Capitolo 40 - Prima parte

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Ariadne

Mi sfregavo le mani nervosa mentre attendevo che i membri del consiglio reale uscissero dalla sala riunioni.

Ero nel salotto con le altre dame di compagnia e ci stavamo dedicando ad attività di lettura e musica per intrattenere la Regina. O meglio, le altre lo stavano facendo. Io ero troppo presa a fissare il grande orologio a pendolo che adornava la parete esterna della stanza.

Quando eravamo insieme alle altre dame, Thea e io evitavamo atteggiamenti troppo intimi o confidenziali, così che non potessero sorgere tensioni con le altre ragazze e io non divenissi oggetto di spiacevoli dicerie. Era un'accortezza che mi veniva riservata da Thea, anche se non era affatto necessaria. Nutrivo ben poco interesse riguardo a ciò che le altre dame di corte pensavano di me.

La mia mente era affollata da pensieri ben più importanti e allarmanti. Nelle ultime ore non avevo fatto che interrogarmi sull'incontro con Lord Posey, domandandomi se avessi fatto bene o meno a credere alla sua buona fede. Poi mi tornava in mente il suo sguardo teso e l'urgenza nella sua voce, la disperazione con cui mi aveva raccontato della sua famiglia – che, ne avevo chiesto conferma a Thea – risultava effettivamente scomparsa dalle terre di sua proprietà. Ovviamente la corona aveva attribuito questa scomparsa all'accusa che pendeva sulla testa di Tristen. In parole povere, Lachlan riteneva che fossero fuggiti assieme al loro primogenito, accusato di tradimento, forse per paura di ripercussioni. Non avevo idea se ciò che mi aveva detto Tristen fosse solo una storia ben costruita volta a guadagnarsi la mia empatia, eppure c'era una parte di me che era convinta delle sue parole e decisa a indagare più a fondo nella faccenda.

Per quella ragione attendevo con trepidazione la fine della riunione del consiglio per poter tastare il terreno con Lord Munroe.

Theodora non faceva che lanciarmi occhiate curiose, forse notando la mia agitazione. Non dirle nulla era stato difficile, specie dopo ciò che ci era accaduto in passato e la promessa di essere sincere l'una con l'altra. Tuttavia, non avevo scelta. Le avrei parlato solo quando e se avessi avuto qualche certezza.

Quando l'orologio segnò le diciassette, mi alzai dalla poltrona su cui ero accomodata e, con un inchino, domandai alla Regina il permesso di assentarmi.

Thea me lo concesse, rivolgendomi un interrogativo silenzioso al quale avrei dovuto pensare come rispondere più tardi.

Mi affrettai fuori dal salottino e scesi rapida – per quanto me lo consentisse l'ampia gonna dell'abito ceruleo – la grande scalinata che scendeva al piano terra.

Indugiai in fondo al corridoio su cui affacciavano la sala del consiglio e quella del trono, cercando di rimanere più in disparte possibile mentre i Lord attraversavano le alte porte in legno intarsiato per uscire dalla sala delle riunioni.

Nessuno fece caso a me. Per nessuno di loro la mia esistenza aveva alcun peso. Probabilmente mi vedevano come un grazioso manichino con indosso un abito colorato, identico a mille altri manichini agghindati e pettinati al solo scopo di essere usati come ornamenti al braccio di uomini potenti come loro.

Munroe fu uno degli ultimi ad abbandonare la sala. Quando si avviò lungo il corridoio, mi spostai dal mio angolino e feci ticchettare le scarpe sul marmo del pavimento con più forza del necessario, per attirare la sua attenzione.

Lui sollevò il capo da un mazzetto di fogli che teneva tra le mani e incontrò il mio sguardo.

Le sue labbra si tesero subito in un sorriso che mi fece vacillare. Sembrava un uomo così amabile. Possibile che fosse davvero pericoloso come diceva Tristen?

«Lady Ariadne! Non speravo di vedervi, oggi.»

«Mi scuso per questa visita inaspettata, ma sapevo che sareste stato a corte e desideravo parlarvi.»

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⏰ Last updated: May 04, 2023 ⏰

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La Fiamma di BellarisWhere stories live. Discover now