Capitolo 27

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«Ora si gioca sul serio»

Peter si incammina a passi veloci verso l'accampamento, seguito a ruota da tutti gli sperduti, eccetto Felix, che viene preoccupato verso di me.
Sono rimasta immobile, con gli occhi sbarrati e leggermente umidi e la bocca serrata in una linea dura.

«Wendy, stai bene?» mi chiede a bassa voce, poggiando mi una mano sulla spalla.

Non posso crederci.
La mia unica occasione di andarmene da quest'isola è scomparsa. Tutta questa messa in scena, le bugie, il dolore. Tutto inutile.
Mi hanno lasciata qui a marcire nel mio destino, quando mi avevano promesso che mi avrebbero portata con loro e mi avrebbero salvata, mi avrebbero riportato da mio fratello.

«Wendy»
Mi giro verso Felix, con lo sguardo basso.
«Andiamo»

Provo a fare un passo, ma il dolore al piede è davvero forte.
Assumo una smorfia di dolore, ma stringo i denti e continuo a camminare, con la mente vuota.

Sono stanca, molto stanca. Tutta l'adrenalina di prima è svanita, lasciando posto ad una grandissima voglia di sdraiarmi e dormire, non importa dove.
Fatico a tenere le palpebre aperte e cerco di tenere i sensi vigili, nonostante mi costi un grande sforzo.

Mi aggrappo al braccio di Felix, cercando un appoggio.

«Che hai?» mi chiede, cercando di sorreggermi il più possibile.
Non rispondo e cerco di concentrare i pensieri su qualcosa di felice, per non pensare al dolore che la ferita mi sta causando.
Sento tutte le forze abbandonarmi, e tutto diventa improvvisamente più freddo. Le mie braccia, le mie gambe, le mie labbra, tutto inizia a tremare. Sento come se qualcosa mi stesse schiacciando e io stessi cadendo sempre più giù.

Sento le gambe cedere e devo aggrapparmi ancora di più a Felix per non cadere.
Lui si ferma, girandosi a guardarmi, e vedo sul suo viso un'espressione che si trasforma da confusa a...terrorizzata.

«Wendy...le tue labbra»

Sento un dolore lancinante alla testa, che mi porta a stringere gli occhi con forza.
E poi è come se non avessi più il controllo del mio corpo.
Mi abbandono completamente, ma Felix mi prende prima che possa cadere a terra.
Mette una mano dietro la mia schiena e mi accompagna delicatamente verso il suolo.

«Peter!»
Sento gridare, ma la sua voce non è più tanto chiara.
Cerco con tutte le mie forze di tenere gli occhi aperti, nonostante la mia vista sia offuscata.

Non riesco a muovermi, mi viene difficile persino respirare. Provo a muovere le dita, ma non sento niente. Sono poggiata a terra, ma non percepisco la ruvidità del terreno.
Però la testa è più leggera adesso.

«Aiutala, Peter!»

D'un tratto sento il vuoto. Il terreno non è più sotto di me, le braccia penzolano sotto i miei fianchi, la cima degli alberi si fa sempre più vicina.

NARRATOR'S POV

Peter prese la ragazza con delicatezza sollevandola dal terreno. Il suo sguardo si posò immediatamente sul suo viso, le labbra scure, gli occhi spenti e le diverse venature violacee che le rigavano le guance e il collo.
Poi sulle gambe, di un colore così pallido da sembrare surreale .
Poi sulla ferita profonda che le prendeva metà del piede. Uno squarcio scuro, dal quale gocciolava un denso liquido nero.

Sapeva bene cosa fosse, e sapeva ancora meglio che se non fosse intervenuto subito, Felix avrebbe detto addio per sempre alla sua cara amica.

Quindi si alzò in volo, tenendola ben stretta tra le sue braccia.
Volò più veloce che poteva, correndo contro il tempo.
Cercava di proteggerla dall'aria fredda e la stringeva ancora di più al suo petto, fino a farle toccare il suo collo con la fronte.
Le carezzava la testa con le dita, delicatamente.
La sentiva respirare a fatica, poi sempre di meno, fino a quando non divenne un movimento impercettibile.

Run, Wendy || COMPLETAWhere stories live. Discover now