Wild Weed

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Capitolo XXXI:

Wild Weed – Erbaccia selvatica


Selena vide la testa scura di Aiden sfrecciare davanti a lei mentre i passi di corsa provocavano tonfi pesanti sul pavimento del rifugio e lui anticipava tutti nel dirigersi all'interno.

E, a conferma dei loro sospetti, eccolo lì, quel bastardo. A Selena scappò un sorrisetto nel vedere Alexander comodamente seduto su una grossa poltrona nel salotto, di fianco al grande camino che si apriva al centro della stanza. Si alzò in piedi lentamente, pareva in effetti leggermente malmesso e livido ma il sorriso beffardo che aveva sul volto era lo stesso di sempre e, soprattutto, sembrava decisamente ed inequivocabilmente vivo. Anche Aiden sembrò realizzarlo perché gli si fiondò addosso atterrandogli sul petto con un tonfo e stringendolo così forte da farlo gemere, in un abbraccio che, dovette ammettere, fece vibrare un po' anche il suo cuore ormai rinsecchito. Automaticamente lo sguardo della ladra finì su Christal che, si accorse solo ora, era l'unica rimasta qualche passo indietro sull'uscio della stanza. La mano che era lentamente scivolata sulla fondina della pistola non lasciava molti dubbi sul suo stato d'animo circa quella scoperta, eppure, l'espressione sul suo viso fu per Selena indecifrabile.

«Guarda, guarda, cacciatore sei proprio come un'erbaccia selvatica. Pensi sempre di essertene liberato ma questa continua a rispuntare nei luoghi più impensabili.»

Alexander le restituì uno sguardo dal basso divertito, mentre ancora teneva stretto il ragazzino tra le braccia.

«Ti sembrerà strano ma mi hanno paragonato a cose peggiori. Comunque anche per me è bello vederti, rossa.»

A quel punto Aiden alzò la testa con gli occhi sgranati e carichi di lacrime.

«Cosa ti è successo? Come te la sei cavata?» chiese.

«Già, come hai fatto?» domandò anche Nathan ma la sua voce, a differenza di quella di Aiden, era intrisa di sospetto.

Alex cercò con lo sguardo Christal per un istante, prima di tornare a guardare gli altri e cominciare a spiegare.

«Avanti, moccioso credevo di averti insegnato che bisogna sempre avere un piano B. Mi sono...» sembrò star cercando la parola adatta «...districato dal guaio in cui mi ero cacciato, e poi sono riuscito a prendere una corsa dell'hyperloop. Da soli è molto più facile sgattaiolare in luoghi in cui assolutamente non si dovrebbe stare. E, lasciate che ve lo dica, quei cosi sono davvero veloci, sono arrivato qui con un giorno e mezzo di anticipo rispetto a voi. A dirla tutta, la cosa più difficile è stato convincere il vecchio Marcus che un cacciatore di taglie stesse collaborando con la figlia.»

«A proposito di questo Christallyne, pensi di volermi spiegare cosa sta succedendo?» intervenne con voce seria Marcus, interrompendo quel momento di riconciliazione senza molto tatto e rendendo chiaro a tutti da chi avesse preso Christal quel modo scostante. Tra i due, non a caso, non c'era stata ancora una singola dimostrazione di affetto da quando si erano rivisti, al di fuori del sorriso che si erano scambiati quando Marcus li aveva trovati. Probabilmente erano anni che non si vedevano di persona ma non si erano dati neanche una timida pacca sulla spalla o scambiati una parola gentile sottovoce. D'altronde, Selena pensò che sarebbe stato stupido aspettarsi un abbraccio o una scena commovente tra due personaggi come quelli.

«Avete rischiato la vita in molti più modi di quanti possiate immaginare venendo qui. Il mio fisico si è abituato ormai da anni alle condizioni esterne ma per chi arriva con la cabinovia la salita è troppo rapida, il corpo non ha il tempo di adattarsi. Come vi salta in mente di uscire dalla faglia senza neanche una maschera d'ossigeno di sicurezza?» li rimproverò di tutta risposta Marcus.

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