Capitolo 6

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Ho passato tutto il giorno ad esercitarmi a tirare queste dannate frecce.
Ammetto di non essere poi così male. Ho centrato ogni bersaglio, sorprendendomi di me stessa, ma per ora, il mio obbiettivo è stato colpire tronchi, rami, frutti. Non credo di essere in grado di colpire qualcosa in movimento.
Le braccia mi fanno male, ho i piedi addormentati e la gola secca, ma ignoro i sintomi del mio corpo, continuando a scoccare frecce di qua e di la. Sembrerà strano, ma è un ottimo modo per scaricare lo stress.

«Impressionante»
Abbasso l'arco e mi giro verso la figura di Felix, che avanza verso di me lentamente, con un piccolo sorriso sulle labbra.

«Non mi hai mai parlato di questa tua "abilità"» mima l'ultima parola con due virgolette.

«Non sapevo neanche come si impugnasse un arco fino a poco fa» rispondo, scaturendo una risatina da parte sua.

Mi concentro sul bersaglio e scocco un'altra freccia, colpendo esattamente lo stesso punto di prima.

Sorrido, abbastanza soddisfatta da me stessa.
Non avrei mai pensato di saper maneggiare un'arma del genere, ed è piuttosto gratificante.

Felix cammina tranquillo, posizionandosi davanti a me con una mela nella mano destra.
Lo guardo confusa, mentre è intento a posizionare il frutto in equilibrio sulla sua testa.

«Tira»

Corruccio la fronte, inclinando la testa.

«Cosa-» «Ho detto tira»

Ma è impazzito?
Il suo sguardo non vacilla e mi sento destabilizzata dalla sua improvvisa decisione.

«Ma sei pazzo?»

Abbasso l'arco, portando le braccia lungo i fianchi.

«Non lo farò, Felix»

Sbuffa in risposta, alzando gli occhi al cielo.
«Non mi succederà niente, Wen, te lo assicuro. Ora tira» esordisce con tono esasperato.

Vedendo che non accenno a muovermi, continua a parlare.

«Non saranno alberi i tuoi bersagli. Devi sperimentare l'adrenalina ed ottenere il controllo»

«E se ti ferisco?»

«Non succederà»
Il suo sguardo è deciso, come se fosse pienamente certo di quello che dice.

«Non sono così brava Felix»
Faccio un passo indietro, decisa a non fare quello che mi viene chiesto.
«non voglio rischiare»

«Devi fidarti di me»
Quelle parole mi bloccano. Mi fido ciecamente di Felix, il problema sono io. Non sono ancora del tutto padrona dei miei sensi, non ho il pieno controllo dei miei gesti e delle mie azioni.

Ma quando percepisco una presenza alla mia destra tiro su l'arco.
Lo guardo di sottecchi, cammina silenziosamente verso un albero per poi poggiarci la schiena, guardandosi intorno con fare distratto.

Distolgo lo sguardo da lui, fingendo di non averlo visto, ma posso comunque sentire i suoi occhi bruciarmi la pelle.

Probabilmente è venuto ad assistere allo spettacolo. So bene che è stato lui a chiedere a Felix di farlo, ecco perché era così sicuro che non gli sarebbe successo niente. Nel caso dovessi sbagliare, Pan lo salverà.
Ma nel momento in cui mi decido a prendere la mira sulla mela, una folle idea mi passa per la testa.
Mi prendo qualche secondo, lo guardo con la coda dell'occhio, posiziono le ginocchia verso l'esterno.
E un istante prima di scoccare la freccia cambio il mio bersaglio.
La freccia scorre veloce contro il vento, indirizzata al centro del suo petto.

Run, Wendy || COMPLETAWhere stories live. Discover now