Capitolo 12 - Parte 1

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Ariadne

Ero sulla terrazza che affacciava sul cortile, a godermi il placido sole insieme a Theodora, quando Lachlan ci raggiunse.

Mi voltai per rivolgergli un sorriso, ma mi bloccai quando colsi la tensione sul suo viso. Cos'era successo?

«Tesoro, va tutto bene?» domandò subito Theodora, alzandosi per raggiungerlo.

Quando Thea gli prese una mano, il Principe si sciolse un po' e, con la sua fidanzata al seguito, sedette su una delle chaise longue che adornavano la terrazza.

Non c'era nessun altro a parte noi due, perciò Lachlan non si fece problemi a raccontare cosa fosse successo.

«Sono appena uscito da una riunione convocata dal Consiglio della corona», cominciò, passandosi una mano sul viso. «Ci sono stati più disordini del previsto nelle terre di Omerin ed è necessario mandare dei soldati a risolvere la situazione.»

«Quando dici risolvere, intendi a combattere?»

Lachlan posò gli occhi cerulei su Theodora e annuì.

«Devi partire anche tu?» domandò la mia amica, allarmata.

«No, no. Il Re non manda l'erede al trono a combattere per questioni così marginali, rischierebbe la mia vita solo in caso di una vera e propria guerra.»

Qualcosa mi pungolò lo stomaco, un'orrenda sensazione di impotenza.

«Quindi cosa farà?»

«I disordini sono iniziati come cosa di poco conto, ma ora la situazione sembra fuori controllo, servono truppe addestrate e qualcuno che le guidi.»

«Manderà Erion, non è vero?» domandai con il cuore che mi pulsava in gola.

Non mi importava nemmeno di essermi rivolta all'erede al trono in modo così diretto, né di non aver utilizzato l'appellativo di Principe davanti al nome di Erion, perché non era una cosa rilevante in quel momento.

Lachlan mi fissò con tanto d'occhi e, per un istante, credetti che mi avrebbe intimato di restare al mio posto e parlare solo se interpellata. Invece, senza distogliere lo sguardo dal mio, annuì lentamente.

Mi sentii come se stessi precipitando in un pozzo in una caduta infinita.

Mi alzai dalla sedia e dovetti impegnarmi a fondo per non uscire di corsa dalla terrazza senza guardarmi indietro.

«Posso... congedarmi, Lady Theodora?» domandai impacciata. Il mio comportamento era tutto fuorché adeguato, ma non riuscivo proprio a controllarmi.

«Certo, Aria.»

Con un piccolo inchino, li oltrepassai e mi diressi verso la vetrata che conduceva all'interno, marciando come se avessi qualcuno alle calcagna.

Non sapevo cosa mi stesse succedendo, il cuore sembrava volermi saltare fuori dalla bocca e avevo il respiro accelerato. C'era una piccola parte di me che temeva che quella missione pericolosa fosse una sorta di ripicca del Re nei confronti di suo figlio a causa mia. Ma non si potevano certo inventare sommosse per vendetta, no?

Volai fino alle stanze del Principe che, sfortunatamente, trovai vuote. Provai a chiedere informazioni alle guardie, ma nessuno sapeva dove potessi trovare Erion.

Non può essere già partito!

«Lady Ariadne!»

Una voce vagamente familiare mi bloccò lungo il corridoio che portava alle stalle.

Lord Laurent, Byron, camminava tronfio nella mia direzione, con un sorriso malizioso sulle labbra sottili. Era uno degli amici di Erion e avevo interagito con lui solo una volta, per pochi minuti, eppure mi fissava come se sapesse tutto di me e la cosa mi inquietava.

La Fiamma di BellarisHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin