𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙇𝙓𝙓𝙓𝙑𝙄. ⚽💙

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"Vorrei che
tu vedessi
il sorriso
che faccio
quando ci
scriviamo."















Erano passati ben due giorni da quando mio padre Massimiliano era stato ricoverato al San Raffaele di Milano per via di una ricaduta improvvisa dovuta al tumore che aveva infettato il suo cervello. Avevo dormito in Ospedale, ed ero rimasta accanto al mio papà nei momenti più difficili che l'avevano messo a dura prova. I miei amici più cari avevano fatto visita a papà, rendendo quelle ore tanto complicate più semplici e spensierate. Margherita, Sofia, Elisa, Francesco e Vanessa non erano mancati. I miei amici erano la cosa più importante che avevo, la più preziosa, quella che mi permetteva di andare ancora avanti nonostante tutto.
Non era bastata la malattia di papà a rendere più difficili le mie giornate:
Federico e Benedetta avevano reso di dominio pubblico la loro ritrovata intesa. La ragazza non aveva fatto altro che postare immagini che ritraevano lei e il giovane calciatore in atteggiamenti da innamorati. Non avevo avuto tempo di pensare ai due, ma ci ero rimasta davvero molto male. Nel cuore della notte, calde lacrime avevano solcato il mio viso. Non riuscivo a smettere di pensare ai suoi occhi che scrutavano quelli di un'altra, alle sue labbra che sfioravano quelle di Benedetta e ai loro sguardi da innamorati che raccontavano tutta un'altra storia.
Federico amava Benedetta, ed io dovevo soltanto accettarlo. Non solo la amava: la amava molto di più di quanto avesse mai amato me. Dovevo convincermi che pensare a Federico non fosse più giusto. Ma la verità è che stentavo ancora a credere che tra noi due potesse essere finita. Quella notte passata in riva al mare del Forte, mi aveva fatto credere che Federico sarebbe stato l'uomo della mia vita.
Federico era il ragazzo perfetto.
Bello, gentile, con una famiglia stupenda, un grande cuore e tanti sogni nel cassetto. Chi non avrebbe voluto avere al suo fianco un giovane come lui? Avevo passato intere notti ad interrogarmi sui motivi della nostra rottura, della volontà di Federico di lasciarmi. Ma la verità era un'altra.
Federico non era stato sincero con me.
Non lo era mai stato. Non lo era stato quando mi aveva detto che non provava più nulla per Benedetta, non lo era stato quando mi aveva detto che avrebbe lottato per la nostra relazione, qualunque cosa fosse successa. Era stato lui il primo a mollare, non combattendo per noi e per il nostro amore come invece aveva promesso.
Lui aveva il classico aspetto da bravo ragazzo, colui che avrebbe potuto regalarti il mondo se soltanto tu ti fossi avvicinata a lui. Ma tutto ciò non era che un inganno. Non si era reso conto del male che mi aveva procurato non credendo alle mie parole, e trascurandomi per così tanto tempo.
Alla fine, Federico si era rivelato peggiore di tutti i fidanzati stronzi che avevo avuto nel corso della mia vita.
Loro avevano avuto l'onestà di farmi capire le loro reali intenzioni fin dall'inizio. Ero stata io a non voler vedere chi avevo realmente davanti.
Federico si era nascosto dietro la maschera del fidanzato perfetto, per poi pugnalarmi alle spalle. Non riconoscevo il Federico di cui io mi ero innamorata in quello che, adesso, passava le sue giornate in compagnia di colei che aveva tentato di drogarmi col fine di tradirlo. Era andato via proprio nel momento in cui avevo più bisogno di lui, quello in cui avere Federico al mio fianco sarebbe stato necessario.
Mi ero data tutte le colpe possibili per la fine della nostra relazione, ma mi stavo pian piano accorgendo che, per quanti sbagli avessi fatto, non mi meritavo di essere abbandonata in modo così meschino ed improvviso. Federico aveva preferito a me, la ragazza che gli avrebbe potuto dare il mondo, Benedetta. Benedetta non amava Federico. Non lo aveva mai amato.
Lei amava il modo in cui lui la faceva sentire, il modo in cui l'avrebbe fatta vivere. Benedetta amava il conto in banca del ragazzo. Non il suo cuore.
Ma Federico non aveva fatto niente per allontanarla e per difendere invece me, la sua fidanzata del tempo. Mi resi conto di quanto in realtà l'immaturo, tra i due, fosse lui. Io avevo sempre saputo ciò che volevo. Lui. Volevo solo e soltanto lui. E avrei potuto dargli il mondo. Forse ero ancora disposta a darglielo. Ma non mi meritavo un ragazzo che dopo pochi giorni si era già rifatto una vita con colei che aveva portato la nostra relazione al termine. Meritavo molto di più. E non mi meritavo tutta quella sofferenza. Forse, un giorno, si sarebbe accorto di ciò che aveva perso. Ma nonostante tutto, non riuscivo ad odiarlo. Continuavo ad amare Federico. Ma amavo il lato più dolce di lui, quello che mi aveva sorpresa videochiamandomi in quella magica notte di Wembley, quello che aveva baciato le mie cicatrici, quello che non aveva mai smesso di credere in me e nelle mie potenzialità. Amavo quel Federico. Non era lo stesso che stava cercando di rifarsi una vita.
No, non era più lui. Io, però, ero ancora me stessa. E non sarei cambiata per nulla al mondo. Così come i miei sentimenti per Federico non sarebbero mai potuti cambiare. Continuavo ad amarlo. Amavo il mio Federico.
Non il Federico di Benedetta. Avrei continuato ad amarlo da lontano. E, da lontano, avrei continuato a soffrire vedendolo al fianco di Benedetta, consapevole di quanto non lo meritasse.
Io, però, mi meritavo di essere felice.
Avrei lottato per la mia felicità.
Me lo meritavo. Lo dovevo a me stessa.
E a nessun'altro!
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𝙃𝙄𝙎 𝙎𝙈𝙄𝙇𝙀 || Federico Chiesa (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now