Capitolo 37

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I nostri respiri affannosi sono l'unico suono percepibile nella stanza.
Gli occhi che bruciano, uno strano formicolio alle mani dovuto al grande spavento preso poco prima.

Sarei morta? A dire la verità mi sembra impossibile di essere ancora viva. Quella cosa era così...buia. Talmente tanto che credo abbia lasciato un pezzo di oscurità dentro la tenda ad aleggiare tranquillamente nell'aria.

Mi appoggio malamente alla parete cercando di non cadere a causa dell'improvviso tremore alle gambe.
Pan sembra essersi finalmente svegliato da uno stato di trans e si precipita verso di me cercando di sorreggermi come meglio può.

«Ti senti bene?» un lieve tono allarmato si aggiunge alla sua voce calda mentre passa i suoi occhi su ogni centimetro del mio corpo per assicurarsi che non abbia ferite.

Potrei rispondere di si, potrei dire che ora che lui è con me sto bene, mi sento al sicuro. Potrei dirgli che con un suo abbraccio si risolverebbe tutto, che con un suo bacio il terrore svanirebbe e tornerei ad essere la Wendy di sempre.
Ma come potrei farlo, quando l'unica cosa che sento è l'insostenibile paura di cadere di nuovo nel vuoto?
Ho visto di nuovo la morte con i miei stessi occhi. Ho sentito la vita abbandonarmi, il gelo ricoprirmi e la mia anima sparire completamente in un buio talmente fitto dal risultare quasi accecante.

Apro la bocca quanto basta per formulare una frase che viene fuori come un sussurro.
«Ma che sta succedendo?»

Mi lascio andare sul suo petto, sentendomi priva di ogni forza e ragione. Ora non importa se lui mi vedrà debole, per una volta ho ammesso a me stessa di aver bisogno di qualcuno che possa aiutarmi. E non è una brutta sensazione come credevo. La mia fronte poggia sul suo corpo caldo mentre le sue mani raggiungono ben presto i miei fianchi e mi cingono in un abbraccio bisognoso, ma delicato allo stesso tempo. Per la prima volta mi sento protetta da qualcuno che non sia me stessa. Mi sto distaccando dalla mente, voglio solo prendere tutto l'orgoglio e il disprezzo presenti nel mio corpo e buttarli in un cassetto lontano dal mio cuore. E per una volta, piango.

Piango silenziosamente sulla spalla di quello che dovrebbe essere il mio peggior nemico, ma che allo stesso tempo è l'unico che fino ad ora è stato in grado di abbattere il muro che si era creato intorno al mio cuore e che lo stava bruciando giorno dopo giorno.

Eppure tutto questo non riesce a non sembrare sbagliato. Per quanto io voglia convincermi che per una volta possa permettermi di essere egoista, di pensare a stare bene con me stessa e lasciarmi andare a delle sensazioni che non avevo mai provato nella mia vita, so che non dovrei farlo, so che non dovrei permettere a qualcuno di entrare dentro di me e prendere un pezzo del mio cuore per poi donargli la libertà di uscire e portarlo via con se per sempre.
So che se Pan dovesse uscire dalla mia vita si porterebbe via anche la mia anima, il mio respiro, la mia fiducia. E dovrei essere triste, dovrei sentirmi maledettamente impotente davanti al ragazzo che sarebbe capace di sgretolare il mio cuore in un battito di ciglia.

Eppure adesso più che mai, tra le sue braccia, mi sento potente. Sento di non dovermi più sforzare a reggermi sulle mie gambe ormai stanche di portare addosso il peso di una vita. Pan mi sta sorreggendo, mi sta aiutando a non cadere.
E ho scoperto che il mio corpo ne aveva maledettamente bisogno.

Quindi forse posso essere egoista per una volta, posso aggrapparmi con tutte le mie forze all'aiuto che questo ragazzo mi sta offrendo.
Le conseguenze sono ormai superflue, sono finite in una parte indefinita del mio cervello e non ho intenzione di portarle indietro.

Sto andando avanti, sto finalmente lasciando il passato alle spalle e sto aprendo il mio cuore a qualcuno, a Pan.

«Non lo so Wendy. Non lo so» mormora accarezzando i miei capelli con la mano, forse con l'intento di calmarmi e farmi smettere di piangere. Quello che non sa è che piangere in questo momento è l'unica cosa che può riuscire a farmi stare meglio. Sento come se le mie paure, la mia ansia, i miei segreti possano svanire nell'esatto momento in cui le lacrime scivolano sul mio viso e raggiungono la sua maglietta. Dentro quelle gocce d'acqua ci chiudo le mie grida soffocate, le richieste di aiuto che non ho mai rilasciato, il peso nel petto che durante gli anni ha cercato di mangiarmi viva, lasciando sono un enorme vuoto dentro di me.

Run, Wendy || COMPLETAHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin