Capitolo 7

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Rimango seduta sul letto ad osservare Felix che cammina nervosamente da una parte all'altra della tenda, scansando maldestramente gli oggetti poggiati sulla scrivania, rovistando in tutti i cassetti, tirando qualche calcio qua e là ed emettendo qualche lamento di frustrazione.

I suoi capelli sono un completo disastro, rovinati dalle mani che li scompigliano continuamente senza lasciargli un attimo di riposo.
Non riesco a vedere i suoi occhi, ma non ne ho bisogno. Tutto il suo corpo esprime agitazione, rabbia.

«Si può sapere che cavolo ti prende?» sbotto improvvisamente, facendolo sussultare.
Smette di fare qualunque cosa stesse facendo e si avvicina velocemente a me, per poi inginocchiarsi fino ad arrivare alla mia altezza e prendermi per le spalle.
«Sta-lontana-da lui» scandisce con decisione queste parole, tornando subito dopo a cercare qualcosa di cui non sono a conoscenza.

Lo guardo sbalordita. Ho seriamente paura che sia diventato pazzo. Le sue guance hanno preso un colorito un po' troppo rosato, che non gli si addice. Posso vedere delle piccole gocce di sudore scendergli sul viso, che si affretta ad asciugare prima di prendere un respiro profondo e buttare fuori un urlo con tutte le sue forze. Tira un ultimo calcio al letto, dove sono seduta io, per poi accasciarsi a terra e mettersi le mani nei capelli, tirandoli con forza.

Rimango in silenzio nel mio angolino, cercando di non dargli un pretesto per ricominciare. Mi mordo il labbro inferiore nervosamente mentre mi guardo intorno per trovare una qualunque via di fuga.

Nonostante questa tenda sembri molto piccola da fuori, all'interno è sorprendentemente spaziosa. Non c'è molto, solo un letto, uno strano scaffale con sopra delle minuscole bottigliette di vetro contenenti qualche strano liquido, e un piccolo tavolo ricoperto di foglie, scodelle vuote e una lanterna.

Torno a guardare il mio amico, incrociando i suoi occhi che già mi stavano osservando.

Si alza lentamente, per poi avvicinarsi a me, e prendere un ciocca dei miei capelli neri tra le dita. La arrotola delicatamente tra le dita per poi passare la mano sul mio viso, percorrendone delicatamente il contorno e soffermandosi sul mio mento. Quando i suoi occhi incontrano i miei uno strano brivido mi percorre la schiena.
È come se mi fossi immobilizzata, non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, che mi appaiono stranamente molto più belli. Rimango incantata dal suo verde che contrasta perfettamente il mio ghiaccio, mentre si fa sempre più vicino.
Confondo il suo respiro col mio, rilassata dal contatto tra le nostre fronti. Socchiudo leggermente gli occhi, con il cuore che accelera ad ogni battito. La mente si fa improvvisamente più leggera, sento svanire ogni briciolo di preoccupazione, tristezza, rabbia.
In questo momento ci siamo solo io e lui.

Le sue labbra si posano gentilmente sulle mie e rimango per un secondo estasiata da quel tocco. Le sue mani vagano lentamente sui miei fianchi, avvicinandomi maggiormente a lui.
Ed è in quel momento che realizzo cosa sta davvero succedendo. Mi stacco bruscamente, alzandomi.
«Felix, non-»
Senza lasciarmi finire la frase scatta in piedi, tornando a prendermi il viso.
«Basta pensare Wendy»
Si fionda nuovamente sulle mie labbra, stavolta con più decisione.
Nonostante sia stranamente inebriata dal suo tocco, allontano nuovamente le sue mani dal mio corpo, sentendo una sensazione di vuoto non appena le sue dita interrompono il contatto con il mio viso. Prendo dei respiri profondi, sentendo l'aria mancare nel momento in cui torno ad essere completamente lucida.
«Cos'è stato?» la mia voce esce in un sussurro, tanto che credo non mi abbia nemmeno sentito.
Torna a sedersi nella posizione di prima, distogliendo lo sguardo dal mio per puntarlo ai suoi piedi. Il suo viso è tornato ad avere il solito colorito pallido e i suoi occhi non sembrano più tanto affascinanti.
«Perché, Wendy. Cos'ho di sbagliato?» la sua voce leggermente tremante è come un pugnale al cuore. Non avevo alcuna intenzione di far soffrire Felix.
Le parole mi muoiono in bocca, non riuscendo a dargli una risposta. Felix è l'unica persona che mi sia davvero stata accanto, aiutandomi in tutto. Qual era il problema? Lui dovrebbe essere quello che ogni ragazza desidera, quindi perché la mia mente non riusciva a vederlo in quel modo?
Il problema non era lui, ma io.
Non ha sbagliato nulla, non mi ha mai fatta sentire sola, o in pericolo. Ma per qualche ragione, non potevo immaginare di aver Felix al mio fianco se non come una figura fraterna.

Run, Wendy || COMPLETAWhere stories live. Discover now