Capitolo 14 - Parte 1

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Ariadne

Non era nemmeno l'alba quando Erion lasciò il castello.

Alla fine, non avevamo fatto molto altro, a parte scambiarci baci dolci e carezze roventi, ed ero felice che fosse andata così.

La notte che avevo appena trascorso era stata una delle più belle della mia vita e il mio cuore era diviso tra le mille emozioni che Erion era stato in grado di farmi provare e la paura di non vederlo tornare dalle Terre di Omerin.

Sapevo che la mia ansia era eccessiva, Erion mi aveva ripetuto più volte, anche quella notte, che sarebbe andato tutto bene. Non era preoccupato, era abituato a combattere. Eppure, si trattava pur sempre di una situazione pericolosa e io non potevo fare a meno di temere per lui, specie visto che quella spedizione era una punizione del Re abilmente mascherata.

«Se vi succedesse qualcosa...»

«Andrà tutto bene, Aria. Non devi preoccuparti per me.»

Arrossii come una sciocca per il solo fatto che mi avesse di nuovo dato del «tu».

«Cosa c'è? Dovrei continuare a fingere una distanza che non esiste più?» mi stuzzicò, facendo scivolare la sua mano sulla curva del mio collo. «Voglio che anche tu la smetta di usare un linguaggio formale con me. Almeno quando siamo solo noi. Va bene?»

Scossi la testa, impacciata. «Non so se ne sono in grado.»

Usavo formalità anche con Theodora e lei era praticamente come una sorella. Era anche vero che il Principe mi aveva fatto delle cose, quella sera, che rendevano superflua ogni tipo di formalità.

«Provaci.»

Affondai la faccia nel suo petto e continuai a scuotere il capo. Lui scoppiò a ridere.

«Non ti sfiorerò più nemmeno con un dito se non comincerai a darmi del tu.»

Lo guardai con un sopracciglio alzato. «Pensate che questa sia una grave minaccia? Siete voi il pervertito.»

Erion inclinò la testa di lato e sfoderò un sorrisetto. «Già, perché stasera non ti sei affatto divertita, vero?»

Mi morsi il labbro. Non sarei stata credibile se avessi dissentito.

«Oltretutto, trovo assurdo che tu mi dia del pervertito senza problemi, ma ti faccia scrupoli a darmi del 'tu'.»

Non aveva poi tutti i torti, ma la mia mente lavorava in modo strano.

«Aria...»

Pronunciò il mio nome come fosse una dolce carezza sussurrata all'orecchio e il mio corpo si riscaldò immediatamente. Le sue mani mi catturarono il viso, mentre le sue labbra si posavano al lato della mia bocca.

«Dillo, coraggio.» Mi sfiorò il mento con le labbra, mandandomi in confusione.

«C-cosa?»

Si spostò dall'altro lato del viso e ripeté gli stessi movimenti, passando dal mento all'angolo della bocca. «Che ti mancherò.»

«C-certo che mi mancherete.»

«Non così...»

Le sue labbra si allinearono alle mie, restando però a qualche centimetro di distanza. Gli occhi scuri di Erion brillavano in attesa, mentre tutto il mio corpo tendeva verso di lui. Mi sporsi per baciarlo, ma lui mi tenne ferma, mantenendo le distanze.

«Non ti bacerò se non mi dirai quello che voglio sentire. E so che lo desideri, Aria.»

Sorrise malandrino e per un momento fui indecisa se baciarlo o prenderlo a calci.

La Fiamma di BellarisWhere stories live. Discover now