𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙇𝙓𝙓. ⚽💙

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"La gelosia
è una
paranoia
travestita
d'amore."













La prima notte passata senza Federico fu davvero difficile.
Non riuscii a capire il perché.
Quella sera a Milano aveva piovuto, come succedeva nella maggior parte delle serate di fine estate.
Amavo la mia città, e, onestamente, anche la pioggia.
Ritenevo che in molti casi rispecchiasse il mio stato d'animo originario.
Perennemente in tempesta.
Perché io ero così, ed era proprio questo che Federico faticava a capire di me.
Non trovavo mai pace, ero in continua lotta con i miei demoni e il mondo che mi circondava.
Federico non aveva dei demoni, non quanto me perlomeno.
Era il mio lato che non riusciva a capire e che mai avrebbe capito.
Perché lui non sapeva cosa significava aver sofferto come avevo sofferto io.
E non gliene facevo affatto una colpa.
Ma era questa la nostra differenza più grande.
Io combattevo contro i miei demoni, lui non li aveva. Non li aveva mai avuti, in realtà. E stare con me stava rendendo tutto più complesso.
Di notte mi capitava spesso di pensare a noi due, a tutte le cose della nostra storia che non mi andavano proprio giù.
Ma ogni volta finivo per immaginare me in abito bianco, che attraversavo la Navata di una chiesa immaginaria, per raggiungere Federico, che emozionato e sorridente mi aspettava all'altare.
Mi ero immaginata tante volte quel giorno, eppure quando provavo ad immaginare il momento in cui ci saremmo scambiati le fedi, nella mia testa tutto svaniva.
Era come se ci fosse qualcosa, qualcuno, che ci impedisse di portare a termine il nostro lieto fine.
Era ciò che mi tormentava ogni giorno:
la paura di un futuro senza Federico.
E io non lo immaginavo affatto un futuro senza di lui.
Era la persona più importante di tutta la mia vita, l'unica capace di alleviare il dolore per la malattia del mio amato papà.
Negli ultimi tempi le chemioterapie lo stavano provando sempre più.
Ormai aveva sempre meno capelli.
Mi si stringeva il cuore quando vedevo Jessica chiedere a papà come mai non avesse più i capelli, e lui che le rispondeva che "era la nuova moda dell'estate".
Mi faceva soffrire vederlo debole e debilitato dalle cure che stava seguendo.
Sentivo che prima o poi avrei dovuto prendere io le redini dell'economia famigliare, ricominciando a fare la modella seppure non fosse ciò che volevo davvero.
C'erano tanti punti interrogativi nella mia vita, e Federico era la mia unica certezza.
Certezza che veniva scalfita da dubbi, differenze caratteriali ed ex tornati dal passato.
Ma io continuavo ad amarlo lo stesso, nonostante tutto.
Forse dovremmo amare tutti così....
Amare "nonostante tutto".
Noi non eravamo quelli che litigavano ogni due per tre o che passavano le ore a fare sesso.
Noi eravamo quelli che dormivano insieme, che facevano l'amore, che di litigi non volevano neanche sentirne parlare.
Perché era vero che entrambi nutrivamo dei dubbi, ma quando ci guardavamo negli occhi essi sparivano tutti.
Come una vera magia.
La magia che tutti chiamano amore e che pochi sanno mettere in atto.
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Quel pomeriggio mi trovavo nella mia stanzetta in compagnia di Sahara, mia sorella.
Mamma era uscita in compagnia di Jessica, e papà si trovava in Ospedale per seguire le cure contro il tumore che aveva infettato il suo cervello.
Io e Sahara stavamo sul letto a parlare del più e del meno, come due buone amiche.
Lei aveva il suo iPhone alla mano, e io il mio.
La bionda era incredibilmente bella.
Indossava una canotta color mare e dei jeans larghi adorabili.
Portava i capelli sciolti e lisci, così come piacevano a Lorenzo.
Avrei voluto tanto farle una foto per inviarla al ragazzo, ma non avevo il suo numero, dunque decisi di inviargliela su Instagram, all'insaputa di Sahara.
Ormai persino io li shippavo.

"Sahara, scusami, girati.
Vorrei farti una foto. Sei davvero bella oggi, lo sai?"

La ragazza fece una smorfia, poi si mise in posa per me.
Scattai la fotografia sorridendo, pensando alla reazione di Lorenzo quando l'avrebbe vista.

𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now