a prenderti un moment...torno subito..."

"Grazie..."

Andai da Beatrice, mi feci dare l' analgesico e un bicchiere d'acqua e tornai nella sala da Edoardo.

"Tieni..."gli dissi, porgendogli il bicchiere e la pillola.

Alzò la testa un secondo, mi guardò negli occhi e abbozzò un sorriso, però in quell'istante non prese ciò che gli stavo porgendo ma si portò entrambe le mani alla testa, chiudendo forte gli occhi; lo vidi scivolare dalla sedia e lo presi tra le braccia.

"EDOARDO! EDOARDO! COS'HAI??!!!" Iniziai ad urlare.

Tutti, richiamati dalle mie grida, erano ormai sulla porta e iniziavano a telefonare.

Edoardo riaprì gli occhi piano, respirando a fatica, il suo torace si alzava ed abbassava compulsivo. Gli allentai la cravatta e gli sbottonai il primo bottone del colletto.

Lui allungò le labbra e sorrise "Ti amo Sofia...grazie per avermi reso felice..." biascicò mentre sembrava non riuscire a tenere aperti gli occhi.

"Cosa diavolo dici..." mormorai allibita "guardami! Edoardo, guardami! Sarà un calo di pressione..."

"Sono pronto..."

"Pronto a cosa...EDOARDO!!!" Gridai il suo nome.

"Ti saluto Gioia..."sussurrò con un filo di voce, richiudendo gli occhi.

Io a quelle parole spalancai i miei ed iniziai a bisbigliare "No...no...no...no...no....no...NOOOOOOO! EDOARDO!!!!" conclusi gridando ed iniziai a dargli degli schiaffi sulla guancia ma lui era immobile. Spostai lo sguardo sul suo torace, anch'esso immobile.

"DOVE CAZZO È L'AMBULANZA??!!" urlai.

"Sofia stanno arrivando..." mormorò Elena.

"Non respira...non respira più...DOVE CAZZO SONO!?" urlai di nuovo.

"So fare il massaggio cardiaco, spostati Sofia!" disse Marco, accucciandosi su Edoardo. "Sollevagli il mento" continuò mentre io mi spostavo tenendo la sua testa tra le mani.

Mi ritrovai a tremare, mentre Marco faceva il massaggio cardiaco ad Edoardo esanime. Non mi resi conto di quante compressioni fece, poi gli fece la respirazione con la bocca, ma Edoardo non si mosse di un millimetro.

"Cazzo!" Imprecò Marco mentre riprese le compressioni.

Sentivo i singhiozzi di Beatrice ed Elena alle mie spalle e tremavo come se fossi nuda sotto la neve; non mi resi nemmeno conto che stavo piangendo. I miei occhi erano bloccati sul volto fisso di Edoardo che sussultava sotto i colpi delle compressioni. Di colpo avvertii un vociare più intenso, rumori indistinti e Marco mi sollevò di peso da lì per lasciare spazio ai soccorritori.

Aprirono la camicia e posizionarono gli elettrodi del defibrillatore. La scarica fece sobbalzare il colpo di Edoardo. Allora ricominciarono il massaggio. Poi un'altra scarica e ancora il massaggio. Persi il conto della ripetizione di quei gesti. Osservavo quella scena ma era come se non la vedessi veramente. Persi la cognizione del tempo.
Poi vidi i soccorritori staccare tutto ed alzarsi in piedi. Ma Edoardo non lo fece.

Amami come Mai © #Wattys 2020Where stories live. Discover now