𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙇𝙓𝙓𝙓𝙄𝙄. ⚽💙

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"Adesso tu
sei la persona
che più ha
bisogno
di te."















Cos'è l'amore? Me lo sono chiesta un'infinità di volte, senza saper trovare mai una risposta. L'amore è quando guardo nei tuoi occhi, e non trovo le parole per esprimerne la bellezza.
L'amore è quando pur avendo passato una pessima giornata, sarei disposta ad arrivare fino a sera soltanto per migliore la tua. L'amore è quando sei in grado di affrontare tutto, se hai lui accanto. L'amore è fatto di litigi, incomprensioni e gelosie. Ma soprattutto, l'amore è fiducia. Ho sempre creduto che essa costituisse una parte fondamentale in ogni rapporto.
La fiducia, una volta persa, non si può recuperare. È un qualcosa di imprescindibile, che difficilmente si può recuperare. Una volta che sparisce, non torna più. E non vi è modo di far cambiare idea alla persona amata.
Io, quel giorno, avevo capito quanta poca fiducia avesse Federico nei miei confronti. Lui, che era la metà del mio cuore e della mia anima, non aveva fiducia in me. E ciò mi feriva incredibilmente. Mi aveva portata a interrogarmi sui motivi di questa mancata fiducia nei miei confronti, ma non ero riuscita a trovare una risposta.
Ogni volta che provavo a pensarci, finivo col piangere. Perché io, onestamente, non avevo mai immaginato una vita senza Federico.
Non avevo preso in considerazione l'idea di lasciarlo, o anche soltanto di perderlo. Ero sicura che alla fine, nonostante le numerose difficoltà che avremmo dovuto affrontare, ce l'avremmo fatta. Ero certa che un giorno avrei potuto parlare di lui come mio marito, il padre dei miei figli, l'assoluta certezza. Ma se c'era una cosa che avevo imparato fino a quel momento, era che nella vita nulla era scontato. La mia vita sembrava perfetta eppure, verso l'inizio di Agosto, mio padre era stato colpito da un violento tumore al cervello. Il giorno prima ridevamo come pazzi sul divano di casa, e il giorno seguente l'avevo trascorso a piangere nello sgabuzzino assieme alla mia sorellina. Si, la vita sapeva essere imprevedibile. E lo era proprio nei momenti in cui credevi di avercela fatta, di aver superato quel buio momento. Ma con la rottura con Federico, ero sprofondata nel buio più totale. Qual è la cosa peggiore che succede quando le persone che amiamo
vanno via? Che prendono una parte di te con loro. Perché una parte di me è ancora con Federico. Il mio cuore è ancora fermo al momento in cui lui mi chiedeva, sull'orlo della porta di casa sua, di dimenticarlo. Di dimenticare tutti i bei momenti passati assieme, i "ti amo" sussurrati nell'orecchio mentre le placide acque del Forte ci bagnavano le ginocchia. Non avrei mai potuto dimenticarlo. La mia testa mi diceva che avrei dovuto odiarlo per come si era comportato con me, detestare il modo in cui mi aveva scaricata e il suo voler credere alle infinite bugie che gli raccontava Benedetta. Eppure, il mio cuore, di odiarlo, proprio non voleva saperne. Non potevo odiare quello stesso ragazzo che due mesi prima dichiarava di volermi portare all'altare. Non potevo odiare quello stesso ragazzo che nella notte del dodici Luglio mi aveva videochiamata da Wembley per raccontarmi tutte le sue emozioni. Non potevo odiare quello stesso ragazzo che mi aveva aiutata ad amare ancora. Non potevo odiare Federico, e mai avrei potuto farlo.
Mi ricordo di quando ruppi con il mio primo fidanzatino, e mia madre mi disse che il tempo e la distanza avrebbero curato ogni ferita. Ma la verità è che il tempo non cura. No, il tempo non cura affatto. Ti aiuta semplicemente a farti scordare sensazioni ed emozioni provate nel momento della rottura. I ricordi si fanno più sbiaditi e, di conseguenza, sempre più lontani. L'unica cosa che mi avrebbe potuta aiutare sarebbe stata la distanza fra me e Federico, da Torino, e anche da me stessa. Avrei messo anche un oceano tra noi se si fosse mostrato necessario, perché sapere di non poter bussare alla tua porta o di non poterti chiamare, avrebbe reso le cose un po' più facili da sopportare. Forse, allora, la guarigione era soltanto una questione di distanza. Tra me e Federico, tra me ed il suo cuore, tra me ed il suo sorriso.
Qualche settimana prima, quando mi ero recata a Torino per far visita al mio ormai ex fidanzato, Jessica mi aveva chiesto cosa fosse per me il "per sempre". Le avevo risposto che era tutto ciò che aveva sempre letto nelle sue amate fiabe, anche se non era vero.
Il "per sempre" era un concetto astratto.
E negli attimi in cui Federico mi aveva lasciata, avevo maturato un'altra idea di "per sempre": l'amore che non sembra finire nemmeno dopo un addio.
Ormai il mio cuore ne era certo.
Dentro di me, il nostro amore avrebbe vissuto per sempre. Per l'eternità, se si fosse mostrato necessario. Io non avrei mai dimenticato Federico, il suo sorriso, e tutto l'amore che lui e soltanto lui aveva saputo darmi. Ma la ferita che aveva inflitto su esso serviva a ricordarmi quanto non avrei potuto mai dimenticare tutto il dolore che avevo provato nel vederlo, ancora una volta, scegliere lei. Benedetta. Colei che sembrava amare più di ogni altra cosa, persino più di me. Avrei continuato ad amare Federico e a soffrire per lui.
Da lontano, in silenzio, come ero solita fare io. E forse lui avrebbe ritrovato la sua felicità e la sua serenità negli occhi scuri di Benedetta, ma io, non ci sarei mai più riuscita. Non dopo di lui.
Non dopo aver visto nei suoi occhi un "per sempre" che, alla fine, non si era dimostrato tale. Ma una cosa era certa:
Come avrei saputo amarlo io, nessuno.
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now