Capitolo 24 - Parte 2

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Quando rientrammo nel salone, nessuno prestò troppa attenzione a noi. La festa aveva raggiunto il suo culmine in un tripudio di musica, cibo e sguardi obnubilati dall'alcol.

Mi bloccai a pochi metri dall'ingresso, ancora stretta al braccio di Lord William, con una sensazione opprimente al petto. I miei occhi avevano, mio malgrado, individuato immediatamente Erion, che si trovava a poca distanza dal trono e stava intrattenendo un nutrito gruppo di uomini in abiti elegantissimi.

Lo osservai per alcuni istanti, quasi rapita dal modo in cui sorrideva e usava il linguaggio del corpo per assicurarsi la completa attenzione dei suoi interlocutori. Era nato per quel ruolo, era giusto che fosse suo.

Una nuova stretta al petto mi fece strizzare gli occhi.

«Lady Ariadne?»

Mi sforzai di allontanare lo sguardo dal Principe e spostai la mia attenzione su William. Mi osservava con espressione confusa e vagamente impensierita, forse chiedendosi come mai mi fossi d'improvviso immobilizzata in mezzo agli invitati.

«Sto bene.» Feci scivolare via la mano dal suo gomito e mi allontanai di un passo. «Vi ringrazio per la vostra premura, ora è il caso che io vada a...»

Le mie parole furono interrotte da un improvviso cambio di musica. Se fino a quel momento l'orchestra aveva intrattenuto gli ospiti con un piacevole sottofondo alle chiacchiere e al buon cibo, sembrava essere arrivato il tanto atteso momento delle danze.

I novelli sposi si spostarono al centro della grande sala e tutti gli invitati lasciarono loro lo spazio necessario per aprire le danze.

Theodora era meravigliosa nel suo abito color avorio in pizzo e seta e il suo viso era raggiante, tanto che la corona adagiata sul suo capo ornato di perle sembrava risplendere di luce propria.

Lachlan aveva un aspetto regale. Sembrava che l'incoronazione avesse cancellato dal suo viso quei pochi tratti fanciulleschi che gli erano rimasti, sostituendoli con un'aria da vero sovrano.

Il loro ballo fu accompagnato da una serie di applausi e sorrisi e, quando l'orchestra intonò una nuova melodia, il resto degli invitati si unì ai due sovrani sulla pista.

«Mi concedete questo ballo?»

Mi ero a malapena resa conto che Lord William fosse ancora accanto a me, perciò mi stupii quando la sua mano si fece strada nel mio campo visivo per un invito ufficiale.

Non ero granché in forma e non mi andava di danzare, ma mi sembrò scortese rifiutare, dopo la gentilezza che quel ragazzo mi aveva dimostrato pur non conoscendomi affatto.

Mi costrinsi a sfoggiare un sorriso e posai la mano sulla sua. «Con piacere.»

Erion

Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.

Mentre volteggiava in mezzo alle altre coppie, con l'abito che formava una sorta di alone svolazzante attorno a lei, Ariadne aveva la mia totale attenzione.

Così come il damerino con cui si accompagnava, un tizio che non avevo mai visto prima, né a corte, né altrove.

Ogni volta che qualche altra coppia danzante mi ostruiva la visuale, mi spostavo, in modo da poterla tenere sotto controllo. Dovevo proteggerla, no? Insomma, chi diavolo era quel tizio spuntato dal nulla? Era mio dovere assicurarmi che non si approfittasse di lei.

Afferrai distrattamente un calice ricolmo di vino dal vassoio di uno dei valletti che giravano per la stanza e ne tracannai il contenuto in due sorsi decisi. La gola mi pizzicò, ma un piacevole calore mi inondò il petto, là dove Ariadne aveva lasciato un vuoto.

Quando la canzone giunse al termine, provai un inaspettato senso di sollievo.

Ora lo ringrazierà e si allontanerà da lui.

Aria si guardò attorno, le guance arrossate e il petto che si alzava a un ritmo più rapido del normale. Lui le sorrise.

