Capitolo 2

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Erion

Quando la promessa sposa di mio fratello Lachlan era arrivata a palazzo, mi stavo intrattenendo in modo piacevole con una delle dame di mia madre. Non avevo proprio voglia, perciò, di alzarmi dal letto, vestirmi e andare in cortile ad accogliere una tizia che non avevo mai visto e il suo patetico corteo. Eppure, avevo dovuto farlo, l'etichetta lo richiedeva e sarebbe sembrata una mancanza di rispetto nei confronti del principe ereditario e della sua fidanzata restare a trastullarmi con una cortigiana, anziché accogliere la nuova arrivata come si conveniva a un principe.

Le cose si erano fatte interessanti quando, nel mezzo del piccolo corteo che accompagnava Lady Theodora di Garnet, era spuntata una chioma rossa come il fuoco, che aveva focalizzato la mia attenzione. Non erano molte le nobildonne con i capelli rossi. Dicerie e superstizioni che affondavano in tempi ormai perduti dicevano che il rosso era il colore del diavolo e le persone coi capelli rossi erano spesso state additate come portatrici di sventura. Forse per quella ragione, la ragazza era sembrata piuttosto imbarazzata quando il cappuccio le era scivolato via dal capo, rivelando i suoi capelli.

Mi era venuto da sorridere, vedendola mentre si affrettava a coprirsi di nuovo, sotto lo sguardo di tutta la mia famiglia.

Theodora sembrava una fanciulla uscita direttamente dal paese delle fiabe. Dolce, pura, innocente. O, almeno, questa era l'impressione che dava di sé. Lachlan era completamente rapito.

Si erano conosciuti durante una battuta di caccia organizzata dal padre di lei, caro amico del consigliere del re, Lord Dibney.

Con sorpresa di tutti, Lachlan aveva voluto partecipare e quando la battuta era finita e gli ospiti erano stati accolti nella dimora di campagna del Duca di Garnet, Theodora aveva fatto il suo ingresso a cavallo, da vera amazzone, e aveva conquistato il cuore di mio fratello.

Tutto questo, comunque, non mi riguardava. Nessuno aveva aspettative nei miei confronti, contando io meno di zero nella scala di successione, quindi potevo fare un po' come volevo. Le uniche cose che mi erano richieste erano un comportamento accettabile e una certa discrezione.

Attenermi a quelle due regole non era un problema.

Com'era prevedibile, quella sera venne organizzato un banchetto per l'arrivo della nostra nuova ospite, una festa in cui mio padre avrebbe annunciato il fidanzamento ufficiale di Lachlan, l'erede al trono, e Theodora, la futura regina di Bellaris. A corte si vociferava da tempo di questa misteriosa fidanzata segreta, chissà se la cara Lady di Garnet avrebbe soddisfatto o deluso le aspettative...

Con un po' di fortuna, avrei trovato qualche dama desiderosa di intrattenere un principe per la nottata. Perciò, mi impegnai in modo particolare per apparire al meglio quella sera.

Indossai un completo scuro, una camicia bianca con rifiniture argentate, che si intonavano ai bottoni della giacca in velluto blu notte, un paio di stivali neri e il mio sorriso migliore, quello da canaglia.

La servitù si era superata. Sapevo che erano stati rigidamente coordinati da mia madre per l'organizzazione dell'evento, ma dovevo ammettere che i nostri servitori sapevano il fatto loro.

La sala del banchetto era stata decorata con fiori, piante, arazzi e persino piccole candele appese qua a là a creare una sorta di atmosfera fatata. Dalle cucine erano fuoriusciti piatti degni del miglior imperatore, carni, pesce, verdure in abbondanza, sformati, torte, tutto ciò che si potesse desiderare. Solo io lo trovavo uno spreco quasi inutile? Chi avrebbe mai mangiato tutta quella roba? D'accordo, c'erano numerosi ospiti, ma la mole di cibo superava alla grande la capienza degli stomaci più audaci.

Mi guardai intorno per un po' sorridendo alle fanciulle che gravitavano attorno alla Regina e a Theodora, adocchiando un paio di papabili compagne per la notte. Molte di loro mi rivolsero sorrisi timidi e sguardi carichi di promesse.

La Fiamma di BellarisWhere stories live. Discover now