Capitolo 28

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Ariadne

«Ti ho detto che non ho alcun bisogno di altre dame di compagnia!»

La voce di Theodora mi accolse sulla soglia della sua stanza, bloccandomi appena fuori l'uscio.

Il Re era in piedi accanto a lei che, seduta alla toeletta, si spazzolava energica i capelli, fissandolo arcigna dallo specchio.

«Mia cara, è prassi che una regina abbia almeno cinque o più dame di compagnia. Si chiama Corteo della Regina. Ti accompagneranno nelle passeggiate, si prenderanno cura di te e tutto il resto.» Lachlan la guardava indulgente, con un mezzo sorriso sulle labbra.

La piccola gita fuori porta che si erano concessi dopo il matrimonio aveva giovato a entrambi, erano più riposati e sereni. Thea, sotto di quello sguardo capriccioso, era addirittura radiosa.

«Ho già chi si occupa di tutto questo. Comunque sono in grado di lavarmi e pettinarmi da sola» puntualizzò, puntando la spazzola al petto di suo marito.

Lui scoppiò a ridere e alzò le mani. «Pietà, mi arrendo a voi, bellissima guerriera!»

Lei arrossì e ritirò la spazzola. «Non prendermi in giro!»

Il Re si chinò fino a sfiorarle la tempia con le labbra e poi sovrastò il viso di Theodora con il proprio, catturandole la bocca in un bacio decisamente poco pudico.

Mi schiarii la voce, nel tentativo di palesare la mia presenza, anche se mi dispiaceva interrompere quel momento così intimo tra loro.

Entrambi si voltarono di colpo e Theodora mi accolse con un sorriso gioioso.

«Aria!»

«Quando siete tornata?» entrai, gesticolando concitata. «Avreste dovuto avvisarmi, mi sarei alzata molto prima e avrei sistemato la stanza, vi avrei aiutata con i bagagli!»

«Siamo rientrati questa notte. Non ho voluto svegliarti stamattina, come dicevo al mio meraviglioso marito, sono ancora in grado si vestirmi e pettinarmi da sola.»

Lanciai un'occhiata eloquente alla sua sottoveste e al corsetto che penzolava sullo schienale della sedia.

«D'accordo, magari non sono proprio capace di vestirmi da sola, ma è tutto sotto controllo.»

«Questa è la ragione per cui insisto affinché tu scelga delle nuove dame» intervenne Lachlan, incrociando le braccia al petto. «Non che mi dispiaccia aiutarti con i lacci di quel coso, ma sono molto più bravo a toglierli che a metterli.»

Sentii le guance avvampare e abbassai lo sguardo, mentre Thea dava un colpetto sul braccio di Lachlan con una risatina. «Mio caro, contegno, suvvia!»

Lui sembrò realizzare in quel momento di aver parlato a sproposito e simulò un colpo di tosse. «Ti chiedo scusa, Ariadne. Sono stato inopportuno.»

«Non c'è problema, altezza.»

«Comunque, volevo dire che, se avessi altre persone a tua disposizione, Thea, Aria sarebbe più libera e avrebbe meno oneri.»

«Non ho bisogno di libertà, sono in grado di provvedere alle necessità di The... della regina» mi affrettai a replicare.

«Ma certo...»

«Nessuno lo mette in dubbio, Aria. Però, forse, Lachlan ha ragione. Potresti essere solo la mia meravigliosa sorella invece di una dama di compagnia. Insomma, io detesto vederti fare le cose per me. Mi sento sempre un'approfittatrice.»

«È il mio compito. Il mio ruolo. Non avrei motivo di restare qui altrimenti.» Mi bloccai, sul confine di un'idea allettante e dolorosa al tempo stesso. «Potrei tornare a Garnet.»

La Fiamma di BellarisWhere stories live. Discover now