Capitolo 13

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«Cosa intendevi prima?» gli chiedo non appena tocchiamo terra con i piedi.

«Non sono affari che ti riguardano» mi liquida, iniziando a camminare con l'intento di superarmi, ma io lo seguo senza esitare.

«Io credo proprio di sì. Ho fatto quello che mi hai detto, ora voglio delle risposte»

«Io non ti devo alcuna risposta» si gira con un sorriso sarcastico, come se quello che ho detto fosse divertente, per poi tornare ad ignorarmi.

Lo seguo provando a stare al suo passo.

«Lo volevi uccidere? Perché mi hai tenuto all'oscuro?»
Continua a camminare, ignorando le mie domande.

«Avevo il diritto di saperlo, Pan! Mi stai ascoltando?»

«Cristo! Si, Wendy, lo volevo uccidere» sbotta, fermandosi improvvisamente, facendomi sbattere con il suo petto.

Lo guardo male, aspettando che prosegua.

«Lo volevo uccidere perché è un traditore. Ho pianificato di ucciderlo nella maniera più dolorosa possibile, e tu-fa una lunga pausa, durante la quale si avvicina e mi punta un dito contro al petto-tu mi hai aiutato a farlo»

Si gira velocemente e torna a camminare. Stavolta non lo seguo.
Rimango ferma, con i piedi piantati nel pavimento, le parole di Pan che ancora mi pesano sul petto.
Lo osservo farsi sempre più lontano, fino a sparire totalmente dalla mia vista.

«Vaffanculo» grido dopo qualche minuto, prima di sedermi a terra e prendermi la testa tra le mani.

Perché deve andare così? Non c'era un altro modo?

E perché Devin è dovuto scendere a patti con quel pirata malandato?
Se si fosse fatto gli affari suoi e avessi rispettato gli ordini, ora sarebbe ancora vivo. Doveva solo...ubbidire.

Già...doveva ubbidire. Ora starebbe bene, Pan non gli avrebbe bruciato il viso e ora non sarebbe in quel labirinto di alberi.

Ma ne vale davvero la pena? Vivere una vita vuota, da servo, da inetto.
Seguire gli ordini di qualcuno che ti ha portato qui con la forza e che non ti ha dato una scelta. Ferire, uccidere, morire per lui.
E lui? Lui chi è?
Che vuole da loro? Che vuole da noi?
Lui non se lo merita. Non si merita che tutti noi stiamo in silenzio ad ascoltarlo.
Lui si merita qualcuno che gli parli sopra fino a zittirlo, qualcuno che lo ferisca finché lui non ha più la forza di ferire te.
Qualcuno che gli faccia provare la sensazione di essere debole.

Forse è questo quello a cui voleva arrivare Devin. Voleva ferirlo, annientarlo. O semplicemente, voleva solo tornare a casa.
Ma non lo biasimo. Se avessi l'occasione di tornare a Londra e lasciarmi tutto questo alle spalle, la coglierei immediatamente.

Ma chi potrebbe mai aiutarmi?

Un tremore sotto di me mi porta a sussultare pesantemente.
Mi alzo in piedi, scorgendo una forte luce poco distante da me. Il suolo è completamente illuminato per circa due metri, e al centro riesco ad intravedere un minuscolo oggetto.

Mi avvicino lentamente, cercando di metterlo a fuoco.

Allungo la mano verso di esso, che smette di emettere luce non appena lo tocco.

È una...perla?

La osservo attentamente, esaminandola per bene. È una semplicissima perla, niente di particolare.

«Cos'è che sento qui?»

Arretro spaventata quando davanti a me appare una figura a me sconosciuta.

Run, Wendy || COMPLETAWhere stories live. Discover now