Vattene, adesso.

Nessuno dei due, tuttavia, sembrava intenzionato a congedarsi. Non appena la musica riprese con un nuovo ritmo, Aria e il damerino si ricongiunsero per un nuovo ballo.

Io afferrai un altro bicchiere.

Erano a metà del terzo ballo consecutivo, quando Lachlan mi affiancò e mi rubò il quinto bicchiere di vino dalle mani per bere un sorso.

«Accidenti, è davvero forte questo!» esclamò, restituendomi il calice.

«Ma se sa di acqua...» ingollai il resto del vino in un sorso solo.

«Stai bene, fratello?»

«Una favola.»

Parlavo con lui, ma non smisi di fissare Aria, nemmeno per un secondo.

Lui dovette seguire il mio sguardo. «Hai parlato con lei della mia proposta?»

Mi concessi di lanciargli un'occhiata di sbieco. «In verità, le ho comunicato la mia intenzione di accettare il ruolo che mi hai offerto.»

Il viso di mio fratello si aprì in un sorriso smagliante ed entusiasta. «Faremo grandi cose insieme. Daremo alla nostra gente la pace e la prosperità che meritano e che mancano da troppo tempo.»

Abbozzai un sorriso, dilaniato tra il desiderio ardente di fare la differenza nella vita del mio popolo e quello di strappare Ariadne dalle braccia di quel tizio e reclamarla come mia. Non potevo avere entrambe le cose.

Il volto di Lachlan si scurì. «Immagino non sia stato facile...»

«Come una pugnalata. Ma lei ha capito.»

Forse era quello il problema di fondo, dopotutto. Se Ariadne avesse strepitato e mi avesse dato del vigliacco, recriminandomi di essermi rimangiato la parola data, io avrei dovuto rinunciare al ruolo che il Re mi aveva offerto per una questione di onore. Nessuno avrebbe potuto biasimarmi.

Sei un vigliacco, ecco cosa sei.

«Ne ero sicuro», commentò Lachlan, volgendo lo sguardo verso Aria. «È una fanciulla intelligente.»

«Chi è quel tipo?» domandai a bruciapelo. Non avevo alcuna voglia di sentirgli elencare le qualità di Aria, non dopo che avevo rovinato tutto con lei.

«Chi?»

«Quello con cui sta ballando.» Il mio fu quasi un ringhio.

Lachlan sospirò. «Lord Munroe, mi sembra che si chiami. È uno dei papabili candidati per il nuovo consiglio.»

«Addirittura...» Di bene in meglio.

«Dovresti proprio presentarti a lui, Erion. Sai che dobbiamo portarli dalla nostra parte. Hai fatto un ottimo lavoro oggi, ho visto come hai interagito con i nobili.»

Ignorai i complimenti di Lachlan e assottigliai lo sguardo. «Non è un po' troppo giovane per essere un candidato al consiglio reale?»

«Credevo volessimo rinnovarlo per toglierci di torno quei dinosauri che ci sono ora e rimpiazzarli con le nuove generazioni di nobili», mi rimbeccò mio fratello.

Aveva ragione, in teoria, ma quel tizio proprio no. Non lo volevo tra i piedi, lo volevo a mille chilometri di distanza da Ariadne.

Lachlan mi posò una mano sulla spalla. «Lord Munroe appartiene a una classe di commercianti arricchiti, sarebbe un ottimo partito per Ariadne. È un bene che lei abbia attirato la sua attenzione.»

Lo guardai in tralice. «Un bene per chi?»

«Per lei, naturalmente. Lui può sposarla e le garantirebbe un ottimo futuro. Non è forse questo che ti auguri per quella ragazza?»

Lui può sposarla, tu no. Ecco il sottinteso del discorso di Lachlan.

Era ovvio che quella di mio fratello fosse una provocazione, ma decisi di non dargli corda. Agguantai un nuovo calice di vino dall'ennesimo vassoio itinerante e mi infilai in mezzo alla folla, deciso a perdermici.

La Fiamma di BellarisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora