Capitolo 36

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Londra

Martha chiuse il suo armadietto cercando di non prestare attenzione alla scritta su di esso che era ancora ben visibile.

Sfigata.

Strinse al petto i libri che teneva tra le braccia, decisa ad ignorare gli sguardi e le parole cattive delle ragazze in corridoio.
Entrò nell'aula di letteratura a testa bassa, sedendosi al solito banco in fondo accanto ad una ragazza di cui non conosceva neanche il nome, nonostante fossero compagne di corso da mesi. Aprì il libro su una pagina a caso e dovette resistere all'impulso di guardare fuori dalla finestra.
Sapeva che la classe era già giù e aveva iniziato la lezione, ma lo sguardo di fuoco di Bee la costrinse a puntare gli occhi sul banco. Era ancora fermamente convinta che Martha fosse interessata al suo ragazzo e sapeva che nonostante la minaccia di Wendy avrebbe potuto metterla al muro in meno di un secondo. Si concentrò sulla professoressa senza distrarsi neanche per un secondo, con sua sorpresa. Faticava parecchio a prestare attenzione a quella classe, non le piaceva per niente e la professoressa era parecchio noiosa. Eppure quel giorno le sembrava interessante, o almeno si convinceva che lo fosse. Magari se avesse seguito la lezione il tempo sarebbe passato più in fretta e sarebbe potuta uscire da quella scuola il prima possibile.

Qualcuno bussò alla porta e uno dei bidelli salutò cordialmente la classe.

«Il preside ha richiesto Martha Smith nel suo ufficio» informò la professoressa.

Tutta la classe puntò lo sguardo sulla ragazza che, in risposta, si agitò sul posto.
Cosa poteva volere il preside da lei? Non aveva mai fatto niente di sbagliato, non si era mai cacciata nei guai e non aveva mai ricevuto una punizione. Dallo sguardo della professoressa capì che ne era sorpresa tanto quanto lei.

Strisciò la sedia sul pavimento, esitando un attimo prima di alzarsi. Gli occhi dei suoi compagni la mettevano in soggezione, la facevano sentire colpevole di qualcosa che non sapeva di aver fatto.
Forse non era niente di che, non doveva per forza essere finita nei guai. Si stava intimidendo inutilmente, era una brava ragazza e il preside lo sapeva.
Eppure si scoraggiò visibilmente sotto gli sguardi soddisfatti degli altri.

Raggiunse con estrema lentezza il bidello fuori dall'aula, che le rivolse un sorriso tirato prima di chiudere la porta dietro di se.

Dovettero salire due piani di scale prima di arrivare davanti l'ufficio del preside. Martha sperava che il bidello l'avrebbe lasciata lì davanti e se ne sarebbe tornato a farsi i fatti suoi, lasciandole un po' di tempo per calmarsi prima di entrare.
Per sua sfortuna, quest'ultimo bussò al suo posto sotto il suo sguardo agitato.
La profonda voce del preside li invitò ad entrare e quando aprirono la porta liquidò il signore accanto a lei con un cenno del capo.

Martha rimase immobile davanti alla figura imponente del preside che la osservava con sguardo serio, e alla chioma nera che giaceva di spalle sulla sedia davanti alla sua scrivania.

Indicò con la mano la sedia davanti a lui, distogliendo lo sguardo da lei per sistemare alcuni fogli e donandole un po' di sollievo.

Si sedé lentamente sulla pelle nera, guardando di sottecchi il viso della ragazza alla sua destra.

Al contrario di lei, Wendy sembrava essere estremamente tranquilla, si guardava intorno con fare annoiato mentre picchiettava un dito sul bracciolo di pelle.
Martha non sapeva bene perché, ma era contenta che lei fosse lì.
Negli ultimi giorni l'aveva vista spesso nei corridoi, ma lei non le aveva rivolto neanche uno sguardo. Avrebbe voluto parlarle o anche solo salutarla, ma aveva una strana sensazione ogni volta che le passava accanto. Aveva paura che non l'avrebbe guardata, che l'avrebbe rifiutata. Le aveva detto che le piaceva, lei piaceva a Wendy Darling. E allora perché si sentiva così insicura? Avrebbe dovuto provare ad esserle amica, almeno. Eppure nonostante avesse la certezza che la sua compagnia non fosse totalmente sgradita sentiva come se ogni piccola azione o parola sbagliata l'avrebbe riportata due passi indietro, a quando l'unica cosa che poteva ricevere da lei era uno sguardo freddo e disinteressato.

Run, Wendy || COMPLETAWhere stories live. Discover now