𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙓𝘾𝙄𝙄𝙄. ⚽💙

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"Scrivetevi,
pensatevi,
fino a
svuotarvi.
Non è
il momento
di tenervi
tutto dentro,
anzi,
non dovrebbe
esserlo mai."






















La mia ultima notte in Ospedale.
L'ultima notte dentro quell'inferno.
L'ultima. E dopo... sarebbe iniziata una nuova vita per me. Del tutto nuova.
Non avevo avuto il coraggio di chiedere a Nicolò di andare con lui a Roma e, nonostante lui credesse che io gli stessi nascondendo qualcosa, gli chiesi di non dormire nella mia stanza d'Ospedale per quella notte. Avevo bisogno di rimanere sola, per poter scrivere in tutta tranquillità la lettera a Federico.
Prima di iniziare un nuovo capitolo della mia vita, dovevo chiudere quello precedente. Così, nel cuore della notte, mentre fuori pioveva, presi carta e penna e cominciai a scrivere.
Ero sola per la prima volta da quando ero stata ricoverata. Da quel giorno, si erano susseguiti Nicolò e Margherita, sempre al mio fianco nei momenti più difficili. Sentivo di star meglio, e mi detestavo, perché avevo desiderato di morire in quel terribile incidente soltanto perché Federico mi aveva lasciata. La mia vita non era finita assieme alla nostra relazione, eppure io non riuscivo proprio a capirlo. Ma ero contenta di essere ancora sana e salva.
Avevo molto da dimostrare, e volevo essere veramente felice. Ci sarebbe voluto tempo, ma ci sarei riuscita.
Per farlo, però, dovevo chiudere i conti col passato. O almeno provare a farlo.
Perché non avrei mai dimenticato Federico del tutto: farlo era impossibile!
Ma dovevo provarci. Così, impugnai la penna, e mi stesi sul letto a scrivere.
Versai lacrime di commozione sulla lettera una volta finita di scrivere, poi la rilessi ad alta voce. E piansi nuovamente. Quelle erano le ultime lacrime per Federico. Dovevano esserlo. Perché, altrimenti, non sarei potuta sopravvivere. Lessi la lettera.


"Caro Federico,
non so neppure come iniziare questa lettera. Fogli pieni di parole, parole che probabilmente tu non leggerai mai, dialoghi immaginari che io faccio con un interlocutore altrettanto immaginario. In fondo, è sempre mancato questo tra di noi.
Il dialogo. Quel dialogo che avrebbe potuto salvare la nostra relazione, ma che tu hai sempre cercato di evitare. Ci sono dei momenti in cui vorrei farti provare ciò che ho provato io nell'ultimo mese, ma poi mi ricordo che io ho un cuore. Un cuore che ha sofferto, soffre e soffrirà tanto (forse troppo) per l'unico sentimento capace di muovere il mondo: l'amore. Lo stesso amore che ci siamo dichiarati a vicenda per così tanto tempo, e che in un attimo è stato spazzato via. Sai, quando in quella serata di Luglio ci siamo casualmente incontrati durante la live, ho capito subito che saresti entrato a far parte della mia vita, sconvolgendola.
Perché, fin da principio, non sono stata io a sconvolgere te. Sei stato tu a sconvolgere me. Mi hai fatto conoscere un modo tutto nuovo di amare, ma soprattutto, mi hai fatto capire cosa volesse dire farlo davvero. Cosa volesse dire avere due anime in una. La verità è questa:
sai, io ti amavo. Io ti amavo con tutto il mio cuore. Ma i tuoi occhi, col tempo, sono cambiati. Da essi ho compreso quanto tu non mi amassi più, e non avessi più la forza di lottare per la nostra storia d'amore.
Tutto ciò era soltanto la prova che tu, per quanto potessi amarmi, non mi avresti mai amata quanto lei.
Quanto Benedetta. Colei che ti aveva allontanato con un sol colpo da me, per poi non farti ritornare mai più.
I miei occhi, invece, hanno sempre urlato quanto io ti amassi. Persino nel momento in cui amarti significava autodistruggermi, distruggere Karen. Quel periodo, che sembrò essersi concluso con il mio incidente in moto, fu davvero terribile. Tu non avresti mai potuto sapere dei cuori che disegnavo sul banco di scuola pensando a te, non avresti mai contato le lacrime che versavo ogni notte nel silenzio della mia camera ricordando i tempi felici, non avresti mai scoperto che il mio diario era pieno di pagine a te dedicate. Sei stato un'idiota.
Nel vero senso della parola.
Se solo tu avessi aperto gli occhi, avresti capito che al tuo fianco avevi una ragazza che per te avrebbe fatto di tutto. Una ragazza che avrebbe persino dato il tuo nome a suo figlio. Una ragazza a cui avevi promesso di portarla all'altare. Ci pensi? Non potrò mai dimenticare quando, all'aereoporto, tu mi salutasti baciandomi e ricordandomi che un giorno ci saremmo sposati. Io, ingenua com'ero, ci avevo creduto.
Sai, ci avevo creduto davvero.
Avevo creduto che un giorno, ti avrei visto aspettarmi emozionato all'altare. Avevo già immaginato tutta la scena lo sai? Tu, che all'altare mi guardavi emozionato, mentre io percorrevo a grandi falcate la navata della chiesa. Ero piena d'arte, ma tu avevi gli occhi chiusi. Le parole da scrivere a te restano le più difficili, Federico, perché non posso fare a meno di pensare del male che ci siamo fatti e di tutto ciò di cui tu mi hai accusato ingiustamente. Non passa giorno in cui io non pensi a te.
Continui a far parte attivamente della mia vita, e una parte della mia anima spera ancora in un tuo ritorno. Credo proprio che il nostro legame si sia spezzato definitivamente quando, quella famosa notte, Benedetta ti disse di avermi vista in compagnia di un altro ragazzo, con cui mi stavo scambiando delle effusioni. Mi sarei aspettata che tu mi difendessi ma, anche in quel caso, non ebbi il coraggio di farlo. Ed io so in cuor mio che tu non hai mai creduto ad una sola parola di quello che ti aveva detto Benedetta. Ma non mi hai dimostrato quanta fiducia avessi in me, la tua ragazza. E puoi' credere a ciò che vuoi, ma la verità sarà sempre e solo una. Io non ti avevo tradito, e mai lo avrei fatto. Quando si ama, non si pensa neppure ad una simili possibilità. E non ti nascondo che avrei potuto farlo. Ma semplicemente non volevo. Non ci pensavo, non lo avrei ritenuto giusto in qualsiasi caso. Tra noi è mancato il dialogo e, soprattutto, la fiducia.
Fiducia che nessuno dei due ha mai veramente avuto nell'altro. Non ti nascondo che tutt'ora io sia convinta che l'orecchino di Benedetta non sia stato un semplice regalo della ragazza, ma un piccolo indizio di ciò che era accaduto quella notte. E non ti nascondo che credo che tu abbia ricominciato davvero ad amarla nel periodo in cui eravamo ancora fidanzati. Certe volte il tradimento non è soltanto fisico, ma anche morale. Ci tenevo a concludere questa lettera dicendoti che io, nonostante tutto, ti ho amato più di me stessa. E non ti nascondo che desiderassi, nel profondo del mio cuore, di raccontare la nostra storia d'amore ai nostri figli, concludendo con un: e poi siete nati voi!
Perché io, con te, avrei fatto qualsiasi cosa. Ti ricordi quando ti hanno proposto di andare a giocare in Inghilterra? Ed io, dentro di me, ho pensato che anche se tu avessi accettato per me non sarebbe stato un problema. Ti avrei seguito persino in capo al mondo! Perché casa in fondo sono persone, non posti. Perché ti amavo, Federico. E tu ti chiederai...
Perché utilizzi i verbi al passato?
Perché ormai, di ciò che era il nostro amore, sono rimaste soltanto le briciole. Non ti nascondo che penso ancora a te ogni volta che sento pronunciare la parola "amore".
La verità è che forse ti amo ancora, ma non sono più disposta a permettere al mio cuore di tremare ogni volta che ti vede. Non posso più permettermi di amare qualcuno che non mi ama. Sono arrabbiata con te, non perché non ami più.
Ma perché ti sei comportato come se tra noi non fosse mai finita, quando in realtà per te era finita da un pezzo. Sappi che hai perso l'unica ragazza che ti avrebbe potuto dare il mondo. E non importa quante ne verranno dopo di me. Io sono certa che tu, nel profondo del tuo cuore, provi ancora qualcosa per me. Perché un amore come il nostro non si dimentica con uno schiocco di dita, Federico. Un amore come il nostro non si dimentica. E io mai lo dimenticherò. Se un giorno mai tornerò ad amare, sarà soltanto per merito di chi mi sarà accanto.
Perché ormai io ho già avuto la mia fetta di vero amore. Ed era quello che soltanto tu sapevi darmi.
Non ti dimenticherò mai, Federico.
Ti ricordi quando ti ho detto che mio figlio avrebbe avuto il tuo nome?
Non sarà così. Mio figlio non avrà affatto il tuo nome. E se dovesse averlo, vorrà dire che ancora ti avrò dimenticato del tutto. Segnati queste parole. Spero vivamente che tu un giorno ti accorga dell'enorme errore che hai fatto non fidandoti di me, e preferendomi Benedetta.
Ma ormai di lei non mi interessa più. Di te, però, continua ad interessarmi.
Ho lottato tanto per la nostra storia, ma ormai non ho più nessun motivo per farlo. Non avrò mai il coraggio di dirtelo, continuerò a comportarmi come la più forte di tutte, quella che fa finta di non vederti, e che invece muore dentro. Tu sarai l'addio che metterò in dubbio per tutta la mia vita. Non ho dubbi di ciò che ho provato per te, e ciò che continuerò (purtroppo) a provare. Non posso comandare i miei sentimenti, ma ci sto provando. Voglio dimenticarti.
Voglio farlo davvero. Mi merito qualcuno che abbia il coraggio di scegliermi ogni giorno, di amarmi senza guardarsi mai alle spalle, come invece hai spesso fatto tu.
C'è una cosa di noi che non dimenticherò mai, sai? E non parlo del primo bacio, della prima volta che abbiamo fatto l'amore o del giorno in cui mi hai detto che desideravi sposarmi. No, niente di tutto ciò. È stato il giorno in cui, vedendoti arrivare nella sera del mio compleanno, il mio cuore ha iniziato a buttare all'impazzata e lì, in quel preciso momento, sono diventata tua. Tua. Mi piacerebbe concludere questa frase con "tua per sempre", ma sappiamo entrambi che non sarà così. Sappiamo entrambi che le nostre diversità ci hanno portati a dividerci, piuttosto che a unirci.
Ho lottato tanto per la nostra storia, ma ho capito che non si può portare avanti una relazione da soli.
Toccava anche a te lottare per noi, per me, ed invece non lo hai fatto.
Non ti sto dicendo che sia troppo tardi per farlo, ma sicuramente non è questo il momento giusto.
Che dire? Ti ho amato più della mia stessa vita, ma è giunto il momento di andare avanti. Ti auguro di trovare qualcuno con cui cantare le tue canzoni preferite a squarciagola in automobile, ti auguro di trovare qualcuno che non ti faccia mai sentire solo, ti auguro di trovare qualcuno che per vederti sorridere farebbe follie. Io ero quel qualcuno.
Già, lo ero. Ma non lo sono più.
Non perché non ti ami più, anzi!
Continuo ad amarti. Ma non permetterò più a me stessa di farmi così male amando qualcuno che, molto probabilmente, già mi ha dimenticata. Mi manca il vecchio Federico, quello che mi amava contro tutto e tutti. Quello pazzo di me. Non so chi o cosa l'abbia fatto sparire, ma io ero innamorata di quel lato di te. Non del Federico freddo, distaccato, e... Posso dirlo?
Senza coraggio. Per amare ci vuole coraggio, ed io l'ho capito sin dal primo momento in cui ho iniziato ad amare. Esistono semplicemente persone che si vogliono e persone che non si vogliono abbastanza.
Forse noi non ci siamo voluti abbastanza. O forse tu, non mi hai voluta abbastanza. Nel mio cuore conservo il ricordo di quella magica notte in cui tu mi baciasti le cicatrici. Non potrò mai dimenticarlo. È stato uno dei momenti più belli di tutti, e tu, soltanto tu, lo hai reso unico nel suo genere. Una delle cose più difficili di tutti è decidere se allontanarti o provarci ancora un po'. Io ci ho provato fin troppo, Fede.
E sappi che sono stanca.
Stanca dei tuoi dubbi, del tuo poco coraggio e di tutto ciò che ci ha portati a dividerci. Ti amerò ancora, ma farò di tutto per soffocarlo.
Perché non è giusto che io ti ami.
Ci stiamo facendo soltanto del male a vicenda e io, del male, me lo sono fatta nel vero senso della parola.
Come concludere questa lettera?
Concludo dicendoti che ti auguro il meglio, perché un ragazzo dolce come te non merita che questo.
Come calciatore diventi ogni giorno più forte, e sono sicura che riuscirai a realizzare tutti i tuoi sogni, come soltanto tu sai fare. Che dire?
Mi sembra come di star scrivendo la pagina finale della nostra storia, una pagina che avrei voluto scrivere soltanto morendo. Ma la vita sa sorprenderci sempre! Ho deciso di scriverti su carta, perché se ti avessi scritto un messaggio lo avresti cancellato con una facilità incredibile. Invece, ritengo che a strappare una lettera del genere ci voglia un coraggio incredibile.
Forse, almeno nel dimenticarmi, ne mostrerai un po'. Sono indecisa sul cancellare o meno le nostre chat, quelle di Luglio, quelle in cui facevamo a gara a chi si addormentava dopo. È la cosa più bella che mi rimane di te, quindi con ogni probabilità continuerò a guardarle ogni sera prima di andare a dormire. Ma soltanto questo.
Nulla di più. Non sono più tua, Federico. Sono solo e soltanto mia.
Il mio cuore ti appartiene ancora, ma verrà il giorno in cui anch'esso sarà libero. E se non verrà...
Pazienza. Certi amori non finiscono, e durano nel tempo.
Ma io sono stanca. Stanca.
E quando mi stanco, non lotto più.
Non urlo più, non ci rimango neppure più male. Ho sperato davvero di vederti entrare nella mia camera d'Ospedale, sai?
Il mio cuore lo sperava, ma la mia testa sapeva che tu non saresti mai venuto. E qualcosa mi dice che ti sia passato anche per la mente di farlo, ma che tu non abbia avuto il coraggio di farlo veramente.
Sto provando a voltare pagina, ma tu sei anche lì. Anche dove non vorrei.
Mi sto dilungando troppo, mi sa.
Ma sono sempre stata troppo sensibile, sentimentale, e tu lo sai più di chiunque altro!
Non mi sono mai piaciute le cose facili, e tu lo sai bene. Tu sai.
Ma questo non vuol dire che non avrei potuto amarti nel modo giusto.
Perché, come vedi, la nostra storia di facile non ha mai avuto nulla.
Nulla. Dal primo bacio, alla tanto desiderata prima volta. Io non so in che modo affronterò l'amore dopo di te. So soltanto che voglio affrontarlo. Basta avere paura, basta sottovalutarsi, basta timori:
La vita è una, e questo incidente me l'ha fatto capire come non mai.
Tu eri la mia vita, ma adesso sono costretta a puntare tutto su me stessa. Ti ricordi quanto ti ho detto che sarei voluta cambiare, essere come tutte le altre ragazze?
Ragazze come Benedetta?
Ecco, ho cambiato idea.
Io vado benissimo così. Con tutto il mio caos interiore, i miei problemi e le miei incertezze. Rimango sempre Karen. E qualcuno saprà amarmi davvero per ciò che sono.
Io continuerò a sperare che quel qualcuno sia tu. Ma andrò avanti, Federico. È ora di finirla.
Ci sono soltanto due parole con cui potrei concludere questa lettera.
Anzi, tre.
Ti ho amato. Come la Luna ama il Sole, rincorrendolo eternamente, pur sapendo di non poterlo mai possedere davvero. E allora, la Luna si accontenta delle stelle.
Ti lascio qui il ciondolo che mi regalasti nel giorno del mio compleanno. Spero che tu non debba regalarlo più a nessuna, perché ormai esso ha il mio profumo e mi rispecchia totalmente. E poi, tu devi trovare qualcuno che sia il tuo Sole. Non la tua Luna.
Io vorrei soltanto qualcuno che fosse la mia stella, pronta a brillare nelle mie notti più buie.
Ti lascio una mia fotografia.
Attento a non farla vedere a Benedetta, però. Potrebbe venirle un attacco di panico soltanto a vedermi. :)

