Capitolo 15

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La mia mano tasta il terreno umido, misto a terra e foglie.

Sento il rumore degli uccelli e del vento leggero che mi accarezza il viso.
Mi sento rilassata, in pace.
Apro gli occhi e vedo i lunghi rami degli alberi coprirmi la visuale al cielo.

Nonostante sia giorno, non si vede molto. C'è sempre quest'atmosfera cupa, grigia.

Provo ad alzarmi con il busto, ma mi rimetto subito giù non appena sento un dolore lancinante provenire dal mio addome.

Porto una mano all'altezza dello stomaco, sentendola subito bagnata.

La maggior parte dei miei vestiti è ricoperta di sangue.

Mi faccio forza e mi alzo da terra, poggiandomi al tronco di un albero per non perdere l'equilibrio quando un giramento di testa mi colpisce.

Non sono del tutto lucida.
La mia vista è offuscata, i suoni sono ovattati.
Cerco di concentrarmi su qualcosa per non svenire.
Inizio a contare ad alta voce, cercando di concentrarmi solo sui numeri, mentre cammino con la speranza di arrivare alla spiaggia.

Credo di avere le allucinazioni, ma posso giurare di vedere la regina delle fate venire verso di me.
Assottiglio gli occhi, cercando di mettere a fuoco la sua figura.

«Dovresti tenere a bada il tuo istinto, cara»

Muove la mano davanti a me più volte, fino a farmi provare una sensazione di sollievo.
Sento che le ferite si stanno rimarginando, e il dolore inizia a svanire lentamente.

Guardo verso il mio stomaco, tastandolo con le dita e accorgendomi che il sangue ha smesso di uscire.

«Grazie» le dico, leggermente stupita, ma grata che mi abbia curata, e lei mi sorride di rimando.

Avrei così tante domande da farle che non saprei da dove iniziare, mi sembra quasi un miracolo che sia tornata. Avevo il presentimento che non l'avrebbe mai fatto.

«Avrai molte domande, immagino» mi chiede, quasi come se mi avesse letto nel pensiero.

«In realtà, si» annuisco io.

«Ti concedo tre domande. Scegli bene, Wendy»

Solo tre domande?
Non bastano a chiarire tutti i miei pensieri, non sono abbastanza. Ma è sempre meglio di niente.

Non ho bisogno di pensarci. Ho pensato molto a quello che ho visto, e ci sono delle cose che non sono chiare, ma che sembrano molto importanti.

«La verità del futuro, quella che mi hai mostrato. Voglio sapere cosa significa»

«Immaginavo che questa sarebbe stata una delle tue domande» mi dice sorridendo, per poi iniziare a camminare avanti e indietro, guardando la natura che ci circonda.

«Peter Pan ha bisogno di magia»

Continuo a guardarla, in silenzio, incitandola a continuare.

«La clessidra che hai visto contiene il tempo che gli rimane nel mondo della magia. Quando l'ultimo granello toccherà la parte inferiore della clessidra, la sua magia svanirà, e lui morirà»

Le sue parole mi destabilizzano per qualche secondo.

Peter Pan può morire?

«Ma c'è un modo per far si che questo non accada»

Si ferma e torna a guardare me.

«Il cuore del vero credente deve giacere nel suo petto, e questo è quello che hai visto nella tua visione. Lui l'ha preso, e si è salvato»

«Il cuore del vero credente? Chi sarebbe?»

«Il vero credente è colui che crede totalmente nella magia. E di conseguenza, crede in Peter Pan, e questo è necessario purché lui continui a vivere»

Sto iniziando a mettere insieme i pezzi, ma ci sono ancora delle cose che non tornano.
So che la magia nella clessidra non è l'unica causa dell'indebolimento di Pan.

«Nella verità del presente mi sembra di aver capito che qualcosa sta minacciando l'isola. Che cos'è?»

«Non è qualcosa, cara. È qualcuno» mi corregge.

«Ma Pan non ha idea di chi possa essere» termina la frase con un ghigno divertito, che non riesco ad interpretare.

«Sta prendendo il suo potere, lo sta indebolendo. Potrebbe essere chiunque, per quanto ne sappia»

«E la perla? Cosa ci devo fare?»

«Oh, cara, non hai bisogno che io te lo dica» si avvicina di qualche passo con un sorriso falsamente rassicurante sul volto«la risposta si trova dentro di te»



«Wendy!»

Felix si alza da terra e viene immediatamente verso di me, osservandomi dalla testa ai piedi per assicurarsi che io stia bene.

«Non hai idea di come la paura che Peter ti avesse ucciso mi stesse divorando» dice prima di stringermi forte.
Ricambio maldestramente l'abbraccio, dandogli del colpetti sulla spalla quando mi rendo conto che sta durando troppo a lungo.

«Io ho sentito...le tue grida» mi informa preoccupato, ma allo stesso tempo confuso, rendendosi probabilmente conto che non presento alcuna ferita.

«Oh...cosa? Davvero? Non ricordo di aver urlato...a dir la verità non ricordo proprio niente. So solo che mi sono risvegliata nel bosco poco fa» cerco di risultare il più convincente possibile, assumendo un'aria confusa.

Ora so che non posso fidarmi al 100% di Felix.
È troppo leale a Pan, non ci penserebbe due volte prima di raccontagli quello che gli dico, e me l'ha dimostrato.

Non posso rischiare, non ora.

«Beh, mi sembra solo un po' strano che...insomma...»

«Che io non sia ferita?»

«Già» si porta una mano dietro al collo, strofinandolo.

«Ci sarà una spiegazione...ma ora non mi interessa»

Lo supero senza aggiungere altro, dirigendomi verso la mia tenda.

So che ha notato che qualcosa non va, e credo sappia anche il perché.

Non posso fidarmi di lui come non posso fidarmi di nessun altro, la fata regina, Killian.
Sembrano tutti troppo propensi ad aiutarmi, e anche se fino ad ora mi hanno dato davvero una mano, non posso abbassare le difese.

Devo seguire me stessa, senza alcun intralcio, e loro lo sono.

Run, Wendy || COMPLETAWhere stories live. Discover now