Capitolo 23

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Continuo a camminare nervosamente verso il bosco, inciampando continuamente in quell'orribile vestaglia color latte che ero stata obbligata ad indossare.

«Sembri quasi pura ed innocente se ti si guarda da lontano» borbotto le sue parole, maledicendo il momento in cui ho accettato.

«E che sarà mai? Faci-»mi blocco, tirando con forza il lembo del vestito che si è impigliato alla radice di un albero«-lissimo»
Tiro con forza un'ultima volta, riuscendo finalmente a liberarmi ma lasciando un lungo squarcio sulla veste.

«Dannato vestito, dannato Pan! Vorrei vedere te al mio posto, stupido ragazzino viziato» continuo a lamentarmi, con i piedi scalzi che bruciano sotto i sassi e la terra.

Mi fermo in un punto preciso, stendendomi a terra come mi era stato chiesto e caccio un urlo, più forte che posso.
Pan mi avrebbe mandata vicino a loro, avrei finto di essere appena arrivata e loro sarebbero venuti a soccorrermi, vista la loro 'nauseante anima benevola', come l'aveva chiamata lui.

Aspetto qualche minuto prima di sentire i loro passi venire verso di me, dopodiché chiudo gli occhi, fingendomi svenuta.

Inizio a sentire delle voci farsi sempre più vicine, ma poi iniziano ad allontanarsi piano piano.

Mi guardo velocemente intorno e prendo un grande sasso poco più distante per poi lanciarlo sulla corteccia di un albero, sperando di fare abbastanza rumore da condurli qui.

Non appena li sento vicini torno nella mia posizione originale.

Sento i loro passi poco distanti da me che si bloccano, probabilmente mi hanno appena vista.

«O mio dio!» i passi della donna si fanno sempre più vicini e dopo qualche istante percepisco le sue mani sulle mie spalle, che mi scuotono leggermente.

«Attenta, Emma! Potrebbe essere una trappola» sussurra un uomo, che si è avvicinato a sua volta per allontanarla da me.

«Guardala, è solo una ragazzina! Sicuramente è vittima di Pan»

Ragazzina? Anche lei adesso?
Vorrei alzare gli occhi al cielo, ma non mi sembra il caso.
Tengo ancora le palpebre ben serrate, aspettando ancora un po'.

«Oppure è stato proprio Pan a mandarla! Quel ragazzo ne sa una più del diavolo»

«E se non fosse così, Neal? Cosa dovremmo fare? Lasciarla qui e aspettare che lui la trovi? No grazie»
La donna torna a scuotermi leggermente, mentre io apro gli occhi piano piano, sbattendo più volte le palpebre.

Faccio tutto con estrema lentezza.
Sollevo piano il busto e mi metto una mano sulla testa, fingendo una smorfia di dolore.
Poi mi guardo intorno e li osservo confusa, per poi ritirarmi di scatto e allontanarmi, spaventata.

Da Oscar, davvero.

«Voi chi siete?» gli grido contro, continuando a guardarmi intorno, disorientata.

«Tranquilla! Non vogliamo farti del male, siamo qui per aiutarti» mi rassicura la donna bionda, credo Emma.

Li guardo in faccia uno ad uno.

Una donna dai capelli molto corti e neri e lo sguardo dolce affiancata da un uomo che presumo essere il suo compagno, alto e capelli biondi che la stringe a se.
Un altro uomo con la barba e i capelli castani, Neal se non sbaglio.

Run, Wendy || COMPLETAHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin