Run, Wendy || COMPLETA

Capitolo 16

Più ci penso più mi rendo conto di non conoscere nessuno.
A dir la verità, credo di non conoscere neanche me stessa. Ci sarà sempre quella parte di me che rimane nel profondo, al buio, per poi sbucare fuori all'improvviso, sorprendendomi.

Ho sempre saputo di essere una persona molto impulsiva, so benissimo che non vado molto d'accordo con le mie emozioni. Eppure sono sempre alla disperata ricerca del controllo.
Devo avere tutto sotto mano, ogni dettaglio, pensiero, parola. Tutto deve avere un senso, un significato, un secondo fine.
Ho sempre pensato che tutto accada per una ragione, e qualunque essa sia io devo esserne al corrente. E se non lo sono, trovo il modo di esserlo. E non importa come io faccia.

Eppure, ora il controllo è la cosa che mi manca di più.
L'impossibilità di conoscere tutto e tutti mi sta facendo impazzire. La dinamica dell'isola, l'utilità della perla, la sicurezza di poter fare qualcosa per cambiare il futuro.
Peter Pan.
Il demone dell'isola.
È impossibile conoscerlo a fondo, o superficialmente.
Mi rendo conto di sapere ben poco di lui. Oltre a quello che ho visto nella visione e al fatto che sia un orribile demone assassino, non so niente.

Però ho capito una cosa.

Può dire tante cose che sembrano importanti, compiere gesti innaturali e sconvolgenti, convincerti che lui sia nel giusto e tu nel torto, nonostante non sia così.
E ti sembra di averlo capito, di aver fatto un passo avanti, anche se piccolo.
Ma queste cose non contano con lui. Quelle grandi parole e gesti, che sembrano fondamentali, in realtà non lo sono.
Uno sguardo, un sorriso nascosto, una specifica parola che si confonde con le altre, ma che racchiude il contenuto principale.
Questo è il suo obbiettivo. Nasconde tutto nei piccoli gesti, che possono sembrare insignificanti, ma in realtà sono fondamentali.
Ti confonde, gioca con la tua mente.
Ed è questo che lo rende stramaledettamente irraggiungibile.
E come se non bastasse ha un potere smisurato.
Se voglio batterlo, o almeno riuscire ad avere un confronto con lui, devo giocare di testa.
Devo nascondere, confondere, raggirare più e meglio di lui. Devo essere più furba, ma anche più cauta. Non posso lasciarmi guidare dall'istinto, ogni particolare conta.

E me ne rendo conto in questo momento, nella mia tenda, rannicchiata in un angolo dopo aver distrutto tutto quello che mi si presentava davanti. Giuro, per l'ultima volta mi sono lasciata andare così. Ho dimostrato di essere debole, di non potermi controllare. L'ho lasciato vincere, per questa volta. Ma sarà l'ultima. Non ho intenzione di dargli questa soddisfazione. Non mi vedrà crollare davanti ai suoi occhi.
Non sono debole, tantomeno stupida. Non mi farò ingannare dai suoi giochetti.

Mi alzo di scatto, abbandonando l'intenzione di rimanere seduta in un angolo a disperarmi.
Devo agire, dovevo combattere con tutte le mie forze e trovare una soluzione per andarmene.
E l'unica cosa a cui riesco a pensare, è liberarmi di Pan.

Ma non posso riuscirci da sola, sono consapevole di non avere neanche un briciolo del suo potere. Ho bisogno di qualcuno che lo voglia morto tanto quanto me, ma che sia in grado di contrastare la sua magia.

Come ho fatto a non pensarci prima? Devin mi ha detto che custodiva dei libri sulla magia.
Lì ci saranno sicuramente tutte le risposte che cerco, e magari qualche informazione sulla perla.
L'unico problema è che non ho la più pallida idea di dove si trovino questi libri.
Non posso chiedere a Felix, mi porgerebbe troppe domande e non posso dirgli che è semplice curiosità. Lui sa meglio di tutti che tutto quello che faccio ha uno scopo.

Esco dalla mia tenda, pensierosa.

Ho bisogno di qualcuno che non gli dia importanza, così da non raccontarlo a Pan.
I grandi lo farebbero, non gli vado molto a genio, e scommetto che non vedono l'ora di spifferare a Pan che sto facendo qualcosa di sospetto.
Ma i più piccoli...Tom!
Lo vedo mentre è fuori dalla sua tenda, intento a riparare un grande buco con ago e filo, senza successo.
Mi avvicino a lui, accovacciandomi alla sua altezza.