𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙓𝙓𝙓𝙄𝙑. ⚽💙

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"Finché io e te
abbiamo noi
il resto è
solo
rumore di
fondo."








Ognuno di noi ha impressi nella propria memoria momenti che non dimenticherà mai.
E non importa quanto tempo potrà passare e quante cose potranno accadere, quei momenti li porteremo sempre con noi e nel nostro cuore.
Non potrò mai dimenticarmi quando mia madre venne da me e mi disse di essere incinta di mia sorella.
Mi ricordo che allora avevo soltanto tre anni, ed ero ancora nell'età in cui pensavo che le cicogne portassero i bambini e che gli angeli si impegnassero a mandarli ognuno alla famiglia più adatta e bisognosa dell'amore di un bebè.
Quel giorno stavo giocando con i miei amati cubetti rossi, visto che esso era diventato sin da subito uno dei miei colori preferiti.
Mia madre arrivò lentamente nella mia stanzetta.
Sorrideva, era radiosa.
Non ricordo bene come fosse vestita, ma ricordo ancora il bel sorriso che aveva dipinto in viso.
Mi aveva preso in braccio, e mi aveva spiegato che presto avrei avuto una vera compagna di giochi.
E no, non parlava affatto di una nuova bambola con cui parlare o di un nuovo orsacchiotto da coccolare.
Mi spiegò che avrei avuto una sorellina, una bambina in carne ed ossa che mi avrebbe sorretta per tutta la vita.
Io non capivo molto, quindi reagii bene.
Passai il mio tempo a fantasticare su come sarebbe stata la mia sorellina:
Avrebbe avuto gli occhi marroni? O verdi come i miei? E i capelli?
Desiderai ardentemente che fosse bella come le Barbie con cui amavo tanto giocare.
In effetti il mio desiderio fu espresso, visto che nacque una bambina bionda e con gli occhi azzurri.
Io ero mora e con gli occhi verdi, e guardavo quella bambina come se fosse una reliquia preziosa.
Come era bella!
Di sicuro molto più bella di me.
Mi immaginai quanto sarebbe stata graziosa da grande.
Mia madre mi chiese come mi sarebbe piaciuto chiamarla.
In quel periodo, avevo visto un cartone in cui i protagonisti si avventuravano impavidi nel famoso deserto del Sahara.
Ai miei genitori erano sempre piaciuti i nomi particolari, quindi quando io proposi Sahara loro accettarono subito di buon grado.
Quando Sahara nacque, purtroppo, insorsero in me le immancabili gelosie che una bimba di tre anni prova verso la sorellina appena nata.
Le attenzioni dei miei genitori erano tutte per lei, che piangeva dalla mattina alla sera.
Io invece ero sempre relegata nella mia stanzetta a disegnare oppure a mettere apposto i giocattoli.
Adesso ero la sorella maggiore, e dovevo dare il buon esempio.
Per anni il rapporto fra me e Sahara fu molto complicato.
Lei era più piccola di me, ed io la ritenevo una palla al piede.
Quando sei un bambino le pensi queste cose, e ovviamente io cercai in tutti i modi di renderle la vita impossibile.
Col tempo, poi, arrivò in casa anche la nostra ultima sorellina, Jessica:
con lei ci furono molti meno problemi, visto che quando nacque sia io che Sahara eravamo già abbastanza più grandi.
La cosa mi rese felice, perché adesso Sahara non sarebbe più venuta da me per giocare: avrebbe avuto una compagna di giochi proprio in nostra sorella più piccola.
Ed io, finalmente, mi sarei goduta la tanto agognata e desiderata adolescenza in pace.
Io e Sahara non ci siamo mai amate, neppure da grandi, per via dei nostri caratteri differenti.
Quella notte dell'11 Gennaio, però, accadde un'qualcosa che mutò per sempre il rapporto fra me e la mia sorellina bionda.
Lei mi salvò letteralmente la vita in quella nottataccia, e finì in ospedale assieme a me.
Aveva rischiato la sua vita soltanto per me, sua sorella.
Da quel giorno i nostri rapporti si sono stretti sempre più.
Io le raccontavo i miei problemi, e lei i suoi.
Ho sempre pensato che mentalmente fosse Sahara la sorella più grande, e non io, semplicemente perché lei veniva in camera mia tutte le sere a chiedermi come stessi. Dedicava almeno un quarto d'ora al giorno il suo tempo a sentire tutto ciò che mi faceva stare male. Già, un po' come una psicologa!
Mi sono sempre vergognata di tutto ciò, visto che quella che la aiutava sarei dovuta essere io.
Così col tempo ho cercato di sdebitarmi in tutti i modi con lei, ed è proprio per questo che quando Federico mi chiese chi avessi voluto portare con me a Forte dei Marmi non avevo avuto dubbi!
Sahara se lo meritava più di tutti.
Le mie amiche si sarebbero accontentate.
Sapevo bene che Sahara, essendo mia sorella, mi avrebbe coperto le spalle e avrebbe capito che.... ciò che accade a Forte dei Marmi, rimane a Forte dei Marmi.
Perché, nonostante le differenze caratteriali e di età, rimaneva pur sempre mia sorella.
Ed era la ragazza di cui più mi fidassi sul pianeta Terra.
Ricordo ancora le sue lacrime il giorno che decisi di trasferirmi a Roma per inseguire il mio sogno con i Måneskin.
Sahara c'era sempre stata, e si meritava una vacanza.
Ovviamente, le avrei dovuto parlare del mio rapporto con Federico e le avrei spiegato ogni cosa.
Ci avrei provato, perlomeno.
Ma di una cosa ero certa:
avrebbe capito.
E avremmo passato delle vacanze indimenticabili.
Lei avrebbe fatto le sue prime esperienze, ed io mi sarei divertita con Federico e i suoi amici.
Ero così eccitata all'idea di partire!
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now