𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙇𝙓𝙑𝙄𝙄𝙄. ⚽💙

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"La gente guarda il fisico,
io guardo gli occhi.
La gente vuole baciarsi,
io voglio abbracci.
La gente pensa al sesso,
io al dormire insieme.
La gente crede nelle promesse,
io nel tenersi per mano."




















Passai una delle serate più belle della mia intera esistenza, in compagnia del mio fidanzato, Federico Chiesa.
In quella serata, il ragazzo si era comportato da perfetto cavaliere quale era sempre stato e mi aveva coccolata come mai prima.
Non aveva accennato neppure per una volta ai suoi numerosi dubbi circa la nostra unione, e nemmeno alla sua ex fidanzata, Benedetta Quagli.
Tutto ciò non poté che rendermi davvero felice.
Mostrai al ragazzo i posti più belli della mia Milano, la città in cui vivevo da quando ero nata.
Mi piaceva sentirmi padrona del posto in cui abitavo, così come lui si sentiva padrone di Torino.
Federico ed io passegiavamo mano nella mano, ed era fantastico sentire il suo dolce contatto.
Era così bello, quella sera.
Malgrado la sconfitta subita e la prestazione penosa della sua sua squadra, Federico sembrava comunque molto felice e disteso.
Mi guardava come se fossi la cosa più preziosa di tutte, così come faceva nei primi tempi della nostra relazione.
Sembrava esser tornato il Federico che conoscevo e di cui ero innamorata, che da quando era arrivato a Torino sembrava star scomparendo.
Mi fece numerosi complimenti per la mia forma fisica, ed io compresi quanto gli fossi mancata anche sul piano fisico e passionale.
Era bello sentirsi desiderati ed amati a quel modo.
Ci eravamo persino fermati in un negozio di Milano a comprare dei braccialetti in corda abbinati, che ci avrebbero tenuti "uniti" anche se da lontano.
Non avevo mai tolto la sua collana con la mezzaluna, che mi aveva regalato il giorno del mio compleanno, la sera in cui avevo incontrato Federico dal vivo per la prima volta.
Tenevo tanto a quel gioiello, che per me aveva un significato immenso.
Quella sera avevo conosciuto l'uomo più importante della mia vita, assieme a mio padre.
Non ero mai stata fortunata con i ragazzi, ma Federico era capace di farmi sentire la ragazza più bella ed intelligente di tutte, anche se non lo ero affatto.
Negli ultimi tempi avevo avuto modo di conoscere il suo lato più scontroso, quello più freddo e scostante che mostrava nei momenti più difficili.
Non amavo quel lato di Federico, così come lui non amava il mio lato da perfetta stronza calcolatrice.
Era stata la vita a renderci così, ma quando eravamo assieme venivano fuori soltanto i lati più belli e dolci dei nostri caratteri.
Federico mi aveva persino regalato una di quelle rose che vendono in piazza, forse per compensare il regalo fattomi da quello sconosciuto che tanto mi ammirava.
Non pensavo all'ammiratore, e a dire il vero non ci avevo mai pensato più di tanto.
Le rose però erano così belle....
Mi incuriosiva sapere chi fosse, ma era semplice curiosità, perché al mio fianco avevo il ragazzo più bello e dolce del mondo.
Era ovvio che i dubbi reciproci rimanevano e pesavano su di noi, ma quella sera eravamo soltanto Karen e Federico: due ragazzi innamorati l'un dell'altro come non mai.
Mia madre mi aveva tempestata di telefonate e messaggi.
Si era preoccupata non vedendomi rientrare a casa in orario.
Le avevo scritto che Federico era venuto a farmi una sorpresa, e che avrei avuto bisogno di trovare casa libera per il resto della nottata.
Mia madre fece storie, ma alla fine riuscì a liberare l'appartamento per tutta la serata e anche la notte.
Portò mio padre, le mie sorelle e Vanessa a dormire dai suoi fratelli, con la scusa della "pizzata del sabato sera".
Ringraziai mia madre.
Era la mia complice perfetta, e lo era sempre stata!
Quella sera mi divertii molto con Federico, e appena tornati a casa finimmo col fare l'amore nella mia stanzetta.
Farlo con lui era un' qualcosa di unico e speciale: era sempre delicato e dolce nei movimenti, e non smetteva di baciarmi e coccolarmi un momento.
Era veramente un ragazzo speciale.
L'indomani sarebbe partito per Firenze, dove avrebbe continuato gli allenamenti con gli Azzurri.
Non lo avrei visto per un bel po' di giorni.
Sarei andata a vedere dal vivo la partita contro la Bulgaria, cosa che mi emozionava non poco.
Ritenevo che Federico fosse molto più valorizzato con la maglia azzurra.
Quella notte mi addormentai tranquilla tra le sue braccia, senza pensieri.
Non smisi di guardarlo un attimo.
Era il mio regalo più bello, il più bello che la vita avesse potuto farmi.
Niente e nessuno ci avrebbe potuto separare.
Niente.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now