CAPITOLO 33

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Buon pomeriggio lettori!

Sì, è una vita che non aggiorno, ma come ho spiegato ad alcuni di voi, che mi hanno chiesto quando avrei pubblicato di nuovo, sono stata presa dall'uscita del mio ultimo romanzo e mi sono dovuta dedicare completamente a esso per qualche tempo. 

Ora che il romanzo è online, posso tornare dai nostri eroi e cercare di dare una conclusione a questa storia.

Grazie a tutti per le vostre letture, i commenti e i voti. Grazie soprattutto perché amate Erion e Aria!

Pronti? Let's GO!

Erion

«Non posso credere che tu lo abbia fatto davvero.»

Entrai nello studio di mio fratello senza nemmeno preoccuparmi di bussare alla porta. Ero così arrabbiato con lui e ferito dalle parole di Byron che non sarei mai riuscito a dormire se non avessi sfogato in qualche modo la mia frustrazione.

Lachlan non si scompose particolarmente. Si limitò a emettere un sospiro stanco e ad alzarsi dalla scrivania. Era probabile che stesse aspettando quel preciso momento come si aspetta il sorgere del sole.

«Cosa ho fatto, esattamente? Ho solo ascoltato le posizioni del mio Consiglio – il quale esiste appositamente per consigliare il Re in merito alle decisioni da prendere per il Regno – e detto loro che terrò conto di ciò che hanno esposto prima di fare la mia scelta.»

«E hai forse intenzione di ritirare le truppe da Omerin?» Lanciai quella domanda con astio, perché conoscevo già la risposta che ne sarebbe seguita.

Mio fratello sospirò di nuovo, appoggiò entrambe le mani sulla scrivania, e guardò i fogli che vi aveva sparso sopra.

«Non posso, Erion.»

«No, certo.»

Lachlan sollevò la testa di scatto, piccato. «E questo cosa significa?»

«Che non avevo alcun dubbio, dopo la riunione, che la tua decisione sarebbe stata questa. Eppure, pensavo che avessimo deciso di muoverci diversamente. No, anzi, mi avevi promesso che avresti ritirato le truppe, testuali parole.»

«Lo so. Non avevo intenzione di rimangiarmi la parola data, ma le obiezioni del Consiglio hanno messo in luce degli aspetti che mi hanno spinto a riconsiderare il da farsi.»

«Le obiezioni di William Munroe?» incalzai. «Sai dove si trovano le sue terre, Lachlan? Sui confini. Sai chi trarrebbe vantaggio dall'eventuale espansione del Regno in quelle zone? Lui.»

«Oh, per favore. Non cominciare a farne una questione personale, Erion. Qui non si tratta di Munroe e te, si tratta del nostro popolo.»

«Si tratta delle persone di Omerin a cui dobbiamo delle scuse. E non provare a dirmi che la corona non sbaglia e non si scusa, perché quanto è vero Dio ti trancio di netto una mano.»

Lachlan arricciò il naso. «Non direi mai un'idiozia del genere, Erion, e tu lo sai. Non è il tipo di spirito con cui intendo governare, ne abbiamo parlato fino allo sfinimento e mi rammarica molto sapere che tu mi credi capace di un simile cambio di posizione.»

«Non è quello che hai fatto? Cambiare posizione? Byron...»

«Ah, Byron è il problema, allora. Era prevedibile.»

«Che diavolo significa questo?»

«Che lui è coinvolto personalmente nella questione e non ragiona con lucidità.»

«E tu sì?»

«Sì. Per quanto tu pensi che me ne stia qui a spostare fogli e a cambiare idea sulla base delle idee degli altri, sappi che ho fatto le mie ricerche. Nelle scorse settimane mi sono avvalso di uomini di fiducia che vivono nelle zone di confine e ho scoperto che esiste un piccolo gruppo di rivoltosi che non intende chiudere la questione con un semplice ritiro delle truppe.»

La Fiamma di BellarisWo Geschichten leben. Entdecke jetzt