Capitolo 13

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Ariadne

Non sapevo cosa mi fosse successo o cosa mi rendesse così spudorata quella sera, ma il mio corpo era un insieme di brividi e impazienza.

Avevo pensato tanto durante il giorno, consapevole che, se Erion non fosse riuscito a trovare una soluzione, forse avrei dovuto rassegnarmi all'idea di subire un agguato da parte del Re. A quel punto, perché avrei dovuto concedere a lui la mia verginità, piuttosto che alla persona che desideravo davvero?

Poi, Lachlan era venuto da noi e ci aveva proposto la gita, rimettendo in discussione ogni cosa.

Mi piaceva Erion, mi piaceva davvero, lo desideravo, nonostante avessi paura e fossi agitatissima all'idea di concedermi a un uomo, però...

Sapevo che non avrei mai potuto pretendere qualcosa di ufficiale da lui, eppure, l'idea di donare me stessa così mi terrorizzava.

Allora per quale motivo mi stavo slacciando i nastri che tenevano il corpetto al suo posto?

Il cuore mi martellava nel petto e il respiro si era fatto all'improvviso rapido. Le mie mani si muovevano frenetiche dietro la schiena e quando arrivai al nodo finale tremavano così tanto che non riuscivo a liberarmene.

Emisi un verso frustrato senza nemmeno rendermene conto ed Erion mi guardò, sorridendo. Mi prese per la vita e mi fece voltare, poi terminò il lavoro che avevo iniziato con una rapidità e una maestria che mi ricordarono quanto dovesse essere avvezzo a situazioni del genere.

Il corsetto si allentò, lasciandomi libera di respirare in modo profondo.

Pensavo che Erion avrebbe continuato a spogliarmi, invece mi fece girare di nuovo, finché non fummo faccia a faccia, e mi osservò, in attesa.

Avrei voluto che fosse lui a prendere l'iniziativa, ma sapevo che non l'avrebbe fatto. Voleva che fossi io a decidere fin dove arrivare e quella consapevolezza mi inondò il petto di un calore quasi doloroso.

Mi sfilai le maniche dell'abito e lasciai cadere la parte superiore del vestito. Dalle spalle alla vita ero coperta solo dalla sottile sottoveste, che lasciava ben poco all'immaginazione.

Erion mi fissava senza battere ciglio, le narici leggermente dilatate e le labbra tese in una linea dura. Era immobile, l'unico movimento del suo corpo era quello del petto che si alzava e abbassava rapido.

I suoi occhi scuri scivolarono sui miei seni, facendomi avvampare ancora di più, nonostante mi stessi già praticamente sciogliendo.

«Cosa fareste, adesso?» domandai in un sussurro.

Lui si morse un labbro e aggrottò le sopracciglia. «Molte cose. Troppe da elencare, Aria.»

Il respiro mi si mozzò in gola e, per un momento, provai l'istinto di coprirmi il petto con le braccia. Non lo feci. Anzi, iniziai a slacciare la gonna, sentendo l'improvvisa necessità di levarmi di dosso quella stoffa che nascondeva chi ero veramente.

Non una lady, non una ragazza da corte. Ero solo io, Ariadne, e a Erion piacevo nonostante tutto.

«Aiutatemi», lo pregai, voltandomi di nuovo per dargli le spalle.

Lo sentii sospirare piano e poi le sue mani furono su di me. Cominciò ad armeggiare per liberarmi della crinolina.

«Cosa volete fare, Aria?»

«Voglio togliere questi vestiti», dissi con affanno, «voglio che mi vediate per quella che sono davvero.»

Erion mi piantò le mani sui fianchi e mi voltò verso di sé con una tale rapidità da farmi girare la testa.

La Fiamma di BellarisWhere stories live. Discover now