No Coast too Great - II

45 4 18
                                    

Tylhoen, settore IV, appartamento di Christal, ore 11.56

Christal aveva finito di esporre il resoconto del loro viaggio a Jendar al comando da qualche minuto, e da qualche minuto se ne stava poggiata al tavolo con il viso tra le mani mentre cercava ancora una volta di metabolizzare tutti gli avvenimenti di quei giorni. Sospirò facendo scivolare i palmi giù dalla faccia e si ritrovò davanti agli occhi il mucchio di fogli preso a casa di Nikolaj Weast.

Li sfogliò con la cautela di chi non è abituato a maneggiare materiale cartaceo e, mentre scorreva tra la miriade di informazioni contenute in quel fascicolo, la sua attenzione finì ad un tratto su un paragrafo specifico, il suo occhio calamitato dalla fotografia di un diario dalla copertina verde scuro sulla quale erano serigrafate in dorato due iniziali di un sigillo. Si rese conto di essere stata attratta da quel dettaglio perché aveva un qualcosa di vagamente familiare ma quando fece scorrere lo sguardo più in basso per leggere quale fosse il nome del progetto a cui facesse riferimento la foto riuscì a leggere solo le lettere iniziali RIZ perché il resto era stato reso illeggibile da due ampi aloni neri che macchiavano la carta. All'improvviso le balzò alla mente il ricordo di Flare che batteva con rabbia i pugni sulla tavola facendo sobbalzare i fogli e lasciando quei segni. Quel dettaglio che al momento le era sembrato così strano ed insolito da spingerla a nasconderlo e tenerlo per sé, era in qualche modo passato in secondo piano a causa della rapida escalation di eventi in cui erano stati coinvolti, ma ora che le si era ripresentato davanti aveva percepito di nuovo quella strana sensazione di inquietudine lungo la schiena. La parte razionale della sua mente la spinse a ricordare che probabilmente quelli non erano altro che i segni della fuliggine che Flare ancora aveva sulle mani dopo aver appiccato l'incendio al municipio di Jendar, ma quasi come a volersi smentire da sola, strofinò piano il dito sugli aloni neri. Non ci fu una singola sbavatura, né il tratto sembrò sfumarsi minimamente, sembrava più che come se quel punto della carta fosse stato compromesso interamente dopo essere stato avvicinato ad una fonte di calore molto intensa.

«È sveglio.»

La voce di Alexander la fece sobbalzare sulla sedia, così come era concentrata, e fu risucchiata via da quel turbinio di strani pensieri.

Il ragazzo era poggiato allo stipite della porta mentre la fissava. «Non sono riuscito a risparmiargli di svegliarsi di nuovo con la mia faccia davanti...» continuò abbozzando un sorriso.

Christal si alzò per andargli incontro e si fermarono spalla a spalla. «...ma si riprenderà» continuò lui questa volta mormorando con tono più basso, quando la ragazza fu sufficientemente vicina.

Lei annuì e lo guardò. «E tu, come stai?» gli chiese.

Si rese conto di volerlo genuinamente sapere.

Lui la guardò per un attimo preso in contropiede.

«È solo qualche goccia di sangue, Furia, ci vuole ben altro per abbattermi» le disse schioccandole un occhiolino goliardico.

«Sai quello che intendo» insistette lei con tono eloquente.

Era incredibile come non avesse fatto ad accorgersi sin all'inizio, di quanto quel suo atteggiamento spavaldo e a tratti insopportabile, fosse solo una difesa.

Il ragazzo abbassò il volto, questa volta non riuscendo a simulare un sorriso e scuotendo la testa.

«Credo che andrò a farmi qualche bicchierino» le rispose semplicemente prima di guardarla.

Rimasero così in silenzio per qualche istante poi, quando il cacciatore infine si voltò e si mosse per proseguire per la sua strada, Christal alzò una mano per poggiarla sul suo petto e fermarlo.

Rizomata - RisonanzaМесто, где живут истории. Откройте их для себя