Capitolo 21 - Parte 1

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Erion

Doveva credermi. Non avrei avuto pace finché non l'avesse fatto.

Quel bastardo di mio padre aveva pensato bene di instillare nella sua mente una serie di dubbi riguardo i miei sentimenti, oltre a tentare di abusare di lei.

Che persona fa una cosa del genere per puro diletto? Il Re era un uomo bacato, marcio, e aveva avuto la fine che meritava. No, non mi pentivo di averlo ucciso e forse questo faceva di me un uomo marcio a mia volta, forse non ero nemmeno degno di stare accanto ad Aria, ma ci avrei provato comunque. Sarei saltato in mezzo alle fiamme per lei.

Ariadne non diceva nulla. Le lasciai il tempo di assorbire le mie parole e il loro significato, nella speranza di vedere una reazione nei suoi occhi, un guizzo sulle sue labbra.

Dopo quella che sembrò un'eternità, vidi una lacrima scivolarle lungo la guancia, seguita da un'altra e un'altra ancora.

Il mio cuore si spezzò di nuovo. Desideravo disperatamente alleviare il dolore che la affliggeva, ma non ne ero in grado, poiché non potevo comprendere come si sentisse. Avevo solo una folle paura di perderla, come avevo perso Isabella.

«I-io...»

Aria tirò su col naso, passandosi le dita sul viso per scacciare quelle lacrime irriverenti che continuavano a scendere.

«Non devi rispondermi adesso, Ariadne», mi affrettai a dire, «so che sei sconvolta e spaventata e capisco se desideri restare da sola o addirittura andartene via da qui.» Mi avrebbe devastato, ma dovevo pensare a cosa fosse meglio per lei in quel momento e mettere me stesso e i miei desideri in secondo piano.

Scosse la testa con decisione, prendendomi una mano tra le sue e portandosela alle labbra. Vi posò sopra un bacio così leggero e così intenso da farmi venire la pelle d'oca in tutto il corpo.

«Non desidero fare nulla che possa tenermi lontana da te, Erion», sussurrò, guardandomi negli occhi, «non ho bisogno di tempo per dirti ciò che sento ormai da settimane, forse da ancor prima di rendermene conto. Ho avuto tanta paura di questo sentimento, lo ammetto, la nostra situazione non rende le cose facili. Eppure c'è, è proprio qui e mi mantiene viva, mi dà la forza di affrontare ciò che è accaduto e non intendo negarlo oltre.»

Avrei voluto afferrarla e tirarla a me, fondermi con il suo corpo, sentire il suo calore, il suo odore a contatto con la mia pelle, tuttavia sapevo di non poter fare movimenti bruschi, se volevo evitare di ricominciare a dissanguarmi.

«Anche se non può portare da nessuna parte voglio che tu sappia che ti amo anche io.»

Le sue guance si tinsero di rosso mentre pronunciava quelle parole, sebbene fosse in imbarazzo non distolse mai lo sguardo dal mio e questo non fece che dimostrarmi per l'ennesima volta la sua forza e il suo coraggio. Il cuore mi scalpitò nel petto ed ero sul punto di prenderle il viso e baciarla quando la mia mente registrò il significato dell'intera frase.

Mi bloccai. «Che significa che non può portare da nessuna parte?»

Aria abbassò la testa e si passò la lingua sulle labbra. «Lo sai. Io sono una serva e tu un principe.»

Mi piegai quel tanto che bastava per allineare il mio viso al suo e le infilai una mano tra i capelli rossi, quella chioma fiammeggiante che mi aveva colpito sin dal primo giorno.

«Non sono il Principe ereditario, non ho l'obbligo di sposare una nobildonna. Certo, sarebbe preferibile, ma ora che mio padre è morto, nessuno può impedirmi di amare te e di stare con te.»

Aria sollevò di scatto la testa e spalancò gli occhi. «Sei impazzito? La Regina non te lo permetterà mai! La nobiltà di corte si opporrà, si rivolteranno tutti contro di noi! Non accetteranno mai che una serva sposi un Principe.»

Sistemai una ciocca dei suoi capelli dietro l'orecchio e sorrisi. «Probabilmente verrei privato dei miei titoli, se decidessi di andare contro l'opinione della corte, ma chi se ne importa.»

«Importa a me, Erion!»

«Quindi mi sposeresti solo per essere ricca e titolata? Mi deludi, Ariadne...»

Lei mi diede una pacca stizzita sulla spalla e si imbronciò di fronte alla mia espressione divertita.

«Non voglio che rinunci a tutto.»

«Rinuncerei a tutto solo se rinunciassi a te. Non lo capisci, Aria? Quello che ho non mi interessa, ciò che voglio è una vita con te.»

Lei scosse la testa piano, fissandomi incredula. «Sei pazzo.»

Il mio sorriso si allargò mentre le accarezzavo una guancia. «Può darsi.»

Ariadne puntò le mani sul materasso e si inclinò verso di me, sfiorandomi il naso con il proprio.

Chiusi gli occhi e inalai il suo profumo, quel dolce aroma di casa e calore, in attesa di testare la morbidezza delle sue labbra sulle mie.

«Ti amo.» Un sussurro tremolante che mi scosse fin dentro le ossa.

Poi, finalmente, mi baciò.

La Fiamma di BellarisWhere stories live. Discover now