(Scusami per il viso gonfio, ma purtroppo mi sto imbottendo di farmaci per il dopo operazione

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(Scusami per il viso gonfio, ma purtroppo mi sto imbottendo di farmaci per il dopo operazione.)

Non più tua,
Karen. "



Scrivendo quella lettera, avevo versato buona parte delle mie lacrime.
Avevo il cuore a pezzi. Presi la busta da lettere che mi aveva dato Valentina, e incaricai la ragazza di spedirla.
Federico non l'avrebbe neppure letta o, peggio, non gli sarebbe neanche arrivata. Ma io dovevo provarci.
L'amore era per i coraggiosi.
Ed io, di coraggio, ne avevo da vendere.
Ne erano la dimostrazione le numerose cicatrici che avevo sul corpo.
Un giorno sarei rinata dalle mie ceneri, come la più bella delle fenici.
E quel giorno sembrava essere sempre più vicino.
Quanto a dimenticare Federico...
Non ci sarei mai riuscita del tutto.
Avrei dovuto convivere con quell'amore a metà per sempre. In fondo, parte del mio cuore era suo. E lo sarebbe stato per sempre. Ma io volevo essere felice.
E volevo esserlo senza Federico.
Non sapevo se ci sarei riuscita ma, di sicuro, ci avrei provato.
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FINE NOVANTATREESIMO CAPITOLO. 💙⚽

Spazio autrice:
Buonasera lettori! Come state?
Scusatemi per l'assenza delle ultime ore, ma è dovuta a numerosi fattori.
In primis, la scuola. I compiti sono sempre di più, ed io voglio dedicarmi con tutta me stessa al Liceo Classico.
Tengo tanto al percorso scolastico che sto facendo, e posso migliorare ancora.
Ma, questi giorni, non sono stati facili.
Ieri ho ricevuto un commento da una ragazza per uno scambio lettura, che ringrazio, ma che mi ha fatto anche riflettere. Sentirmi dire che la mia storia era piena di eventi scontanti e prevedibili, con dialoghi del tutto artificiosi e poco "da libro" mi ha un po' ferito. È ovvio che sono troppo sensibile, e un commento del genere dovrebbe soltanto spronarmi a crescere, ma davvero i cliché ho cercato di abbatterli tutti in questi mesi.
E se non ci sono riuscita, è davvero un mio problema. I dialoghi li ho sempre resi "realistici", come il resto della storia. Purtroppo, ragazzi, so di non essere un granché. Ma io ci metto il cuore quando scrivo, e la mia storia ha un senso. Un senso che pochi capiranno, ma lo ha. Il mio sogno era creare una sorta di Saga, in cui racconto ogni passo della vita della mia Karen. Il suo personaggio è articolato in modo complesso e del tutto unico!
La paura di essere prolissa, fin troppo sentimentale e noiosa mi ha perseguitato dall'inizio della stesura di questa storia. È il motivo per cui tante delle mie creazioni sono rimaste (e rimarranno) chiuse nel cassetto per molto tempo. Vi posso dire che metto il cuore in ciò che faccio, e scrivere mi rende felice. La storia purtroppo sarebbe ben più lunga di quello che è, ma l'ho resa molto più sintetica proprio per voi. Nel mio piccolo, vorrei raccontare anche la storia di personaggi come Lorenzo, Sahara, Nicolò e Valentina, ma alla maggioranza di voi non interesserebbe. La mia storia è molto di più di quel che è effettivamente, credetemi. E io vorrei continuare ancora per un po' qua, perché Karen ha molto ancora da dire.
Cercherò comunque di migliorare per quel che posso, e accetto sempre le critiche costruttive! Per il resto, oggi è una di quelle serate terribili in cui vorrei non pensare. Ci sono rimasta molto male perché Nicolò non è stato convocato in Nazionale. Purtroppo pagherà per sempre il prezzo del suo carattere, ma posso capirlo benissimo.
Mi dispiace, ma sono sicura che a Novembre avrà la sua occasione.
Federico è sempre più un campione, che orgoglio! Ultima domanda:
Volete che nella storia Nicolò abbia già un figlio oppure no? Altrimenti ci sarebbe una variante, che non vi spoilero, ma includerebbe sempre l'argomento figli. Ecco tutto. Domani tornerò con un nuovo capitolo.
Ciao a tutti! Continuerò a scrivere per me, e per tutte quelle persone che ci tengono davvero. A prestissimo. ❤️

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now