Joanne's Heirlooms

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Capitolo XI:

Joanne's Heirlooms – I cimeli di Joanne

Tylhoen, Settore III, Mercato di Bakharat ore 11:50

Aiden era stato portato in un edificio nelle immediate vicinanze del mercato, che doveva essere un piccolo avamposto militare in cui erano custodite delle armi e dove probabilmente le guardie di pattuglia si davano il cambio.

L'avevano fatto sedere su una sedia in una stanza vuota, con il segugio seduto davanti a lui che lo fissava immobile ed inanimato. Non l'avevano neanche legato ma la sola presenza di quel mastino meccanico, che sembrava scrutarlo fin dentro l'anima con quegli occhi vacui, aveva contribuito a far sì che il ragazzo non avesse la minima voglia di provare a muoversi.

Stava aspettando lì dentro da un po' ormai e ancora nessuno si era fatto vedere. La guardia che lo aveva arrestato non aveva detto una parola riguardo le circostanze della sua cattura e lui continuava a scervellarsi sul perché si fosse trovato catapultato in quel guaio. Di solito loro erano quelli che davano la caccia ai ricercati, non quelli che venivano arrestati.

Forse qualcosa durante la missione di Alex e Christal era andato storto e lo avevano catturato per interrogarlo, non doveva essere stato difficile stabilire la connessione che c'era tra Aiden e il cacciatore.

Il ragazzino non ci aveva fatto caso appena entrato nel Mercato, tutto preso da quel meraviglioso spettacolo sconclusionato, ma mentre veniva portato di peso dalla guardia delle USC in quella stanza aveva avuto modo di notare, mimetizzati tra la folla, quasi come se fossero parte integrante del paesaggio di sfondo, un numero elevatissimo di soldati di pattuglia dalla caratteristica uniforme color sabbia e più sporadici, come delle lame che fendevano la calca, dei guizzi di bianco abbacinante laddove i membri delle Unità Speciali di Contenimento facevano la loro apparizione. Come se non bastasse, in ogni punto soprelevato ed in ogni angolo era riuscito a scorgere videocamere di sorveglianza che vigilavano dall'alto sul mercato con i loro instancabili occhi.

Dovevano averlo individuato con la stessa facilità con la quale un falcone piumato individua una preda nel deserto in pieno giorno.

Stava per trovare il coraggio di alzarsi e vedere che reazione avrebbe avuto il segugio, anche se l'idea di beccarsi un'altra scarica era poco allettante, ma prima che potesse provarci qualcuno entrò dalla porta.

~

«Aspetta un attimo, io ti conosco.»

Il battito di Christal accelerò sensibilmente nel sentire quelle parole e il corpo si irrigidì pronto ad attaccare. Non sapeva quali potessero essere le circostanze che avevano fatto incrociare le strade di due personaggi del genere, ma la ragazza poteva scommettere che non avrebbero portato a niente di buono

«Bhè è curioso, perché io non ti ho mai visto e ti posso assicurare che una capigliatura del genere me la sarei ricordata» disse per tutta risposta Alex con il suo peggior sorriso arrogante.

Quel ragazzo era così sicuro di sé da rasentare la sventatezza.

Il Drago si sforzò di sorridere per mascherare il fastidio che stava provando ma non riuscì bene nell'intento perché il viso gli si deformò in una smorfia che ricordava quella di una bambola rotta.

«Ma certo, sei il cacciatore che ha preso una stanza al Tulim. Dimmi, come ti trovi nel mio motel?» esordì scrutandolo in viso da vicino con lo stesso fare di sfida che aveva utilizzato con la ragazza. Tutto ciò che si trovava nella zona in cui spadroneggiavano gli Hykers era automaticamente considerato proprietà della gang, ad eccezione del Midway.

Rizomata - RisonanzaWhere stories live. Discover now